Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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pare davvero  che  nulla sia più adatto e più semplice per una guida che tener
che nulla sia più adatto e più semplice per una guida  che  tener d'occhio queste zone provinciali che hanno tante
per una guida che tener d'occhio queste zone provinciali  che  hanno tante volte un sapore così personale impressovi da un
o più indicativo citar Brea a Taggia - e non è citato -  che  a Torino, Macrino in Alba - e non è citato - che a Roma,
è citato - che a Torino, Macrino in Alba - e non è citato -  che  a Roma, Scacco a Fondi che a Napoli, Molineri a Savigliano
in Alba - e non è citato - che a Roma, Scacco a Fondi  che  a Napoli, Molineri a Savigliano che a Torino; Tanzio a
a Roma, Scacco a Fondi che a Napoli, Molineri a Savigliano  che  a Torino; Tanzio a Novara che a Milano, Moncalvo a Casale
Napoli, Molineri a Savigliano che a Torino; Tanzio a Novara  che  a Milano, Moncalvo a Casale che a Milano.
a Torino; Tanzio a Novara che a Milano, Moncalvo a Casale  che  a Milano.
di Andy Warhol, nei diari scritti con Pat Hackett, ha visto  che  Quel che sopravvive è ciò che il gusto delle classi
nei diari scritti con Pat Hackett, ha visto che Quel  che  sopravvive è ciò che il gusto delle classi dominanti
con Pat Hackett, ha visto che Quel che sopravvive è ciò  che  il gusto delle classi dominanti decreta che debba
è ciò che il gusto delle classi dominanti decreta  che  debba sopravvivere, che di solito risulta essere ciò che
delle classi dominanti decreta che debba sopravvivere,  che  di solito risulta essere ciò che corrisponde meglio ai
che debba sopravvivere, che di solito risulta essere ciò  che  corrisponde meglio ai canoni e al modo di pensare di quella
fu tuttavia un pittore  che  a Napoli tenne fede al Caravaggio più che qual sia
un pittore che a Napoli tenne fede al Caravaggio più  che  qual sia caravaggesco d'Italia; che fu di lui più puro
fede al Caravaggio più che qual sia caravaggesco d'Italia;  che  fu di lui più puro discepolo che quanti mai Saraceni
sia caravaggesco d'Italia; che fu di lui più puro discepolo  che  quanti mai Saraceni Manfredi o Valentin : che infine anche
discepolo che quanti mai Saraceni Manfredi o Valentin :  che  infine anche sviandosi fu in un senso così caratteristico e
così caratteristico e degno da mantenere anche allora più  che  molt'altri dello spirito del maestro.
pittori nuovi in  che  cosa si somigliano mai? Chi lo sa? E pure ne’ loro quadri
spirito contemporaneo: c’è come il soffio di un certo che,  che  si conosce, che si ama e che ci commuove.
c’è come il soffio di un certo che, che si conosce,  che  si ama e che ci commuove.
il soffio di un certo che, che si conosce, che si ama e  che  ci commuove.
metteremmo facilmente d'accordo. Dico soltanto: è una donna  che  ride, che sorride. Ma quante donne che ridono, che
facilmente d'accordo. Dico soltanto: è una donna che ride,  che  sorride. Ma quante donne che ridono, che sorridono nella
è una donna che ride, che sorride. Ma quante donne  che  ridono, che sorridono nella vita! Con lo svantaggio che per
donna che ride, che sorride. Ma quante donne che ridono,  che  sorridono nella vita! Con lo svantaggio che per essa è
che ridono, che sorridono nella vita! Con lo svantaggio  che  per essa è escluso quel delizioso gioco di probabilità che
che per essa è escluso quel delizioso gioco di probabilità  che  noi formiamo su un sorriso reale, che qui insomma il
gioco di probabilità che noi formiamo su un sorriso reale,  che  qui insomma il sorriso è senza seguito. Come donna adunque
avvenuto insomma  che  il Dami non s'è fatto ben chiaro concetto di quello che sia
che il Dami non s'è fatto ben chiaro concetto di quello  che  sia archivio e quello che storia dell'arte; e del credere
ben chiaro concetto di quello che sia archivio e quello  che  storia dell'arte; e del credere che esista uno stadio
sia archivio e quello che storia dell'arte; e del credere  che  esista uno stadio informativo della storia, e uno stadio
della storia, e uno stadio valutativo; dal credere  che  esista lo «stato di fatto», e lo stato di «valore» è colata
di «valore» è colata questa ribelle miscela; e non gli può  che  far torto.
