senza costanza tutto va male, e non s'arriva a far nulla. | Cecco | per pochi quattrini comperò cinque ettari di terra così |
Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene -
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prosciugò lo stagno, e lo ridusse a prato sanissimo. Quando | Cecco | pose mano ai lavori, la gente rideva di lui, come d'un |
Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene -
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cose impossibili, che spendeva inutilmente la fatica. Ma | Cecco | non si diè per inteso delle ciarle e dei motteggi altrui; |
Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene -
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l'opera sua, finchè gli riuscì, come l'aveva divisata. Ora | Cecco | raccoglie il premio della sua perseveranza. Dal frutteto |
Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene -
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paesi Roberto Piumini Narco degli Alidosi Illustrazioni di | Cecco | Mariniello |
Narco degli Alidosi -
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ORTO Dl | CECCO | L'orto di Cecco è tra i più belli del vicinato. Le piogge |
I miei amici di Villa Castelli -
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ORTO Dl CECCO L'orto di | Cecco | è tra i più belli del vicinato. Le piogge hanno giovato |
I miei amici di Villa Castelli -
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toccherà a fare il soldato?" "Io non ci ho colpa", rispose | Cecco | stringendosi nelle spalle. "E fuori del carretto a quattro |
STORIE ALLEGRE -
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alla porta, Gigino disse a Cecco: "Mena fuori il matto!" | Cecco | ubbidì. Quando Gigino ebbe visto l'animale, disse |
STORIE ALLEGRE -
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io, senza una sedia, non posso montare a cavallo." | Cecco | portò una seggiolaccia tutta sgangherata: Gigino vi si |
STORIE ALLEGRE -
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stella nuova”. Gli stessi argomenti ispirano il Dialogo de | Cecco | di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la stella nuova, |
Storia sentimentale dell'astronomia -
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a un Galileo che si nasconde sotto il nome dell’inesistente | Cecco | di Ronchitti. Il testo, in dialetto padovano, fu |
Storia sentimentale dell'astronomia -
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ad attribuire a Michelangelo non solo il monumento a | Cecco | Bracci all'Aracoeli, ma a suoi disegni la Cappella Sforza |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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a un certo punto, non potendone più, ella prese da parte | Cecco | e gli disse: - Credo che il nostro bimbo nascerà stanotte, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ma stai zitto, perché non voglio disturbare nessuno. | Cecco | uscì infatti, ed ella salì in camera sua. Quando il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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spasimava. Però, prima che l'alba diradasse le tenebre, | Cecco | le presentava un bel maschietto che ella baciava con |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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a uno, rimasero meravigliati vedendo un bimbo di più, che | Cecco | presentava a tutti dicendo: - Baciatelo, è il nostro Gesù |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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La Regina lo aveva veduto prima di ogni altro, perché | Cecco | glielo aveva portato sul letto, ed ella aveva confuso in un |
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trattare da parenti. Ebbene, propongo, come nipote di | Cecco | e di Vezzosa e come cugino del bimbo nato stanotte, che |
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Tonio, il capoccia, la sua moglie Betta, e i due ragazzi | Cecco | e Formicola , quest'ultimo chiamato così, perché (come già |
STORIE ALLEGRE -
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... Mi vuoi dare un fiammifero acceso?" "Volentieri." | Cecco | accese un fiammifero di legno e lo presentò al padroncino; |
STORIE ALLEGRE -
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non ce la volevamo una donna che non portasse nulla; ma | Cecco | s'è piccato e c'è convenuto di cedere. - Dunque la mia |
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ci abbiamo fatto un pianto e un lamento, e Vezzosa sposerà | Cecco | senza nulla. Interrogate la vostra figliuola, e, se dice di |
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che era sempre a letto. Senza tanti preamboli le disse che | Cecco | la voleva per moglie. - Ma dite davvero, babbo? - esclamò |
