- Dal pianoforte, leva simmetrie, muove estasi. Nella finestra il sole del mattino, lontani gli alberi, le case. Il capo lievemente chino. Assorta
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donne intonano un canto in cui impetrano perdono: sfiancate, le palpebre pesanti, i piedi gonfi, per un'ora lontane dalle case con le serrande, dai mariti
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facciate delle case.
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Sulla via della Clusaz, oltrepassato l'ultimo lampione del paese, la stessa luna che alle nostre spalle illumina il monte e il torrente e le case
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rotondissirna sopra tutte le case del lido, una striscia di terra che sembra badare a se stessa soltanto quando c'è la luna. È soltanto in questa notti
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una stanza illuminata all'altra delle nostre case rispettive, come se non avessimo niente da inventare, come se tutti e due non avessimo da lavorare
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Non sono solo e percorro un sentiero erboso: alla mia sinistra scorre l'acqua, sulla destra il retro di una di case, qualcuna elegante, qualcun
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comignoli delle case che nella luce della luna sembravano punti interrogativi e restava pensieroso allo strisciare dei loro passi che si attenuavano
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la sconfinata marina: E vidi come cavalle Vertiginose che si scioglievano le dune Verso la prateria senza fine Deserta senza le case umane E noi
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certe più volte si volgean tentando i vivi? Chi veste d'auree stole anche le immonde case che il fango d'un amplesso cinge? Chi l'oro ai figli della
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ai tempi dell' inno tripolino. Questi oggetti, queste case, erano ancora nel circolo vitale, fin ch' esso durò. Pochi sentirono dapprima che il freddo
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vedeva salire. E scorrendo l'occhio lontano sulle sponde che serrano il mare sulle case tristi ammucchiate dalle trepide cure avare «Questo è morte, Senia
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l'ebete mondo gli appar giulivo, che ha sulla faccia immobile un punto ammirativo: che i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche, e che dell'ali
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