preda al senso di perdita  che  deriva dal non ritrovare più ciò che credevano assodato,
al senso di perdita che deriva dal non ritrovare più ciò  che  credevano assodato, non resistendo al fenomeno che gli
più ciò che credevano assodato, non resistendo al fenomeno  che  gli psicologi chiamano «dissonanza cognitiva», molti
«dissonanza cognitiva», molti studiosi sono arrivati a dire  che  l’arte non esiste più: per chi è schiavo delle proprie
chi è schiavo delle proprie certezze, la distanza tra ciò  che  si vede nei musei d’arte antica e ciò che viene definito
distanza tra ciò che si vede nei musei d’arte antica e ciò  che  viene definito «arte contemporanea» crea ansia e
«arte contemporanea» crea ansia e insicurezza. Ecco allora  che  si cerca il colpevole: la speculazione economica, la
la speculazione economica, la perdita di valori, la cultura  che  langue. Si fantastica che, insieme a un critico e a un
Nella Santa Cena  che  dipingeste per S. Giovanni e Paolo, che cosa significa
Nella Santa Cena che dipingeste per S. Giovanni e Paolo,  che  cosa significa quell’uomo che getta sangue dal naso?
per S. Giovanni e Paolo, che cosa significa quell’uomo  che  getta sangue dal naso?
appare chiaro  che  nel 1465 Antonello conosceva Piero, senza voler concludere
nel 1465 Antonello conosceva Piero, senza voler concludere  che  la mano rifatta prospetticamente significasse che proprio
che la mano rifatta prospetticamente significasse  che  proprio in quell'anno egli ne vedesse le opere; certo è
in quell'anno egli ne vedesse le opere; certo è tuttavia  che  l'intensificazione prospettica è di tale ardore e ingenuità
è di tale ardore e ingenuità da dimostrare un'artista  che  vi fa come le sue prime armi.
lingua inglese ha un suffisso («-ing»)  che  ben esprime queste operazioni o eventi in divenire:
a un verbo o a un nome, esso dà subito l’idea di qualcosa  che  si definisce nel tempo. Pensiamo, ad esempio, al dripping,
si definisce nel tempo. Pensiamo, ad esempio, al dripping,  che  allude, dalla pratica di Jackson Pollock in avanti (senza
a una gestualità pittorica automatica e casuale  che  invade la tela come una scrittura continua; o
la tela come una scrittura continua; o all’happening,  che  comprende non solo tutto ciò che può accadere nel corso di
continua; o all’happening, che comprende non solo tutto ciò  che  può accadere nel corso di una circostanza creata
nel corso di una circostanza creata dall’artista, ma  che  accoglie anche quello che succede in seguito e che sfugge
creata dall’artista, ma che accoglie anche quello  che  succede in seguito e che sfugge al suo controllo. Non si
ma che accoglie anche quello che succede in seguito e  che  sfugge al suo controllo. Non si comprende perché siano nate
di saperi, di mentalità, di culture, di comportamenti  che  non lascia niente di intatto dietro a sé.
scopre allora  che  la comunicazione riguarda sempre qualcosa che non è
scopre allora che la comunicazione riguarda sempre qualcosa  che  non è presente, astante: la comunicazione informa di una
presente, astante: la comunicazione informa di una presenza  che  è altrove o che è stata o sarà, altrimenti non
la comunicazione informa di una presenza che è altrove o  che  è stata o sarà, altrimenti non comunicherebbe, si darebbe
si darebbe in proprio. Naturalmente ciò non esclude affatto  che  alcuni caratteri che possiede la persona che si produce in
Naturalmente ciò non esclude affatto che alcuni caratteri  che  possiede la persona che si produce in persona, non possano
affatto che alcuni caratteri che possiede la persona  che  si produce in persona, non possano costituire, se isolati
repertorio offerto dalla persona umana. Se io saprò  che  l’incontro con una donna dai capelli rossi e con una
cicatrice sul volto, vorrà significare, senza altro avviso,  che  sono atteso da un’altra donna alle sette e mezzo di sera,
da un’altra donna alle sette e mezzo di sera, il fatto  che  la persona coi capelli rossi e la cicatrice mi si produca
in presenza, non abolisce il codice segreto da cui capirò  che  la mia attesa sarà soddisfatta. Ma ognun vede come qui, fra
del messaggio segreto, è intervenuto un successivo atto  che  ha isolato certi elementi, precedentemente costituiti in
ho potuto isolarli come un’informazione di qualcosa  che  non è presente. Ed ecco allora che il prodursi in presenza
di qualcosa che non è presente. Ed ecco allora  che  il prodursi in presenza decade a mezzo di informazione
in presenza decade a mezzo di informazione d’una presenza  che  dovrà, come nel caso descritto, prodursi nel tempo, e,
come nel caso descritto, prodursi nel tempo, e, comunque,  che  non gode di quell’astanza di cui invece gode la persona, in
di cui invece gode la persona, in sé e per sé,  che  incontro.
parlando di questa opera, affermò  che  il corno di rinoceronte vuole richiamare il simbolismo del
di rinoceronte vuole richiamare il simbolismo del liocorno,  che  tradizionalmente allude alla castità ma che in questo caso
del liocorno, che tradizionalmente allude alla castità ma  che  in questo caso diventa l’elemento che attenta le virtù
alla castità ma che in questo caso diventa l’elemento  che  attenta le virtù della fanciulla.