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dalla felicità e raccomandò a Vezzosa di essere per | Cecco | buona e affettuosa compagna. - Almeno quando non ci sarò |
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Di gioie nulla, altro che i piccoli pendenti d'oro, che | Cecco | le fece togliere per ornarla delle buccole con le perle, |
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tentazioni, e poi perché sa come la penso, - e qui guardò | Cecco | con occhio affettuoso. - Se ha scelto stasera questa |
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l'ora? Se tardavi un momento, trovavi tanto di catenaccio. | Cecco | sussurrò a Vezzosa: - Coraggio, ce n'è per poco; lasciala |
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Vezzosa, una bella ragazza di un podere poco distante. | Cecco | s'era messo in testa che Vezzosa lo canzonasse, e in |
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figliuoli, che son ben felici di avere una nonna come lei. | Cecco | aveva una voglia matta di unire le sue lodi a quelle |
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città, deve ridere delle nostre fandonie. - Io? - rispose | Cecco | arrossendo. - Sì, proprio voi; al reggimento disimparate |
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che prima piaceva loro. - Vi sbagliate, Vezzosa, - rispose | Cecco | vincendo il ritegno. - Io sono stato volentieri sotto le |
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vostra casa e alla vostra mamma siete affezionato davvero. | Cecco | non rispose, ma scambiò con la Regina uno sguardo pieno |
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dopo la novella farete due salti. Avverti le compagne, e | Cecco | suonerà l'organino. - Cecco ballerà, - disse Vezzosa. - In |
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salti. Avverti le compagne, e Cecco suonerà l'organino. - | Cecco | ballerà, - disse Vezzosa. - In paese non ce n'è tanti dei |
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darsi per vinta. Per dare un'altra piega al discorso, | Cecco | disse: - Si può sapere, mamma, quello che ci racconterete |
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domenica erano parsi eterni alla Regina e a Vezzosa. | Cecco | non aveva parlato quasi mai, e, ora con un pretesto, ora |
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di rimaner sola con lui per domandargli: - Ma che cos'hai, | Cecco | mio? Che cosa ti turba? - Nulla, - rispondeva egli. - Vi |
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poverina, ti vuol tanto bene e si strugge nel vederti così. | Cecco | si stringeva nelle spalle come per dire che non ci aveva |
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famiglia! C'era tanto dolore in quella esclamazione che | Cecco | ne fu commosso, e, come nei bei giorni di pace, gettò le |
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l'ora e il momento che t'ho dato la vita! L'agitazione di | Cecco | sparì come per incanto. La buona madre gli risparmiò la |
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comparve a Farneta, la Regina stessa la sbrigò dicendo che | Cecco | non c'era, perché aveva accompagnato col trapelo certi |
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Vezzosa, appena finita la novella, era andata accanto a | Cecco | e gli aveva detto: - Vuoi che facciamo una passeggiata? Ho |
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vecchi che hanno la consuetudine di sapersi ascoltati, e | Cecco | e Vezzosa non ebbero parole per risponderle, ma la |
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in segretezza la sorellina di Vezzosa, e non posso dirlo. | Cecco | aveva smesso di tagliare la pipa e pareva riflettesse. - |
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stasera a veglia e non ci verrà più. Regina vedeva bene che | Cecco | s'era turbato a quella notizia, e volgendosi alla Carola, |
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misero a fare il chiasso empiendo di urli la cucina, mentre | Cecco | andò sull'aia a sfogare il malumore. La Vezzosa l'aveva con |
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incontrarlo, non andava a veglia. - Ci venga pure, - diceva | Cecco | fra sé, - io non le dirò più una parola. La Carola e |
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raccontate pure, perché ormai lei non c'è da aspettarla. | Cecco | avrebbe voluto domandare se era andata a letto perché si |
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di Strumi e delle sue vicende, senza accorgersi che | Cecco | era sparito alla chetichella. Tutta la sera era stato |
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un discorso all'altro eran venuti a parlare delle veglie, e | Cecco | aveva domandato al contadino: - Come mai non ci avete |
