Detta e il Doge, ch’entra dalla destra leggendo un foglio.
fetido, e da conseguenti sintomi nervosi ch'essa produce sull'organismo umano, quando vi si rimane esposti per qualche tempo. Su questo fenomeno, che
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proprietari di Roma al diritto comune, senza che neppure si veda quale sarà il piano regolatore ch'è l'oggetto della legge. Ma, signori, è agevole concepire
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e cenci. Sai, una macchia d'Oriente, un Canaletto, un Guardi vivo da starvi volentieri due mesi all'anno, non però con la vecchia contessa ch'è un
pretore da C... E cosa fa quel benedetto uomo? Sa ch'è anche organista quel pretore lì? Capace, se v'è per caso una funzione in chiesa, di non venire ad
voce triste e tranquilla: "E Lei, crede Lei che se vi fosse una macchia sulla memoria più sacra ch'io m'abbia, sarei rimasto qui a farne
ch'egli non ne indovinasse la causa. Quel conscio silen zio serviva pure, in qualche modo, di occulto legame tra loro; essendo quasi un accordo ignoto a
del conte: tenne fermo freddamente contro le osservazioni, sempre più acri ch'egli le venne facendo e che troncò, a grande sorpresa di lei, con un
d'informare Loro signori, che, a mio avviso, il conte d'Ormengo è stato..." Prima ch'egli compiesse la frase la contessa Fosca lasciò cadere il ventaglio
fronte al letto. Vide appena un viso pallido, due occhi spenti. Pensò che pareva già morto e ch'era stato così pallido altre volte dopo un'ebbrezza
ch'egli fosse il suo corrispondente anonimo portato a lei da un destino, e la passione, sì, la benedetta passione sorda , muta, lenta, prepotente
Silla, ch'era sdraiato sull'erba, balzò a sedere e contò le ore. Dieci e mezzo. Trasse l'orologio, lo guardò al fioco lume delle stelle. Dieci e
moderne; io credo che è molto bene per l'uomo di ripassare ogni tanto le lezioni e i precetti ch'egli ha avuto, direttamente o indirettamente, dalla
di stima." "Di stima sì. Non domando servigi a persone che non stimo, e sono sicura ch'Ella mi renderà questo malgrado i Suoi risentimenti. Non mi ha
"Mirellina" ch'era partita dal teatro perché il suo amante v'era comparso con una signorina di ventura. Si parlava molto ma evitando ogni espressione troppo
bastone in terra. "Oh, che cieco!" diss'egli. "Che stupido sono stato! Non aver capito niente! Non aver sospettato di niente! Credete ch'ell'avesse
dolcezza della tepida stalla, il secondo a un certo vino di certa rubiconda ostessa, buon vino, spumante di risate e di f ranchi amori; e colui ch'era
sala da pranzo. Chi aveva portato quegli ospiti al Palazzo era stato il solitario fiumicello ch'esce dal lago a ponente, fra i pioppi. Alcuni capitalisti
aveva tocco la bellezza quieta e intelligente di Edith, il suo contegno così diverso da quello delle ragazze troppo timide o troppo ardite ch'egli
cavaliere un salto fantastico. "Cosa fa?" disse il conte. Quegli si batté la fronte, ritirò il pezzo e disse ch'era ottuso per il gran caldo, ch'era
medesima, pure disprezzando, come puerile e falsa, la teoria dell'insegnamento morale diretto. Teneva ch'esatte cifre misuratrici del valore morale
suo bastone, al soprabito, al cappello. "L'ho proprio detto alla mamma ch'era un abusare..." "Sì, me l'ha detto e io gli ho risposto: Abusiamo
ch'era ormai interamente sicuro di piacere a Marina, poiché ella si trovava male in casa dello zio. Quanto al figlio, non valeva la pena di occuparsene
per telegrafo. "Signora no, per quel signore là non l'hanno mica fatto battere il telegrafo" disse dietro a lei Marta ch'era venuta a portare un
magon. È una bellezza." La contessa lo guardava con tanto d'occhi. "Che tomo ch'el xe!" diss'ella al signore attempato, mentre il frate si sbrigava