 Che  l'umanesimo etico di Michelangelo voglia aggiogare la
etico di Michelangelo voglia aggiogare la gigante umanità,  che  non vive nella sua fantasia oltre la sua conchiusione
la sua conchiusione plastica, a espressività ideali, così  che  nella ricerca del dramma - che per le arti figurative è non
a espressività ideali, così che nella ricerca del dramma -  che  per le arti figurative è non senso - il Giudizio smarrisce
di Michelangelo fantastico più nelle figure decorative  che  nei profeti. E se non fosse che la Libica vive ancora
più nelle figure decorative che nei profeti. E se non fosse  che  la Libica vive ancora inviolatamente plastica sotto il
Libica vive ancora inviolatamente plastica sotto il busto  che  l'allaccia e non la tocca, - la calura solleva la
e non la tocca, - la calura solleva la corteccia;  che  il torso d'Eva nella tentazione è infinito nel rigirarsi
sua costruttura; e le membra franate di Adamo dormendo; -  che  per questi insomma e altri radi squilli risentiamo lui, il
tradizione corporea di Giotto e di Masaccio - non credo  che  ci fermeremmo oltre, nella Sistina.
 Che  cosa, infine, di più gradevole che soffermarsi per qualche
cosa, infine, di più gradevole  che  soffermarsi per qualche ora a conversare con quei
con quei sempreverdi giardinieri della illustrazione  che  si chiamano Léandre e Métivet?
di passata  che  per me è impossibile riscontrare uno sbalzo tra questo
opere precedenti: è lo sviluppo logico dei principî formali  che  l'hanno sempre animato. Credere a una riforma in senso
veneziano, dopo aver riconosciuto come vogliono alcuni  che  fu Antonello a rinnovare Bellini, o, come vogliono altri,
fu Antonello a rinnovare Bellini, o, come vogliono altri,  che  la sua distinzione da Bellini è chiarissima, e che perciò
altri, che la sua distinzione da Bellini è chiarissima, e  che  perciò né l'uno né l'altro poteva dare, né prendere nulla,
in un circolo vizioso. D'altra parte prima di ammettere  che  Bellini - poiché non si potrebbe prendere in considerazione
Bellini - poiché non si potrebbe prendere in considerazione  che  Bellini - gli avesse fornito un impasto più caldo e morbido
un impasto più caldo e morbido bisognerebbe dimostrare  che  a quel tempo avesse già creata la Trasfigurazione di
tempo avesse già creata la Trasfigurazione di Napoli, ciò  che  non è ancora dimostrato.
d’ogni sorta sono invece necessarie alla scultura,  che  si usa dire di modo lombardo. Inarrivabili nel lavorare il
il marmo, ingegnosi nel trovare soggettini garbati,  che  fanno gradevolmente sorridere signori e bottegai, amabili
veramente non mancano le qualità sode, come nel Barzaghi,  che  sa toccare le altezze della nobile e vera scultura; ma nel
Si va diffondendo per tutta Italia. Ai putti lombardi,  che  giuocano col baubau, che fanno le bolle di sapone, che
tutta Italia. Ai putti lombardi, che giuocano col baubau,  che  fanno le bolle di sapone, che cavalcano una scopa, che
che giuocano col baubau, che fanno le bolle di sapone,  che  cavalcano una scopa, che educano uccelli e cani, che
che fanno le bolle di sapone, che cavalcano una scopa,  che  educano uccelli e cani, che leggono, che ricamano, che
che cavalcano una scopa, che educano uccelli e cani,  che  leggono, che ricamano, che fanno la calzetta, che pregano a
una scopa, che educano uccelli e cani, che leggono,  che  ricamano, che fanno la calzetta, che pregano a mani giunte,
che educano uccelli e cani, che leggono, che ricamano,  che  fanno la calzetta, che pregano a mani giunte, che si
e cani, che leggono, che ricamano, che fanno la calzetta,  che  pregano a mani giunte, che si tolgono la camicia, ed alle
ricamano, che fanno la calzetta, che pregano a mani giunte,  che  si tolgono la camicia, ed alle procaci donnette lombarde in
lombarde in iscultura, si vedono insieme: Un fanciullo  che  suona il mandolino, del Franceschi napoletano; Una bambina
Testa+casa+luce anche più  che  in Compenetrazione. Il titolo stesso ci svela che si tratta
anche più che in Compenetrazione. Il titolo stesso ci svela  che  si tratta di addizione più che di sintesi.