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vorrebbe darglielo, e da qui scene continue, e addio pace! | Cecco | sossultò a quelle parole, ma non ebbe coraggio di |
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loro si fosse opposto al parentado con Vezzosa? Quella sera | Cecco | andò a letto tutto turbato e dormì male, cosa che non gli |
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petto, che faceva risaltare i colori vivi delle sue guance. | Cecco | finse di non accorgersi neppure che ella avesse cambiato |
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pensando che non avrebbe sfigurato fra le sue nuore. | Cecco | prese la mamma dolcemente per un braccio e l'accompagnò in |
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- gli domandò la madre sorridendo. - Mamma, - rispose | Cecco | scherzando. - Nessuna ragazza, per bella che sia, mi piace |
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Mattarellone! - disse la vecchia battendogli sulla spalla. | Cecco | scese e andò a collocarsi fra i suonatori sulla madia, e |
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tanti fronzoli da cittadine, che non sanno portare. Mentre | Cecco | parlava, la Vezzosa teneva gli occhi bassi e arrossiva |
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di essere osservata, s'interruppe e abbassò gli occhi, | Cecco | le disse: - Ma che cosa avete fatto, Vezzosa? Da domenica |
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che già pigliavan posto per ascoltare la novella. Anche | Cecco | vi si avvicinò, e, furtivamente, guardava la Vezzosa, che |
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di prenderla guarda che sia davvero una donna come si deve. | Cecco | sorrise e non disse né si né no; ma siccome quel discorso |
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parte e adagio adagio aveva preso a leggere Le mie prigioni | Cecco | le si avvicinò e le disse: - Pigliate pure codesto libro, |
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come stava la matrigna. - Al solito, - rispondeva Vezzosa. | Cecco | la chiamò da parte e le disse: - Non potresti sposare con |
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l'ultimo! - Che cosa avete da dirvi in segreto? - domandò a | Cecco | e a Vezzosa quella monelluccia dell'Annina. Il giovane |
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come al solito, aveva parlato a nome di tutte le cognate. | Cecco | era così commosso da quelle buone parole, che uscì e si |
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Vezzosa disse appena buona notte a tutti e corse via. | Cecco | la seguì a distanza insieme con gli altri. E quando tutte |
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della cucina, e nel vano vide comparire la bella ragazza. | Cecco | corse a lei con uno slancio, come se non l'avesse veduta da |
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- Grazie, - gli diss'ella, - di esser rimasto vicino a me. | Cecco | mio, la mia matrigna lotta davvero con la morte. In questo |
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mi dolgo di non essere stata più buona con lei in passato. | Cecco | strinse le mani della sua fidanzata, quasi volesse |
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scendendo, si scusava di non esser potuto venir prima. | Cecco | entrò in casa dietro al medico, e fu lieto di perder la |
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mal garbo la Vezzosa, disse agli amici: - Andiamo! - Mamma, | Cecco | non mi vuol più bene! - sussurrò Vezzosa all'orecchio della |
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suocera. - Non lo dire, - rispose pacatamente la vecchia. - | Cecco | sente, come quasi tutti gli uomini, un falso punto di |
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vi morì in odore di santità. La novella terminò senza che | Cecco | fosse tornato. Regina, per distrarre Vezzosa, che vedeva |
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già alzati per andare a letto, meno Maso, il quale disse: - | Cecco | si meriterebbe di dormire sull'aia; stasera lo aspetto io e |
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il capoccia lo biasimasse. Per questo disse al cognato che | Cecco | lo avrebbe aspettato lei. - Tu puoi rimproverarlo quanto |
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fra i due fratelli. I rimproveri che rivolse Maso a | Cecco | furono così aspri, che Vezzosa non ebbe coraggio di |
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le sue leziose figure nude; OTTAVIO VANNINI (1585-1643) e | CECCO | BRAVO (1601-61) non escono da un colto, ma ristretto ambito |
Manuale Seicento-Settecento -
