Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: cecco

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senza costanza tutto va male, e non s'arriva a far nulla.  Cecco  per pochi quattrini comperò cinque ettari di terra così
prosciugò lo stagno, e lo ridusse a prato sanissimo. Quando  Cecco  pose mano ai lavori, la gente rideva di lui, come d'un
cose impossibili, che spendeva inutilmente la fatica. Ma  Cecco  non si diè per inteso delle ciarle e dei motteggi altrui;
l'opera sua, finchè gli riuscì, come l'aveva divisata. Ora  Cecco  raccoglie il premio della sua perseveranza. Dal frutteto
paesi Roberto Piumini Narco degli Alidosi Illustrazioni di  Cecco  Mariniello
ORTO Dl  CECCO  L'orto di Cecco è tra i più belli del vicinato. Le piogge
ORTO Dl CECCO L'orto di  Cecco  è tra i più belli del vicinato. Le piogge hanno giovato
toccherà a fare il soldato?" "Io non ci ho colpa", rispose  Cecco  stringendosi nelle spalle. "E fuori del carretto a quattro
alla porta, Gigino disse a Cecco: "Mena fuori il matto!"  Cecco  ubbidì. Quando Gigino ebbe visto l'animale, disse
io, senza una sedia, non posso montare a cavallo."  Cecco  portò una seggiolaccia tutta sgangherata: Gigino vi si
stella nuova”. Gli stessi argomenti ispirano il Dialogo de  Cecco  di Ronchitti da Bruzene in perpuosito de la stella nuova,
a un Galileo che si nasconde sotto il nome dell’inesistente  Cecco  di Ronchitti. Il testo, in dialetto padovano, fu
ad attribuire a Michelangelo non solo il monumento a  Cecco  Bracci all'Aracoeli, ma a suoi disegni la Cappella Sforza
a un certo punto, non potendone più, ella prese da parte  Cecco  e gli disse: - Credo che il nostro bimbo nascerà stanotte,
ma stai zitto, perché non voglio disturbare nessuno.  Cecco  uscì infatti, ed ella salì in camera sua. Quando il
spasimava. Però, prima che l'alba diradasse le tenebre,  Cecco  le presentava un bel maschietto che ella baciava con
a uno, rimasero meravigliati vedendo un bimbo di più, che  Cecco  presentava a tutti dicendo: - Baciatelo, è il nostro Gesù
La Regina lo aveva veduto prima di ogni altro, perché  Cecco  glielo aveva portato sul letto, ed ella aveva confuso in un
trattare da parenti. Ebbene, propongo, come nipote di  Cecco  e di Vezzosa e come cugino del bimbo nato stanotte, che
Tonio, il capoccia, la sua moglie Betta, e i due ragazzi  Cecco  e Formicola , quest'ultimo chiamato così, perché (come già
... Mi vuoi dare un fiammifero acceso?" "Volentieri."  Cecco  accese un fiammifero di legno e lo presentò al padroncino;
non ce la volevamo una donna che non portasse nulla; ma  Cecco  s'è piccato e c'è convenuto di cedere. - Dunque la mia
ci abbiamo fatto un pianto e un lamento, e Vezzosa sposerà  Cecco  senza nulla. Interrogate la vostra figliuola, e, se dice di
che era sempre a letto. Senza tanti preamboli le disse che  Cecco  la voleva per moglie. - Ma dite davvero, babbo? - esclamò
dalla felicità e raccomandò a Vezzosa di essere per  Cecco  buona e affettuosa compagna. - Almeno quando non ci sarò
Di gioie nulla, altro che i piccoli pendenti d'oro, che  Cecco  le fece togliere per ornarla delle buccole con le perle,
tentazioni, e poi perché sa come la penso, - e qui guardò  Cecco  con occhio affettuoso. - Se ha scelto stasera questa
l'ora? Se tardavi un momento, trovavi tanto di catenaccio.  Cecco  sussurrò a Vezzosa: - Coraggio, ce n'è per poco; lasciala
Vezzosa, una bella ragazza di un podere poco distante.  Cecco  s'era messo in testa che Vezzosa lo canzonasse, e in
figliuoli, che son ben felici di avere una nonna come lei.  Cecco  aveva una voglia matta di unire le sue lodi a quelle