Il titolo stesso ci svela che si tratta di addizione più  che  di sintesi.
si spiega quando ci si avvede  che  lo Schmidt lavora d'astrazione e di schemi, poiché quando
più essenzialmente «figurativi» gli basta il fatto  che  il Carstens abbia rotto la tradizione pittoresca del '700 e
ripreso una forma «disegnativa» per credere di poter dire  che  ciò era porsi sulla linea tradizionalmente e tedescamente
di Dürer - e non di Grünewald. Noi siamo lieti  che  con queste parole si venga a riconoscere che Grünewald in
siamo lieti che con queste parole si venga a riconoscere  che  Grünewald in Germania è uno scherzo di natura; ad ogni modo
Germania è uno scherzo di natura; ad ogni modo non crediamo  che  per mettersi in riga con Dürer il metodo migliore fosse
del Carstens di riprendersi allo «zeichnerische» greco,  che  non è precisamente quello di Dürer, Gli è appunto che lo
che non è precisamente quello di Dürer, Gli è appunto  che  lo Schmidt parla di un «disegnativo» astratto, generale,
lo Schmidt parla di un «disegnativo» astratto, generale,  che  non esiste, e noi di uno concreto, che varia tanto come
astratto, generale, che non esiste, e noi di uno concreto,  che  varia tanto come Dürer varia dalla Grecia.
non è un’arte  che  vada innanzi, che guardi al vero, che lo capisca, che lo
non è un’arte che vada innanzi,  che  guardi al vero, che lo capisca, che lo esprima: è un’arte
non è un’arte che vada innanzi, che guardi al vero,  che  lo capisca, che lo esprima: è un’arte che invidia ai
che vada innanzi, che guardi al vero, che lo capisca,  che  lo esprima: è un’arte che invidia ai barocchi le loro
guardi al vero, che lo capisca, che lo esprima: è un’arte  che  invidia ai barocchi le loro incipriate parrucche. È roba da
Heidegger,  che  a due riprese ha studiato questi testi fondamentali, dando
così come è enunciato da Leibniz. Osserva infatti 10  che  si sarebbe tentati di criticare l’assimilazione del
di ragione al principio di causalità, ed eccepisce  che  ogni causa (Ursache) è senza dubbio una specie di
è senza dubbio una specie di fondamento (Grund, ratio), ma  che  non ogni fondamento offre le caratteristiche di una causa,
non ogni fondamento offre le caratteristiche di una causa,  che  abbia cioè per conseguenza un effetto. Ratio e conseguenza
un effetto. Ratio e conseguenza non sono la stessa cosa  che  causa ed effetto («Grund und Folge sind nicht das gleiche
wie Ursache und Wirkung»). Pure, dopo avere affermato  che  tali rilievi sono esatti da un certo punto di vista,
considerazioni, si rischia di precludersi la via a quello  che  il pensiero di Leibniz ha di più caratteristico. Ciò che
che il pensiero di Leibniz ha di più caratteristico. Ciò  che  introduce all’interpretazione duplice che dà Heidegger del
Ciò che introduce all’interpretazione duplice  che  dà Heidegger del principio di ragione, da un lato come
del principio di ragione, da un lato come principio  che  riguarda l’esistente, dall’altro come principio che né
che riguarda l’esistente, dall’altro come principio  che  né l’est del nihil est sine ratione colpisce l’essere.
ratione colpisce l’essere. Donde si giustifica la qualifica  che  ne dava Leibniz, come principium magnum, grande,
riassorbito nell’essere, il principio di causalità,  che  nella sua connessione necessaria di causa ed effetto (per
a chi abbia bisogno di molte stratte per convincersi  che  Velazquez non è che Caravaggio vissuto qualche anno di più;
di molte stratte per convincersi che Velazquez non è  che  Caravaggio vissuto qualche anno di più; per noi basta che
è che Caravaggio vissuto qualche anno di più; per noi basta  che  esistano ancora, nel mondo della pittura, la Cena in Emmaus
la Cena in Emmaus di casa Patrizi e la Madonna del Rosario,  che  vorremmo vedere al Prado piuttosto che, tanto spaesata, a
 che  Antonello si educasse veramente a Roma come vuole il Vasari
educasse veramente a Roma come vuole il Vasari con notizia  che  non presenta caratteri d'impossibilità - forse quando vi
d'impossibilità - forse quando vi lavorava Piero, sia  che  opere di Piero giungessero a Napoli come certo vi giunsero
della scuola e specialmente della bottega d'Antoniazzo, sia  che  il Messinese viaggiasse prima o poi per l'Italia, magari in
queste ipotesi egualmente probabili esse non farebbero  che  confermarci, una volta verificate, che Antonello conobbe lo
esse non farebbero che confermarci, una volta verificate,  che  Antonello conobbe lo stile che si diffondeva nell'Italia
una volta verificate, che Antonello conobbe lo stile  che  si diffondeva nell'Italia centrale fino dagli inizi
 Che  paia 'l giorno pianger che si muore.
paia 'l giorno pianger  che  si muore.