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andare. Era la prima volta, dacché erano stati sposi, che | Cecco | si allontanava senza di lei dal podere di Farneta, ed ella |
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nella tristezza e non sapeva dominare il suo dolore. Se | Cecco | avesse preso la consuetudine di star fuori di casa, che |
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- Mamma, - disse Vezzosa, - vi sembro meritevole che | Cecco | mi tenga in tanta angustia? - No, figlia mia; ma sii |
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la prima intenerisce, il secondo irrita. - E se | Cecco | si sviasse da casa? - Allora saprei richiamarlo io al |
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aggiungere nessuna spiegazione, entrò in casa. - Mamma, a | Cecco | è successo qualche cosa, lo sento, me ne accorgo; fatelo |
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sua. Ma anche alle vive e tenere insistenze della mamma, | Cecco | rispose con lo stesso laconismo, e invece di salire a |
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di noci, di nocciole, di castagne secche e di confetti, che | Cecco | aveva riportati da Firenze, e dopo, uno alla volta, grandi |
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cantato, partendo, quel rispetto, la Vezzosa lo evitava, e | Cecco | se ne accorgeva bene e voleva avere una spiegazione con |
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pertica in mano, senza giungere mai a toccar la pentola, e | Cecco | la metteva in canzonella per incitarla a continuare quel |
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pavimento. - Bravo! Bravo! - urlarono da tutte le parti. | Cecco | era stato svelto a chinarsi e raccattare i confetti, e |
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- domandò Maso. Ella fece spallucce e abbassò gli occhi; | Cecco | si voltò da un'altra parte, e le cognate sorrisero |
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sorrisero guardandosi fra loro di sottecchi. Quella sera | Cecco | uscì a fumare prima che si sciogliesse la veglia, e poco |
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volta. - Vorrei sapere se canta così per me! - disse | Cecco | mordendosi un dito. |
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poi tornava a letto, ma non dormiva. E nella veglia sentiva | Cecco | cantare per lei da lontano, e mandarle quel saluto che era |
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provare una matrigna. Appena ebbe pronunziato quel nome, | Cecco | diventò rosso, e, facendosi forza, domandò alla cognata e |
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di casa! - dissero tutti in coro. - E allora? - domandò | Cecco | che aveva fatto una provvista di coraggio. - Senti, - disse |
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dunque, e fai contento Cecco. - Ebbene, la chiederò. | Cecco | non poté dire una parola, e, per nascondere i lucciconi, |
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pioggia, la Regina era stata zitta zitta, e alle domande di | Cecco | e a quelle premurose degli altri figliuoli, aveva risposto |
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ricomparve giù in cucina appoggiandosi da una parte a | Cecco | e dall'altra alla Vezzosa; ma passò quasi tutto il |
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a letto, perché sono stanca, - disse la Regina. Quella sera | Cecco | non accompagnò a casa la Vezzosa, perché doveva andar col |
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pèsco invidioso . 69 La Lucciola e il Serpente 70 L'orto di | Cecco | ivi Nel cortile 71 Luna, che fai? (poesia). - A. CUMAN |
I miei amici di Villa Castelli -
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perché eri ancora nella mente di Dio. A quest'argomento | Cecco | non seppe che rispondere, e lasciò la parola al fratello |
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e i bimbi si separarono, dopo aver ringraziato la Regina. | Cecco | ricondusse la mamma in camera, e quando furono soli le |
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di questo favore finché le mie labbra potranno parlare. | Cecco | era commosso e per distrarla le disse: - Ora pensate a |
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gingilli che via via s'era comprati o le avevano regalato. | Cecco | poi era stato alla cura e aveva riportato l'ulivo benedetto |
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una cena frugale ma appetitosa. - Tu resti? - domandò | Cecco | a Vezzosa. - Per stasera no; ma debbo chiederti un favore: |
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nel cuore? Tu solo. Dunque il miracolo l'hai operato tu. | Cecco | non ci credeva ai miracoli, specialmente ai proprî, e ne |