città, deve ridere delle nostre fandonie. - Io? - rispose  Cecco  arrossendo. - Sì, proprio voi; al reggimento disimparate
che prima piaceva loro. - Vi sbagliate, Vezzosa, - rispose  Cecco  vincendo il ritegno. - Io sono stato volentieri sotto le
vostra casa e alla vostra mamma siete affezionato davvero.  Cecco  non rispose, ma scambiò con la Regina uno sguardo pieno
dopo la novella farete due salti. Avverti le compagne, e  Cecco  suonerà l'organino. - Cecco ballerà, - disse Vezzosa. - In
salti. Avverti le compagne, e Cecco suonerà l'organino. -  Cecco  ballerà, - disse Vezzosa. - In paese non ce n'è tanti dei
darsi per vinta. Per dare un'altra piega al discorso,  Cecco  disse: - Si può sapere, mamma, quello che ci racconterete
domenica erano parsi eterni alla Regina e a Vezzosa.  Cecco  non aveva parlato quasi mai, e, ora con un pretesto, ora
di rimaner sola con lui per domandargli: - Ma che cos'hai,  Cecco  mio? Che cosa ti turba? - Nulla, - rispondeva egli. - Vi
poverina, ti vuol tanto bene e si strugge nel vederti così.  Cecco  si stringeva nelle spalle come per dire che non ci aveva
famiglia! C'era tanto dolore in quella esclamazione che  Cecco  ne fu commosso, e, come nei bei giorni di pace, gettò le
l'ora e il momento che t'ho dato la vita! L'agitazione di  Cecco  sparì come per incanto. La buona madre gli risparmiò la
comparve a Farneta, la Regina stessa la sbrigò dicendo che  Cecco  non c'era, perché aveva accompagnato col trapelo certi
Vezzosa, appena finita la novella, era andata accanto a  Cecco  e gli aveva detto: - Vuoi che facciamo una passeggiata? Ho
vecchi che hanno la consuetudine di sapersi ascoltati, e  Cecco  e Vezzosa non ebbero parole per risponderle, ma la
in segretezza la sorellina di Vezzosa, e non posso dirlo.  Cecco  aveva smesso di tagliare la pipa e pareva riflettesse. -
stasera a veglia e non ci verrà più. Regina vedeva bene che  Cecco  s'era turbato a quella notizia, e volgendosi alla Carola,
misero a fare il chiasso empiendo di urli la cucina, mentre  Cecco  andò sull'aia a sfogare il malumore. La Vezzosa l'aveva con
incontrarlo, non andava a veglia. - Ci venga pure, - diceva  Cecco  fra sé, - io non le dirò più una parola. La Carola e
raccontate pure, perché ormai lei non c'è da aspettarla.  Cecco  avrebbe voluto domandare se era andata a letto perché si
di Strumi e delle sue vicende, senza accorgersi che  Cecco  era sparito alla chetichella. Tutta la sera era stato
un discorso all'altro eran venuti a parlare delle veglie, e  Cecco  aveva domandato al contadino: - Come mai non ci avete
vorrebbe darglielo, e da qui scene continue, e addio pace!  Cecco  sossultò a quelle parole, ma non ebbe coraggio di
loro si fosse opposto al parentado con Vezzosa? Quella sera  Cecco  andò a letto tutto turbato e dormì male, cosa che non gli
petto, che faceva risaltare i colori vivi delle sue guance.  Cecco  finse di non accorgersi neppure che ella avesse cambiato
pensando che non avrebbe sfigurato fra le sue nuore.  Cecco  prese la mamma dolcemente per un braccio e l'accompagnò in
- gli domandò la madre sorridendo. - Mamma, - rispose  Cecco  scherzando. - Nessuna ragazza, per bella che sia, mi piace
Mattarellone! - disse la vecchia battendogli sulla spalla.  Cecco  scese e andò a collocarsi fra i suonatori sulla madia, e
tanti fronzoli da cittadine, che non sanno portare. Mentre  Cecco  parlava, la Vezzosa teneva gli occhi bassi e arrossiva
di essere osservata, s'interruppe e abbassò gli occhi,  Cecco  le disse: - Ma che cosa avete fatto, Vezzosa? Da domenica
che già pigliavan posto per ascoltare la novella. Anche  Cecco  vi si avvicinò, e, furtivamente, guardava la Vezzosa, che