non piglia la sua vera e solenne importanza se non allora  che  si connette all’architettura, diventando o la forma di un
Ghiberti le porte; tutte le statue, tutti i bassorilievi,  che  ornavano gli altri templi di Grecia, che ornano le altre
i bassorilievi, che ornavano gli altri templi di Grecia,  che  ornano le altre chiese del Medio Evo e del Rinascimento in
più bella d’ogni età e d’ogni paese è quella appunto  che  abbraccia la sorella maggiore. Da sè lo scarpello o si
e cristiani, o si compiace di allegorie convenzionali,  che  hanno un senso appunto perchè convenzionali, o si contenta
perchè convenzionali, o si contenta di soggetti semplici,  che  non sono dimolti e che non sono sempre eloquenti. Chi non
o si contenta di soggetti semplici, che non sono dimolti e  che  non sono sempre eloquenti. Chi non sa di storia romana, che
che non sono sempre eloquenti. Chi non sa di storia romana,  che  cosa intende mai nello Spartaco del Vela? L’Arnaldo del
Spartaco del Vela? L’Arnaldo del Tabacchi è egli altro  che  un energumeno per chi non ha letto, non la storia, ma il
chi non ha letto, non la storia, ma il Niccolini? Silvia  che  si rimira in un fonte di marmo lustro, Venere che si
Silvia che si rimira in un fonte di marmo lustro, Venere  che  si contempla in uno specchio di marmo lustro, San Giovanni
in uno specchio di marmo lustro, San Giovanni Battista  che  battezza Gesù con un po’d’acqua di marmo lustro, e i veli
battezza Gesù con un po’d’acqua di marmo lustro, e i veli  che  coprono i lineamenti della Modestia, e le pagine che le
i veli che coprono i lineamenti della Modestia, e le pagine  che  le Lettrici leggono, e quelle che le Scrittrici scrivono, e
Modestia, e le pagine che le Lettrici leggono, e quelle  che  le Scrittrici scrivono, e quelle che le Disegnatrici
leggono, e quelle che le Scrittrici scrivono, e quelle  che  le Disegnatrici disegnano, son roba che sa del trastullo:
scrivono, e quelle che le Disegnatrici disegnano, son roba  che  sa del trastullo: giuochi ingegnosetti dell’arte. Così la
dell’arte. Così la scultura, uscendo dal cerchio  che  le impongono la indole sua e la qualità della materia che
che le impongono la indole sua e la qualità della materia  che  adopera, diventa talvolta oscura, talvolta puerile.
opere  che  escono dalle categorie usuali e sono realizzate con
scoperte della stessa civiltà attuale, propongono un’arte  che  nella variazione è continuamente immersa nel presente,
variazione è continuamente immersa nel presente, un’arte  che  rifiuta la pretesa e usurata assolutezza dell'immagine per
assolutezza dell'immagine per evidenziarne la relatività,  che  abbandona l’evocazione per la concretezza, che distrugge la
relatività, che abbandona l’evocazione per la concretezza,  che  distrugge la forma e la ritrova nel movimento organico.
secondo luogo, Warhol indicava cinicamente  che  il valore di un’opera sta nel suo prezzo, cioè che il
che il valore di un’opera sta nel suo prezzo, cioè  che  il valore estetico di un’opera sta nel fatto che essa
cioè che il valore estetico di un’opera sta nel fatto  che  essa costi. Era la conclusione di quello che si era
sta nel fatto che essa costi. Era la conclusione di quello  che  si era verificato dagli impressionisti fino a Picasso, e
si era verificato dagli impressionisti fino a Picasso, e  che  in van Gogh, sia pure dopo la sua morte, aveva trovato una
un secolo posteriore; ed anche qui erra profondamente, da  che  un quadro del Trecento potrà essere volta a volta giudicato
volta a volta giudicato capolavoro o crosta a seconda  che  sia per l'appunto l'una o l'altra cosa; e parimente nessun
l'appunto l'una o l'altra cosa; e parimente nessun quadro  che  paia un capolavoro del Trecento potrà mai scoprirsi di un
critico come capolavoro... di un secolo dopo. Voglio dire  che  anche in questi casi la verità sta nel giudizio figurativo,
sul Trecento; e che, storicamente, non può legare l'opera  che  a quelle qualità che fiorivano soltanto in un determinato
storicamente, non può legare l'opera che a quelle qualità  che  fiorivano soltanto in un determinato tempo d'arte, che per
che fiorivano soltanto in un determinato tempo d'arte,  che  per avventura cronologica si denomini Trecento.
vorrei  che  si arguisse da quel che ho detto un giudizio d'ignoranza a
vorrei che si arguisse da quel  che  ho detto un giudizio d'ignoranza a carico di questo
di questo scultore. L'ignoranza è quella del falso arcaismo  che  scambia l'ottusità con la verginità mentale ottenuta a
con la verginità mentale ottenuta a fatica, l'ottusità  che  cade al primo contatto inevitabile con realtà artistiche di
inevitabile con realtà artistiche di quart'ordine; ciò  che  avvenne al montanaro Segantini e a tutti questi falsi «
montanaro Segantini e a tutti questi falsi « Naturmenschen»  che  scambiano la tabula rasa dell'istinto bruto con la
di diffusa civiltà figurativa, l'illustrazione molto più  che  l'arte che non vuol essere altro, sia ricca di umori
civiltà figurativa, l'illustrazione molto più che l'arte  che  non vuol essere altro, sia ricca di umori pittorici
essere altro, sia ricca di umori pittorici sostanziali,  che  le permettono di rifrangere ancora con simpatica vividezza
ancora con simpatica vividezza infinite forme vitali da  che  l'arte d'oggi si va sempre più segregando, nella ricerca di
difficile mettere d'accordo le varie opinioni  che  lo Schmidt esprime sul Carstens; ad ogni modo appare chiaro
lo Schmidt esprime sul Carstens; ad ogni modo appare chiaro  che  non si può trattare che di una sopravalutazione
ad ogni modo appare chiaro che non si può trattare  che  di una sopravalutazione inaccettabile.
