SCURPIDDU
soltanto il mantenimento e i vestiti, ma anche venti lire all'anno, che Scurpiddu metteva da parte pel tempo in cui sarebbe andato a fare il soldato, sua
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accosto, che aveva bisogno di una chioccia, e giorni addietro era venuta a chiedergliela: - Avreste, per caso, una tacchina chioccia, massaia? Giusto
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Una notte Scurpiddu era stato destato da un confuso rumore che veniva dal pollaio accanto; strilli, sbatter di ali di polli e tacchini, quasi colà
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Certe volte però Scurpiddu era triste, mùtolo; appena appena badava a Paola che lo seguiva con larghe volate lungo la strada, mentre egli conduceva i
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Dietro le colline dell'Arcura, di là del Benefizio, già si diffondeva il chiarore della luna piena che stava per sorgere. La serata era calma, il
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. - Malannaggia chi dà colpi di falce! Scurpiddu quasi piangeva. Immaginava che avrebbe di nuovo trovato colà il Giudice istruttore. Costui aveva voluto
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, mostrandogli Mommo, le aveva detto: - Ecco una anima del Purgatorio che il figliuolo ci manda di lassù! - un po' anche perchè Scurpiddu era sempre
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A furia di sentirsi dire: E se ti ammazzavano? Scurpiddu concepiva ora la paura che avrebbe dovuto aver in quel momento; e non valevano a
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- Dove volete andare, poveretta? A Mineo non avete casa. O che siamo turchi, senza carità? Darete una mano nelle faccende, quando potrete. La massaia
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giorni, e aveva preparato ogni cosa. Con le fibre delle foglie secche di fichi d'India, che sembravano finissima opera di traforo, aveva combinato la
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- Ora che Scurpiddu è proprietario non guarda in viso a nessuno! Il Soldato si divertiva a farlo arrabbiare dicendogli così con aria di canzonatura
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bianca camicia che aveva indossato una domenica, prima che arrivasse Don Pietro, il prete, per dir la messa nella chiesuola della masseria. Massaro Turi
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Massaio Turi aveva incontrato il ragazzo una sera nel punto dove finisce, sul ciglione della Arcura, la scorciatoia che dal mulino di Catalfàro
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Ora erano due ad aspettarlo davanti al cancello di legno del pollaio: la sua mamma e la massaia. La mamma, vedendolo turbare di mano in mano che i
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Col cencetto nero del lutto che la massaia gli aveva messo attorno al collo della camicia, con lo sbalordimento che gli si leggeva ancora negli occhi
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, domani al Benefizio, un altro giorno ai Saraceni o a Bardella. Nelle ore meridiane, li radunava all'ombra di un annoso ulivo, o di un gelso bianco che
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bovaro che, spartito il fieno ai bovi, si accingeva a spazzare l'agghiaccio, - Mattiniero! - gli disse il vecchio, - Su, dammi una mano, Scurpiddu