di prenderla guarda che sia davvero una donna come si deve.  Cecco  sorrise e non disse né si né no; ma siccome quel discorso
parte e adagio adagio aveva preso a leggere Le mie prigioni  Cecco  le si avvicinò e le disse: - Pigliate pure codesto libro,
come stava la matrigna. - Al solito, - rispondeva Vezzosa.  Cecco  la chiamò da parte e le disse: - Non potresti sposare con
l'ultimo! - Che cosa avete da dirvi in segreto? - domandò a  Cecco  e a Vezzosa quella monelluccia dell'Annina. Il giovane
come al solito, aveva parlato a nome di tutte le cognate.  Cecco  era così commosso da quelle buone parole, che uscì e si
Vezzosa disse appena buona notte a tutti e corse via.  Cecco  la seguì a distanza insieme con gli altri. E quando tutte
della cucina, e nel vano vide comparire la bella ragazza.  Cecco  corse a lei con uno slancio, come se non l'avesse veduta da
- Grazie, - gli diss'ella, - di esser rimasto vicino a me.  Cecco  mio, la mia matrigna lotta davvero con la morte. In questo
mi dolgo di non essere stata più buona con lei in passato.  Cecco  strinse le mani della sua fidanzata, quasi volesse
scendendo, si scusava di non esser potuto venir prima.  Cecco  entrò in casa dietro al medico, e fu lieto di perder la
mal garbo la Vezzosa, disse agli amici: - Andiamo! - Mamma,  Cecco  non mi vuol più bene! - sussurrò Vezzosa all'orecchio della
suocera. - Non lo dire, - rispose pacatamente la vecchia. -  Cecco  sente, come quasi tutti gli uomini, un falso punto di
vi morì in odore di santità. La novella terminò senza che  Cecco  fosse tornato. Regina, per distrarre Vezzosa, che vedeva
già alzati per andare a letto, meno Maso, il quale disse: -  Cecco  si meriterebbe di dormire sull'aia; stasera lo aspetto io e
il capoccia lo biasimasse. Per questo disse al cognato che  Cecco  lo avrebbe aspettato lei. - Tu puoi rimproverarlo quanto
fra i due fratelli. I rimproveri che rivolse Maso a  Cecco  furono così aspri, che Vezzosa non ebbe coraggio di
le sue leziose figure nude; OTTAVIO VANNINI (1585-1643) e  CECCO  BRAVO (1601-61) non escono da un colto, ma ristretto ambito
andare. Era la prima volta, dacché erano stati sposi, che  Cecco  si allontanava senza di lei dal podere di Farneta, ed ella
nella tristezza e non sapeva dominare il suo dolore. Se  Cecco  avesse preso la consuetudine di star fuori di casa, che
- Mamma, - disse Vezzosa, - vi sembro meritevole che  Cecco  mi tenga in tanta angustia? - No, figlia mia; ma sii
la prima intenerisce, il secondo irrita. - E se  Cecco  si sviasse da casa? - Allora saprei richiamarlo io al
aggiungere nessuna spiegazione, entrò in casa. - Mamma, a  Cecco  è successo qualche cosa, lo sento, me ne accorgo; fatelo
sua. Ma anche alle vive e tenere insistenze della mamma,  Cecco  rispose con lo stesso laconismo, e invece di salire a
di noci, di nocciole, di castagne secche e di confetti, che  Cecco  aveva riportati da Firenze, e dopo, uno alla volta, grandi
cantato, partendo, quel rispetto, la Vezzosa lo evitava, e  Cecco  se ne accorgeva bene e voleva avere una spiegazione con
pertica in mano, senza giungere mai a toccar la pentola, e  Cecco  la metteva in canzonella per incitarla a continuare quel
pavimento. - Bravo! Bravo! - urlarono da tutte le parti.  Cecco  era stato svelto a chinarsi e raccattare i confetti, e
- domandò Maso. Ella fece spallucce e abbassò gli occhi;  Cecco  si voltò da un'altra parte, e le cognate sorrisero
sorrisero guardandosi fra loro di sottecchi. Quella sera  Cecco  uscì a fumare prima che si sciogliesse la veglia, e poco
volta. - Vorrei sapere se canta così per me! - disse  Cecco  mordendosi un dito.