così, in realtà, con un tono decadentista  che  avrebbe potuto apprezzare il suo nemico letterario e
il suo nemico letterario e mondano Gabriele d'Annunzio,  che  inizia il prologo del manifesto pubblicato da Marinetti sul
samedi 20 février 1909 a Parigi. La formidabile pagina  che  poi cantava la voglia di pericolo, d’energia e di temerità,
d’energia e di temerità, l’entusiasmo per la guerra  che  nessuno ancora poteva immaginare così vicina e terribile,
così vicina e terribile, la passione per tutto ciò  che  noi oggi consideriamo ferraglia da archiviare,
ferraglia da archiviare, l’eccitazione per i rumori  che  nel mondo attuale consideriamo intollerabili, iniziava con
iniziava con un sapore di serate fra adolescenti poeti  che  sarebbe sicuramente piaciuto a Mallarmé se non fosse che
che sarebbe sicuramente piaciuto a Mallarmé se non fosse  che  era già morto da dieci anni. Filippo Tommaso Marinetti
conchiudendo  che  non fa nostro intendimento il chiamare a rassegna tutti
fa nostro intendimento il chiamare a rassegna tutti coloro  che  la Scultura professando meritarono elogio, ma che abbiamo
coloro che la Scultura professando meritarono elogio, ma  che  abbiamo voluto rammentare di volo quelli artisti che in
ma che abbiamo voluto rammentare di volo quelli artisti  che  in diversa epoche dall’ultimo risorgimento fino a noi,
con le opere addimostrato di tenere in istima quei precetti  che  derivano dalle classiche fonti degli antichi; ciò ad
animati da buon volere, ed a confusione e scorno di quelli  che  pretendessero deviare le belle arti dallo scopo cui furono
ha a  che  fare, questa volta, con un giardino così artificiale, con
così artificiale, con fiori di serra così intellettuale,  che  veramente si pensa occorra un'iniziazione pacata ad ogni
solingo fra quelle rarissime ajole. Vogliamo dire  che  nel caso dell'arte la diffusione alla buona di ciò che
dire che nel caso dell'arte la diffusione alla buona di ciò  che  vorrebbe essere cultura artistica non può essere che più
di ciò che vorrebbe essere cultura artistica non può essere  che  più difficile e stenta. Un interesse così appartato non può
e stenta. Un interesse così appartato non può esser posto  che  a proprio scapito fra il «bel pan.», la camera d'albergo, e
analizzi a fondo la sua opera — non solo i poco più  che  cento dipinti ad olio ma altresì le molte migliaia di
le molte migliaia di tempere, disegni, guazzi, incisioni,  che  li precedono e li accompagnano —, si avvede tosto che il
che li precedono e li accompagnano —, si avvede tosto  che  il lato informale non è che un complemento di quello
accompagnano —, si avvede tosto che il lato informale non è  che  un complemento di quello segnico; che Wols, anche dove ha
lato informale non è che un complemento di quello segnico;  che  Wols, anche dove ha distrutto la forma, rimane il creatore
rimane il creatore d'un’arte formativa. Ed è per questo  che  ho preferito parlare di Wols in questo primo capitolo
capitolo dedicato all’arte segnica, anziché in quello,  che  di solito gli compete, dell’informale; appunto perché
l'informale còme un'estrema degenerazione dell’astrattismo  che  ha abbandonato ogni volontà compositiva, ed è giunto
poi  che  siamo ormai fermamente convinti che l'arte del Rinascimento
poi che siamo ormai fermamente convinti  che  l'arte del Rinascimento maturo è riboccante di falsità e di
maturo è riboccante di falsità e di meschinità è certo  che  un conflitto vi fu. Quale?