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- Vezzosa ha operato un miracolo incivilendo Cecco; | Cecco | ne ha operato un altro facendo perdere a Vezzosa un monte |
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sparecchiavano e rigovernavano i piatti. - Ragazzi, - disse | Cecco | a tutta la comitiva piccina, - la mamma ora fa un |
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mani che stringevano la corona rimasero inerti in grembo. | Cecco | le stava accanto fumando la pipa e la guardava con amore, |
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senza che tu mi chiudessi gli occhi; ma ora son tranquilla. | Cecco | non rispose, e per dare ai pensieri della madre un altro |
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che ella avesse maniere garbate e insinuanti, dicevano che | Cecco | era buono e la sposava per compassione, per levarla dalle |
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senza far rumore, senza affannarsi, contentando tutti. | Cecco | la guardava, e siccome molte ragazze del vicinato erano già |
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la finestra, invece che per la porta spalancata. Non era | Cecco | solo che le voleva bene, ma tutti, anche la Carola, di |
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ma tutti, anche la Carola, di solito così poco espansiva. | Cecco | gongolava per essere riuscito a dare a Vezzosa una |
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scorbacchiata, rifiutando di accettare i necci e il vino, e | Cecco | si accostò a Vezzosa per dirle: - Sai, fra tre domeniche è |
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scialle di flanellone. - E tu non vieni? - domandò Maso a | Cecco | vedendo che s'era seduto di nuovo sulla panca nel canto del |
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dello scettro di re Salomone e la corona della regina Saba. | Cecco | non diceva tutto il suo pensiero. Tornato a casa dopo tre |
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giovinotti anch'essi. Appena tutta quella gente fu uscita, | Cecco | andò a sedersi accanto alla Regina, e mettendole una mano |
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la novella di stasera non mi capacita. - Perché? - domandò | Cecco | alzando Gigino e mettendoselo a cavalluccio sulle |
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angioli! - esclamò l'Annina. - Ecco il mio angiolo! - disse | Cecco | abbracciando la sua vecchina. Dopo poco, grandi e piccini, |
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dell'ammalata soltanto per preparare i brodi e le fomente. | Cecco | ronzava sempre intorno alla casa della promessa sposa, e |
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quegli occhi sinceri e pieni di fiducia nel loro avvenire. | Cecco | se ne andava più consolato, ma poco dopo l'impazienza lo |
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la trattennero, socchiudendo l'uscio per aspettare che | Cecco | venisse a prenderla. Dopo pochi istanti comparve il |
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come Riccio. Salute alla compagnia! e me ne torno a casa. | Cecco | e Maso uscirono insieme con Vezzosa, e per tutta la via non |
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il rumore della carrozza, era corsa sulla via maestra, e | Cecco | le era andato dietro insieme con l'Annina. - Vedete, - |
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creda, - disse Vezzosa, - io vado a dormire con la mamma; | Cecco | va col nipote maggiore, e non rimane altro che mettere un |
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dimostrava, accusandola di non trattar bene la figliastra. | Cecco | poi era al settimo cielo, dove si dice che sieno i beati, e |
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gente che manifestava liberamente la gioia che sentiva, | Cecco | solo stava zitto e seguiva Vezzosa a testa bassa. - Sei |
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gioia e nel dolore. - Nella vita e nella morte, - rispose | Cecco | in tono solenne, stringendole la mano. |
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cortesi che erano la maggior attrattiva di Vezzosa. Se | Cecco | le volesse bene è inutile dirlo. Ognuno si forma un ideale |
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E preso il lume, si avviò su per le scale. Vezzosa e | Cecco | rimasero ancora sull'aia. - Tu, tu sola sarai la Caterina |
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cercherò di far meglio. - Sei una buona donnina! - esclamò | Cecco | lusingato da quelle parole. E, senza indugiarsi più fuori, |
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collocamento dell'Annina e le giornate che portavano a casa | Cecco | e Beppe, godeva ora di una certa agiatezza e tutti avevano |