poi tornava a letto, ma non dormiva. E nella veglia sentiva  Cecco  cantare per lei da lontano, e mandarle quel saluto che era
provare una matrigna. Appena ebbe pronunziato quel nome,  Cecco  diventò rosso, e, facendosi forza, domandò alla cognata e
di casa! - dissero tutti in coro. - E allora? - domandò  Cecco  che aveva fatto una provvista di coraggio. - Senti, - disse
dunque, e fai contento Cecco. - Ebbene, la chiederò.  Cecco  non poté dire una parola, e, per nascondere i lucciconi,
pioggia, la Regina era stata zitta zitta, e alle domande di  Cecco  e a quelle premurose degli altri figliuoli, aveva risposto
ricomparve giù in cucina appoggiandosi da una parte a  Cecco  e dall'altra alla Vezzosa; ma passò quasi tutto il
a letto, perché sono stanca, - disse la Regina. Quella sera  Cecco  non accompagnò a casa la Vezzosa, perché doveva andar col
pèsco invidioso . 69 La Lucciola e il Serpente 70 L'orto di  Cecco  ivi Nel cortile 71 Luna, che fai? (poesia). - A. CUMAN
perché eri ancora nella mente di Dio. A quest'argomento  Cecco  non seppe che rispondere, e lasciò la parola al fratello
e i bimbi si separarono, dopo aver ringraziato la Regina.  Cecco  ricondusse la mamma in camera, e quando furono soli le
di questo favore finché le mie labbra potranno parlare.  Cecco  era commosso e per distrarla le disse: - Ora pensate a
gingilli che via via s'era comprati o le avevano regalato.  Cecco  poi era stato alla cura e aveva riportato l'ulivo benedetto
una cena frugale ma appetitosa. - Tu resti? - domandò  Cecco  a Vezzosa. - Per stasera no; ma debbo chiederti un favore:
nel cuore? Tu solo. Dunque il miracolo l'hai operato tu.  Cecco  non ci credeva ai miracoli, specialmente ai proprî, e ne
- Vezzosa ha operato un miracolo incivilendo Cecco;  Cecco  ne ha operato un altro facendo perdere a Vezzosa un monte
sparecchiavano e rigovernavano i piatti. - Ragazzi, - disse  Cecco  a tutta la comitiva piccina, - la mamma ora fa un
mani che stringevano la corona rimasero inerti in grembo.  Cecco  le stava accanto fumando la pipa e la guardava con amore,
senza che tu mi chiudessi gli occhi; ma ora son tranquilla.  Cecco  non rispose, e per dare ai pensieri della madre un altro
che ella avesse maniere garbate e insinuanti, dicevano che  Cecco  era buono e la sposava per compassione, per levarla dalle
senza far rumore, senza affannarsi, contentando tutti.  Cecco  la guardava, e siccome molte ragazze del vicinato erano già
la finestra, invece che per la porta spalancata. Non era  Cecco  solo che le voleva bene, ma tutti, anche la Carola, di
ma tutti, anche la Carola, di solito così poco espansiva.  Cecco  gongolava per essere riuscito a dare a Vezzosa una
scorbacchiata, rifiutando di accettare i necci e il vino, e  Cecco  si accostò a Vezzosa per dirle: - Sai, fra tre domeniche è
scialle di flanellone. - E tu non vieni? - domandò Maso a  Cecco  vedendo che s'era seduto di nuovo sulla panca nel canto del
dello scettro di re Salomone e la corona della regina Saba.  Cecco  non diceva tutto il suo pensiero. Tornato a casa dopo tre
giovinotti anch'essi. Appena tutta quella gente fu uscita,  Cecco  andò a sedersi accanto alla Regina, e mettendole una mano
la novella di stasera non mi capacita. - Perché? - domandò  Cecco  alzando Gigino e mettendoselo a cavalluccio sulle
angioli! - esclamò l'Annina. - Ecco il mio angiolo! - disse  Cecco  abbracciando la sua vecchina. Dopo poco, grandi e piccini,
dell'ammalata soltanto per preparare i brodi e le fomente.  Cecco  ronzava sempre intorno alla casa della promessa sposa, e
quegli occhi sinceri e pieni di fiducia nel loro avvenire.  Cecco  se ne andava più consolato, ma poco dopo l'impazienza lo
la trattennero, socchiudendo l'uscio per aspettare che  Cecco  venisse a prenderla. Dopo pochi istanti comparve il
come Riccio. Salute alla compagnia! e me ne torno a casa.  Cecco  e Maso uscirono insieme con Vezzosa, e per tutta la via non
il rumore della carrozza, era corsa sulla via maestra, e  Cecco  le era andato dietro insieme con l'Annina. - Vedete, -
creda, - disse Vezzosa, - io vado a dormire con la mamma;  Cecco  va col nipote maggiore, e non rimane altro che mettere un
dimostrava, accusandola di non trattar bene la figliastra.  Cecco  poi era al settimo cielo, dove si dice che sieno i beati, e
gente che manifestava liberamente la gioia che sentiva,  Cecco  solo stava zitto e seguiva Vezzosa a testa bassa. - Sei
gioia e nel dolore. - Nella vita e nella morte, - rispose  Cecco  in tono solenne, stringendole la mano.