 Che  cosa c'è ormai di statico in questo incesso faticosamente
sbandante, salvo l'archipenzolo innocuo sul mento,  che  vuol darci inutilmente un asse verticale che il moto
sul mento, che vuol darci inutilmente un asse verticale  che  il moto inevitabilmente attorse? salvo la superfice del
attorse? salvo la superfice del piano inclinato  che  la ruga alla flessione del braccio sciò nell'aria? Inutile
Si suppone troppo spesso  che  l’opera d’arte continuerà a svilupparsi attraverso un
la designazione del soggetto delle sue proposizioni e  che  riposerà allo stesso tempo su un medium e in un contesto
un contesto funzionalmente "determinato.” Questo significa  che  gli aspetti formali della funzione proposizionale
proposizionale diventano sempre più varie. Gli argomenti  che  avanziamo qui sono che la meta-struttura di questa
sempre più varie. Gli argomenti che avanziamo qui sono  che  la meta-struttura di questa proposizione, il suo
la sua modalità possono essere trasformati o, solamente,  che  si possono sostituire proposizioni specifiche con regole
sostituire proposizioni specifiche con regole formative  che  fissino un metodo di azione.
infine io non sono certo  che  rappresentare la luce solidificata sia ancora superarne la
realistica, poiché essa in determinate situazioni -  che  sono appunto quelle scelte da Boccioni - ci appare bene
Il senso lirico della luce si basa, io credo, sull'effetto  che  la luce produce sulla forma. Come Cézanne diceva d'essersi
sulla forma. Come Cézanne diceva d'essersi infine accorto  che  la luce non si poteva rappresentare altrimenti che con del
accorto che la luce non si poteva rappresentare altrimenti  che  con del colore, un grande luminista direbbe, credo, ch'essa
direbbe, credo, ch'essa non si può rappresentare altrimenti  che  con della forma. E d'altra parte per lo stesso Cézanne la
ben assumere questo secondo significato poiché sappiamo  che  per lui forma e tono erano una sola cosa.
nell'ordinato paradiso duccesco un procedimento di stile  che  non era più possibile ignorare: il linealismo gotico».
possibile ignorare: il linealismo gotico». Allora diremo  che  quello che non sarebbe più possibile e decente ignorare si
ignorare: il linealismo gotico». Allora diremo che quello  che  non sarebbe più possibile e decente ignorare si è che il
che non sarebbe più possibile e decente ignorare si è  che  il linearismo «gotico» è una fiaba bella e buona dacché era
fiaba bella e buona dacché era già in Duccio e non venne  che  dolcificato, ritmato ad onde maggiori, a echi più larghi e
gentile linea ellenistica tramandata da Bisanzio in Italia  che  Duccio per primo ravviva e che Simone agita più
da Bisanzio in Italia che Duccio per primo ravviva e  che  Simone agita più ventilatamente?
come si spiega, se quegli affreschi sono del 1519 ed oltre,  che  nel 1517, un grande pittore cremonese frescasse di fronte
alcune scene e fra l'altre una Strage degli Innocenti  che  attuava, due anni prima, gli stessi principi di moto, di
principi di moto, di scapigliatura, di verve e di tratto  che  due anni dopo Romanino doveva riprendere? Si risponderà
dopo Romanino doveva riprendere? Si risponderà agevolmente  che  sapendosi l'autore di quegli affreschi essere
l'autore di quegli affreschi essere quell'Altobello Melone  che  l'anonimo Morelliano afferma «discipulo de Armanin» non
Morelliano afferma «discipulo de Armanin» non resta  che  da ammettere che Altobello abbia semplicemente praticato
afferma «discipulo de Armanin» non resta che da ammettere  che  Altobello abbia semplicemente praticato certe tendenze già
dunque una vera ragione in quel procedimento elementare  che  si limitava al rifacimento puro e semplice delle vetrine di
di Hans St. Lerche. Erano esercizi cromatici preliminari  che  se anche si appoggiavano troppo brutalmente di peso sulla
del modello erano, frattanto, esercizi. Voglio dire  che  come Manet giovine copiava Tiziano invece che natura, e
Voglio dire che come Manet giovine copiava Tiziano invece  che  natura, e Derain Ghirlandajo invece che natura, è
Tiziano invece che natura, e Derain Ghirlandajo invece  che  natura, è altrettanto legittimo che Cavaglieri copii a suo
Ghirlandajo invece che natura, è altrettanto legittimo  che  Cavaglieri copii a suo libito maioliche e tappeti che sono
che Cavaglieri copii a suo libito maioliche e tappeti  che  sono anch'essi oggetti d'arte come un quadro di Tiziano o
tra arte e scienza. Ho scritto una partitura in cui affermo  che  arte è uguale a uomo che è uguale a creatività che è uguale
una partitura in cui affermo che arte è uguale a uomo  che  è uguale a creatività che è uguale a scienza. Non ammetto
affermo che arte è uguale a uomo che è uguale a creatività  che  è uguale a scienza. Non ammetto che il concetto di arte sia
è uguale a creatività che è uguale a scienza. Non ammetto  che  il concetto di arte sia una negazione del concetto di
di arte sia una negazione del concetto di scienza, ma dico  che  lo contiene. Il giorno in cui gli artisti — e con questo
dell’arte, intesa appunto come creatività, capiranno  che  arte e scienza hanno gli stessi obiettivi. È per questo che
che arte e scienza hanno gli stessi obiettivi. È per questo  che  io affermo: la rivoluzione siamo noi.
