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Il romanzo della bambola

222202
Contessa Lara 24 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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riflessi rossastri, ch'erano, a dir il vero, la più grande bellezza della bimba; poi un ventaglio di velo color di rosa tutto lustrini d'acciaio, che

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topi, impauriti, fuggivano. Alla Giulia, ch'era una personcina pulita, rincresceva soltanto che non ci fosse nessuno per lavarle la faccia e per

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, per la Giulia, il sentire ch'ella non si trovava completamente sola al mondo, era pure una gran dolce cosa; e il cuore, povero cuore nascosto nella

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protetta! Orlando, allora, prese a dire enfaticamente, nel solito linguaggio rimato a ottave, ch'era il suo:

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hai lì? - chiese la voce, ch'era d'una donna. - Che ci ho? Niente - rispose un'altra voce, ch'era dello spazzaturaio. - Vedo luccicare! - (Luccicava il

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la gloria - rumore sempre vano - che lo aveva accompagnato. Adesso, certo, erano presso a cambiar vita l'uno e l'altra; e peggio di quel ch'era loro

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- rispose semplicemente il babbo; e soggiunse, rivolto alla moglie: - È stata buona, dimmi, nel tempo ch'io ero lontano? La signora de' Rivani si

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manciatella di farina sciolta nell'acqua, aveva riattaccato la carta argentata di certe sbucciature ch'erano altrettanti sfregi alla corazza di quel

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bravo Orlando, ch'ella gli voleva del bene perch'egli era buono, di sensi generosi, piacevole di carattere; e che sempre glie lo avrebbe voluto, persuasa

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era poca, si sentiva lusingare da tutti quei complimenti! Gli era dunque vero ch'era bella! Gli era vero ch'era una principessa! E le tornavano in

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dottore, che prescrisse alla piccola malata parecchie medicine e una dieta assoluta. Dichiarò ch'erano proprio stati i troppi dolci causa di quel

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anche a lei un cavallino ch'ella potesse, col tempo, ammaestrare come quello dell'americana. Figurarsi, dunque, se seppe resistere e starsene quieta

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poco, perchè a lui erano serbate più carezze, e prodigate maggiori premure. Quando la Marietta lo vide, dichiarò ch'esso era anche più bellino di

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più atroci, forse chi sa? l'ora della morte, s'egli era destinato ch'ella dovesse morire così, senza più rivedere il sole. Il topo si avanzò nell'ombra

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persuasa, a forza di sentirlo ripetere, ch'ella non meritava niente e che qualunque cosa era troppo per lei. Macchinalmente seguiva con gli occhi la

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più per dolore che per paura. Qualche volta ch'ella s'era arrischiata a mettere una parola di pace in quei tristi discorsi, era stato peggio: la

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una pantomima, dove a Pulcinella, ladro, secondo il solito, toccava un fracco di legnate, ch'egli si meritava; e più in là dei Beduini a cavallo, co

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soldo I'una. Camilla scelse la più bella: un bocciòlo appena schiuso, ch'esalava un profumo delizioso; poi salì a due a due i gradini di casa, col

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rumore, perchè aveva bisogno d'udire una dolce parola. - T'amo! - disse la Giulia. E lo disse con tale accento d'amore da credere ch'ella fosse

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, ch'era un'ottima madre di famiglia e adorava i suoi quattro figliuoletti, rimase rattristata da quelle parole, e soggiunse: - Io, vede, se avessi una

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' Rivani. Accostò alla bocca della morticina, Liberata avea trovata la Giulia, ch'ella raccolse dicendo: - Ah, povera Giulia! - senza sapere quanto

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uno sente; desiderar di parlare e dover stare in silenzio sempre... Quando sarebbe tornata Camilla? Mai! le diceva tutto quello ch'era intorno: il

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male, abiti troppo larghi e lunghi per lui, salvo i calzoni, ch'erano miseri, stremenziti; un cappellaccio unto, bisunto alle falde, gli si affondava

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questa bambina! - pensava ella con malinconica soddisfazione. Perchè bisogna sapere ch'era accaduto un fatto curioso. Rachele, nel vestir la bambola, visto

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