Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

245478
Grazia Deledda 34 occorrenze
  • 1919
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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n'era andato. Perchè non voleva ch'io facessi il mio dovere, che era anche il mio piacere? Era una cosa tanto semplice, il farlo! Anche se io non

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lo costringo a voltarsi, a vedermi. Gli stavo così addosso ch'egli sulle prime credette che l'avessi fatto per sbadataggine. Ma io lo abbracciai

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. La vita si spalancava davanti a me luminosa. L'istinto non m'ingannava, circa Tobia: sentivo ch'egli mi dava i denari a usura, con la sicurezza di

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accertandosi ch'ero proprio io, e che il mio aspetto non era del tutto rassicurante, mi guardò diffidente, poi si avvicinò a me esitando, e come io

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loro gambe con furia bonaria e pare solo un po' annoiata della loro lieve resistenza e della libertà ch'essi si prendono di scherzare con lei. La

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tristezza e del cortiletto coperchiato dalla lastra vitrea del cielo crepuscolare. Sentivo ch'ella doveva sapere qualche cosa del mio debito e se ne

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sulla panca accanto al tavolino ch'era l'unico mobile del casotto, lo vedevo levarsi la maglia bagnata, tirandosela sulla testa come una pelle che si

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Mi ricondusse a casa e si mise a discorrere con la zia: l'aspetto tranquillo di lei mi assicurava ch'egli non le diceva nulla del mio triste

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ch'è ferito? - domandò con voce sorda: e quando vide il vestitino insanguinato spalancò gli occhi, e le sue pupille si fecero grandi come per un dolore

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cosa pareva finita lì, quando sul tardi, nel tornarmene a casa, m'accorsi ch'egli mi seguiva. Aveva la fiocina, il cestino e la rete, come quella

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d'altronde la zia pareva contenta ch'io facessi così. Non era certo lei a incoraggiarmi ad uscire e a mantenere le mie relazioni! Dopo quel tentativo di

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' discosto dalla tavola, come fosse anche lui un invitato, ma un invitato per forza. Infatti mi accorsi, dopo, ch'egli usava mangiare in cucina, quando il

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amica. La zia preparava la colazione: nel vedere che io mi indugiavo a casa mi rivolse qualche sguardo inquieto. Io avevo il dubbio ch'ella sapesse

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il nano le aveva rivelato la mia colpa: ma c'era meno sorpresa nei suoi occhi, adesso: ebbi I'impressione ch'ella, fosse preparata a ricevere da me i

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come Ii avevo sciupati? Sapeva tutto, o non voleva saper niente? Perchè voleva proteggermi? No, io non volevo la sua protezione: ch'ella mi desse da

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gita al paese vicino; non era per visitare i parenti ch'egli andava, ma per conferire col nano; forse per dargli la mia risposta affermativa. Mi alzai

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per un rigido sentimento di dovere, di sacrifizio, poi perchè mi pareva ch'ella si abbandonasse al suo male con un nascosto desiderio di morte. In

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paura. Sentivo ch'ella si accorgeva di tutto e non voleva parlare per lasciarmi arbitro delle mie azioni: o era un'illusione anche questa? Ad ogni modo

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più muovere per riguardo suo: o almeno alla superficie la incolpavo di questo, mentre veramente desideravo ch'ella morisse per restar solo nella casa e

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dispetto dei miei creditori nel vedersi derubati della bimba, - ch'essi avevano già adottato con tutti i mezzi legali. Mi veniva da ridere. Adesso

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lettuccio, nella sua cameretta bianca e umida come una tomba. Tornai di là, contento ch'ella non mi avesse chiesto nulla della mia gita: così ero sempre a

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d'una vela e mi spingesse. Ma dove, dove andavo? In casa del dottore no, non volevo più andare: e non più per paura, ma perchè sentivo ch'era inutile

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la zia morì: aveva pagato il mio debito e mi lasciava erede del terreno, della sua casa e di un fascio di titoli di rendita ch'erano depositati

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ieri ch'egli mosse i primi passi. Eravamo lì, nella stanza da pranzo; già da qualche giorno egli si attaccava a tutti i mobili e rideva, rideva, come

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guerra; tutti venivano per vedere il bambino, perchè s'era sparsa la voce ch'egli operava miracoli: guariva gl'infermi, sapeva dire dov'erano i soldati

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facile; la stessa vita monotona che conduceva, in quella specie di fortezza ch'era la sua casa, glielo conciliava. Così, quella mattina, sebbene avesse

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Davide, intanto, e il brigadiere, erano andati via: il dottore invece, ritornato presso Bona, reclamava la tazza di caffè ch'ella un tempo ad ogni

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del cavallo ad andare avanti, e, in fondo, ricorda ch'egli è un uomo celebrato in tutti quei dintorni per la sua scrupolosità di coscienza e per la

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occhi: ma Elisabetta sbagliava dicendo ch'erano simili ai suoi: erano gli occhi del suo Elis bambino.

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bambino doveva dirle appena si sarebbero trovati soli. Ondate di un turbamento ch'era fatto ancora di dolore ardente ma anche di amore, la investivano

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Sordomuti, dove, essendo nel frattempo morto anche mio padre, in vista dell'eredità ch'egli mi lasciò - un terreno incolto, - m'insegnarono un po' di

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misi sul quadrato di luce sull'erba, in modo ch'ella potesse vedermi: ella restava immobile. Allora mi slanciai fin sotto la sua finestra, con

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silenzio. Dio mi perdoni, ma credo ch'ella mi preferisse e mi mantenesse più che per pietà perchè non parlavo: perchè me ne stavo nel cortiletto e

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un vestito nuovo di tela ch'ella mi aveva fatto fare per l'estate: mi vidi grande e grosso più del solito, col viso grasso e colorito, le mani bianche

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