a tutti gli uomini di scienza del mondo, consapevoli  che  l’arte è una necessità vitale della specie, che orientino
consapevoli che l’arte è una necessità vitale della specie,  che  orientino una parte delle loro ricerche verso la scoperta
di questa sostanza luminosa e plasmabile e degli strumenti  che  produrranno suoni, che permettano lo sviluppo dell’arte
e plasmabile e degli strumenti che produrranno suoni,  che  permettano lo sviluppo dell’arte tetradimensionale.
la critica non rattrappisca l’arte bisogna  che  sia liberale, liberale in tutti i sensi, e di manica larga.
e di manica larga. Manco male il dire, come il villano,  che  è bello quel che piace, piuttosto che l’andare misurando e
Manco male il dire, come il villano, che è bello quel  che  piace, piuttosto che l’andare misurando e pesando
come il villano, che è bello quel che piace, piuttosto  che  l’andare misurando e pesando sottilmente di tutte quante le
in compagnia di San Pietro; ha come attributi la spada,  che  si riferisce al martirio ma anche al fatto che prima della
la spada, che si riferisce al martirio ma anche al fatto  che  prima della conversione era un soldato romano, e un libro,
prima della conversione era un soldato romano, e un libro,  che  si riferisce al fatto che è l’autore delle Epistole.
un soldato romano, e un libro, che si riferisce al fatto  che  è l’autore delle Epistole.
lo si sente affermare a proposito del Palazzo Comunale,  che  «le costruzioni romaniche, non sottostavano, in fondo, che
che «le costruzioni romaniche, non sottostavano, in fondo,  che  a un solo e primitivo elemento formale, la squadratura
coloristiche e chiaroscurali». A noi basta affermare  che  i romanici non ebbero alcuna preoccupazione «estetica» di
preoccupazione «estetica» di squadratura «geometrica» ossia  che  la squadratura «geometrica» non costituì mai un elemento
mai un elemento «formale» delle loro costruzioni, e  che  possedettero invece in grado eminentissimo tutte le
tutte le raffinatezze cromatiche e luministiche  che  si possano pretendere dai più moderni. Che dire, altronde,
e luministiche che si possano pretendere dai più moderni.  Che  dire, altronde, del palazzo e della torre, che «logicamente
più moderni. Che dire, altronde, del palazzo e della torre,  che  «logicamente erano avviati ad assumere due andamenti
al Dami la storiella, medievale di certo, la quale narra  che  le torri altissime si costruivano per comodità coricate per
per le terre, eppoi si sollevavano; per dimostrargli  che  anche per esse si partiva da.una concezione statica; o, sul
da.una concezione statica; o, sul serio, per avvertirlo  che  i principii di statica e di dinamica in arte figurativa,
in arte figurativa, proprio, non spiegano nulla, e meno  che  nulla.
 che  più tosto giova notare nel Pater è un senso teoretico assai
giova notare nel Pater è un senso teoretico assai vigile  che  permea il suo pensiero più vitalmente di quel che l'autore
vigile che permea il suo pensiero più vitalmente di quel  che  l'autore stesso non creda o mostri di credere.
non comprende infatti  che  in Boccioni che, mi piace affermarlo, è essenzialmente un
disegnatore anche nella scultura, i disegni non possono  che  condurci più addentro nell'interpretazione della sua
un parallelo già indicato da Giambattista Vico, avvertiamo  che  come i corpi anche i secoli invecchiano, e vediamo che
che come i corpi anche i secoli invecchiano, e vediamo  che  tutto si è fermato. Alcuni artisti continuano a fare con
artisti continuano a fare con altrettanta qualità quello  che  hanno fatto in anni pur lontani e migliori: hanno
straordinaria, interminabile, sconfinata come un fiume  che  non ha argini fisici né cronologici; e non soffrono di
il grande López García, sentono la tradizione come un peso  che  paralizza. Per i primi, la tradizione è una fonte che non
peso che paralizza. Per i primi, la tradizione è una fonte  che  non si esaurisce, una sorgente profonda cui continuamente
cui continuamente attingere; gli altri, invece, gli artisti  che  ritornano su se stessi, spegnendosi o come per tanti anni
 che  d’una contrapposizione o duna identificazione tra storia
in italiano i due vocaboli non esistono - tra una dottrina  che  studia i problemi artistici e una che studia quelli
- tra una dottrina che studia i problemi artistici e una  che  studia quelli filosofici. Il che significherebbe togliere
i problemi artistici e una che studia quelli filosofici. Il  che  significherebbe togliere dall’esame dei due settori il
dei due settori il fattore storico che, per varie ragioni  che  in seguito vedremo, spesso è più che altro d’impaccio. In
che, per varie ragioni che in seguito vedremo, spesso è più  che  altro d’impaccio. In effetti: dire «storia», significa
d’eventi - siano essi pure eventi filosofici ed estetici -  che  non è comunque reversibile, che segue un filo logico legato
filosofici ed estetici - che non è comunque reversibile,  che  segue un filo logico legato indissolubilmente ad una