mai venuto in mente che volesse ammazzar quell'altro." "Non avrà saputo bene la storia. Sì che si voleva ammazzare quella lì! Dicono ch'è giù nel
affetto che Emilio solo possedeva. L'intreccio poi era una disperazione, una matassa arruffata donde non usciva alcun filo buono. Fu allora ch'io ti
troppo toccò a me il tristo ufficio di richiamarla alla triste realtà. Un giorno ch'io mi recavo al Fontanile la incontrai per istrada: dapprima parve
trovare Aminta in vivace colloquio con Mansueta. M'accorsi ch'io non dovevo essere del tutto estraneo ai loro discorsi, perchè entrambi si volsero con
, che mi affretto a presentarvi (cosa che avrei dovuto far prima), come il torrente più realista ed indocile alla moralità idrografica ch'io mi conosca
cima di queste righe. Senza ch'egli ripudii gli altri suoi figli, è naturale che questi due sieno i prediletti del poeta. Guardate il sorriso
Quando rientrai cominciava ad imbrunire. Il curato stava seduto nell'orto, appoggiato al muricciolo, guardava verso la valle. Pensai ch'egli fosse
Erano le riflessioni ch'io facevo fra me tornando dalla Testa Grigia dove avevo voluto arrampicarmi un'ultima volta. E la conclusione fu ch'io avrei
, si avvicinò, mi stese la mano, ch'io strinsi e mi disse: - Un amico di città? Ma, scusi sa, come può essere, se don Luigi, da vent'anni non si è mosso
l'incomoda scaletta di legno. Appena entrammo nella camera, prima ancora ch'egli avesse aperto bocca, il signor De Boni, a cui l'inserviente aveva
Mi rivolsi al suono dei suoi passi, mi rizzai, e gli mossi incontro. Egli si fermò, mi stese ambe le mani, e, prima ch'io trovassi una parola, mi
un'ingiuria tanto atroce ch'io potessi aver diritto di offendermi. Eppoi non ci tenevo punto alla stima del sindaco: e non ero curioso di sapere ciò che
di sera, Baccio partì, tutto orgoglioso del bastone col corno di camoscio, ch'io gli avevo prestato di gran cuore, sapendo di fargli un segnalato
forse l'ultima volta ch'io vengo quassù, mormorò; - oh i decreti di Dio colpiscono giusto .... Cominciammo a scendere la china in silenzio. Don Luigi
violenza, sclamò con una adorabile tenerezza. - Scandagliatelo voi per bene, disse poi, senza ch'egli s'avveda e sospetti che voi lo facciate per mio
curato. In tal caso si trattava di qualche intingolo manipolato dalle sue mani e ch'egli assaggiava cogli occhi commossi, prima che colla bocca. - A lei
così precipitosamente la casa De Emma. Tuttociò ch'io seppi da lei fu ch'ella non voleva essere di peso a quei signori, di cui però parlava di rado ma
cui sbucava una lunga processione davanti a cui s'alzava pencolando ora a destra ora a mancina, un sottile crocifisso abbrunato. - Converrà ch'io ci
maggior sacrificio; ma ambiva di farle la carità delle sue veglie senza ch'Ella sapesse che cosa costassero al suo sacerdote. Come aveva diviso in due
specchiato il bel viso dell'uomo che vi leggeva il paradiso attraverso le rose, e giurai a me stesso che era impossibile ch'egli fosse un nemico della
, - il santo era forse riuscito a respingerla, ma non senza fatica, - lo mostrava quella curiosità ch'io aveva potuto ravvivare disotto alla cenere degli
dicendo: Fortezza, fortezza: è la prima qualità ch'io stimo negli uomini. La messa era arrivata al Domine non sum dignus L'organista infrenava i suoi
interlocutore, in quanto tempo avrei potuto raggiungere un vicino villaggio, di cui dovetti ripetere più volte il nome ch'ei non conosceva che in
Opera naturale ò ch' uom favella; Ma così e così, natura lascia Poi fare a voi, secondo che v'abbella. (DANTE, Par. XXIV, l30.) Di questa licenza
lastrico della grande città con un grosso manoscritto in tasca. Che gli volevano far credere ch'erano nemiche irreconciliabili, se vivono tanto bene