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dell'inverno ... - Zitta, mamma! - gridò Vezzosa che vedeva | Cecco | soffrire per quei discorsi. - Ai presentimenti non bisogna |
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alla mia età ogni anno conta per dieci. - Mamma, - osservò | Cecco | per distrarla, - non avete sempre detto che volevate tenere |
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e vivendo con voi ci si sente allargare il cuore. | Cecco | gongolava e Vezzosa balbettò: - Si figuri, è un onore per |
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soldati si cominciò a vociare, e poco dopo Gigi il Matto e | Cecco | di Merenda cominciarono a tirar sassate e allora i soldati |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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rassegnavano ad attender tanto la venuta di questo bambino. | Cecco | era più impaziente di tutti, e ogni settimana, su quel che |
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capoccia, che faceva i conti e vedeva che, col guadagno di | Cecco | e di Beppe, e l'affitto della casa per la villeggiatura, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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da quella spiegazione, e neppure le altre donne; ma | Cecco | disse: - La fede è ciò che salva l'uomo! Poi il |
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e di ciuffetti di gerani. - Brava moglie mia! - disse | Cecco | tornando a casa - tu sai render bello tutto ciò che tocchi. |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ricadde sulla sedia. Figuriamoci se tutti si spaventassero! | Cecco | le era balzato accanto e, muto dal dolore, la guardava. Il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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avendola sempre sott'occhio; ma lo avevano notato dacché | Cecco | era tornato a casa, e non aveva fatto altro che domandare |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ebbe la medesima risposta. Ombre non ne avevan vedute. | Cecco | poi l'assicurò che i morti non tornano. - Ma io non ci |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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di notte, da Campaldino, - disse l'Annina, dopo che | Cecco | si fu sgolato a dimostrarle che le ombre non si vedevano. - |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ad ammazzare il tempo. - Raccontate, mamma, - proseguì | Cecco | mettendosele accanto. - Io sto a sentirvi a bocca aperta. - |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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- disse la Regina, e se mi sono scordata di qualche cosa, | Cecco | ve l'aggiunga. - Di nulla, mamma; voi la raccontate ora |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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l'abbiamo il nostro turbante, il nostro talismano, - disse | Cecco | battendo una palma sull'altra, - e non saranno di certo i |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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da Vezzosa, risalirono in carrozza e partirono salutando. | Cecco | era rimasto a sedere, ma non gli era sfuggito nulla di |
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indovinate un po', nonna, quanto? - Ci vuol poco: quanto | Cecco | a Vezzosa. - Per l'appunto! - Senti che confronti fa quel |
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a casa. Quando la raccolta era stata buona, andava | Cecco | con un altro dei fratelli ad Arezzo; quand'era scarsa, |
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dall'aver caricato i panieri sul barroccio col quale | Cecco | sarebbe partito dopo la mezzanotte per Arezzo. - Subito, |
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granita. - Le vostre parole sono d'oro, mamma! - esclamò | Cecco | facendosele accosto, - e se i vostri nipoti le |
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- Sarà come tu vuoi, - replicò la monaca. Meco, Sandro e | Cecco | avevano assistito a questo dialogo senza fiatare, ma quando |
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- Dunque, l'avete fatto l'esame di coscienza? - domandò | Cecco | ai bambini. - Siete sicuri di quello che vi metterà la |
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cui ricordo bastava per render triste la vecchia Regina, e | Cecco | le aveva narrato che nei primi anni del matrimonio, le era |
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avrebbero ascoltato la lettura di buoni libri, fatta da | Cecco | alla famiglia riunita. - Tu ci leggerai Le mie prigioni di |
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