cortesi che erano la maggior attrattiva di Vezzosa. Se  Cecco  le volesse bene è inutile dirlo. Ognuno si forma un ideale
E preso il lume, si avviò su per le scale. Vezzosa e  Cecco  rimasero ancora sull'aia. - Tu, tu sola sarai la Caterina
cercherò di far meglio. - Sei una buona donnina! - esclamò  Cecco  lusingato da quelle parole. E, senza indugiarsi più fuori,
collocamento dell'Annina e le giornate che portavano a casa  Cecco  e Beppe, godeva ora di una certa agiatezza e tutti avevano
dell'inverno ... - Zitta, mamma! - gridò Vezzosa che vedeva  Cecco  soffrire per quei discorsi. - Ai presentimenti non bisogna
alla mia età ogni anno conta per dieci. - Mamma, - osservò  Cecco  per distrarla, - non avete sempre detto che volevate tenere
e vivendo con voi ci si sente allargare il cuore.  Cecco  gongolava e Vezzosa balbettò: - Si figuri, è un onore per
soldati si cominciò a vociare, e poco dopo Gigi il Matto e  Cecco  di Merenda cominciarono a tirar sassate e allora i soldati
rassegnavano ad attender tanto la venuta di questo bambino.  Cecco  era più impaziente di tutti, e ogni settimana, su quel che
capoccia, che faceva i conti e vedeva che, col guadagno di  Cecco  e di Beppe, e l'affitto della casa per la villeggiatura,
da quella spiegazione, e neppure le altre donne; ma  Cecco  disse: - La fede è ciò che salva l'uomo! Poi il
e di ciuffetti di gerani. - Brava moglie mia! - disse  Cecco  tornando a casa - tu sai render bello tutto ciò che tocchi.
ricadde sulla sedia. Figuriamoci se tutti si spaventassero!  Cecco  le era balzato accanto e, muto dal dolore, la guardava. Il
avendola sempre sott'occhio; ma lo avevano notato dacché  Cecco  era tornato a casa, e non aveva fatto altro che domandare
ebbe la medesima risposta. Ombre non ne avevan vedute.  Cecco  poi l'assicurò che i morti non tornano. - Ma io non ci
di notte, da Campaldino, - disse l'Annina, dopo che  Cecco  si fu sgolato a dimostrarle che le ombre non si vedevano. -
ad ammazzare il tempo. - Raccontate, mamma, - proseguì  Cecco  mettendosele accanto. - Io sto a sentirvi a bocca aperta. -
- disse la Regina, e se mi sono scordata di qualche cosa,  Cecco  ve l'aggiunga. - Di nulla, mamma; voi la raccontate ora
l'abbiamo il nostro turbante, il nostro talismano, - disse  Cecco  battendo una palma sull'altra, - e non saranno di certo i
da Vezzosa, risalirono in carrozza e partirono salutando.  Cecco  era rimasto a sedere, ma non gli era sfuggito nulla di
indovinate un po', nonna, quanto? - Ci vuol poco: quanto  Cecco  a Vezzosa. - Per l'appunto! - Senti che confronti fa quel
a casa. Quando la raccolta era stata buona, andava  Cecco  con un altro dei fratelli ad Arezzo; quand'era scarsa,
dall'aver caricato i panieri sul barroccio col quale  Cecco  sarebbe partito dopo la mezzanotte per Arezzo. - Subito,
granita. - Le vostre parole sono d'oro, mamma! - esclamò  Cecco  facendosele accosto, - e se i vostri nipoti le
- Sarà come tu vuoi, - replicò la monaca. Meco, Sandro e  Cecco  avevano assistito a questo dialogo senza fiatare, ma quando
- Dunque, l'avete fatto l'esame di coscienza? - domandò  Cecco  ai bambini. - Siete sicuri di quello che vi metterà la
cui ricordo bastava per render triste la vecchia Regina, e  Cecco  le aveva narrato che nei primi anni del matrimonio, le era
avrebbero ascoltato la lettura di buoni libri, fatta da  Cecco  alla famiglia riunita. - Tu ci leggerai Le mie prigioni di