), stringendosi al petto la testa di lui, gliel'aveva coperta ed avvolta con esse. Ed egli si era sentito avviluppare da quei capelli, come da tentacoli
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crescere allora e i capelli folti e arruffati di cui più non c'è quasi vestigio. A me però sembrava troppo onore per la mia barba e pei miei capelli
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Liddu piange e si strappa i capelli. Dice che è rovinato, perchè la clientela gli si è sviata, e già Maccarone gli ha preso il posto, con la Locanda
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, riaggiustati un po' i capelli arruffatisi durante quella specie di lotta; messa, quasi argine tra me e lei, la seggiola su cui poco prima stava a
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nerissimi, capelli così folti che pareva dovessero affaticarle la testa, con labbra rosse e fresche come ciliege, era riuscita ad irritarmi, a
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; lo vidi risalire con ondate più dense, aggirarsi attorno al petto, elevarsi fin sopra i capelli e nascondere ai miei sguardi tutta la persona di lui
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capelli in disordine, buttata per terra la mantellina, si era messa ad asciugargli, senza una parola, senza una lagrima, con un pietoso stupore negli occhi
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capelli disciolti, ella si era dati tanti pugni su la testa! Accoccolata per terra aveva singhiozzato e pianto una intera nottata, quando le era stato
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Solmo, coi capelli disciolti, quando si pettinava in maniche di camicia, e buttava indietro, con grazioso movimento della testa, parte della chioma nera e
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buttata ai piedi del Presidente della Corte, coi capelli disciolti, col viso inondato di lagrime, chiedendo grazia pel marito: «È innocente come Gesù
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cernecchi dei pochi capelli mal pettinati le si sparpagliavano su la fronte piena di grinze, cascandole sugli occhi, da uno dei quali, con gli orli delle
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viso pallido, con quei capelli castagni pettinati all'antica, semplicemente, con quel fazzoletto di seta scuro che glielo contornava, e col vestito
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urlando scomposte parole, con la bava alla bocca, i capelli in disordine, agitando qua e là la testa, stralunando gli occhi, quasi irriconoscibile
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in piedi, accigliato, mordendosi le labbra, affondando le dita tra i folti capelli neri, egli si era voltato verso l'uscio, attendendo. L'avvocato
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parente o di persone molto intime. Don Silvio era tra queste. Alta, stecchita, piena di rughe ma ancora rubizza, con capelli bianchissimi divisi in due
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arricciarsi i capelli, sembravano più scheletrite e più scure tra tanto bianco attorno. «Dunque?», ella riprese vedendo che il nepote rimaneva zitto, in
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, dolorose figure di vittime sacrificate alla sua gelosia, al suo orgoglio, alla sua impenitenza. Rocco, bruno, con neri capelli folti, con occhi nerissimi
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?», gli domandò. «Eccellenza, sì!» «O vuoi andare in campagna?» «Eccellenza, sì!» La marchesa sorrise. La povera mamma ravviava con le dita i capelli
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i capelli sotto la cuffia, i diavolini voluti farsi fare la sera avanti perché da anni ed anni ogni sera aveva praticato così. La marchesa pensava
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cui si sparpagliavano, enormi come tentacoli di polipo, i ciuffi di capelli che egli aveva arruffati con rapido atto delle dita irrequiete. Don Silvio
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improsciuttita inglese, si trincerò in una gran posa austera, quasi per protestare contro la fresca e ardita bellezza della signora, contro i suoi capelli
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, per non correre il pericolo di rivedere il dolce viso pallido e gli occhioni nerissimi, luminosi nell'aureola biondissima dei capelli fini. Il signor
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snella di Sarah e i suoi biondi capelli. Fu meravigliato assai di non vederla. Lo pungeva un acuto desiderio di avvicinarla, di contemplare quella donna
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grave da piccola donnina che racconti i suoi progressi e l'effetto d'una cura. Sorrisero tutti intorno, mentre essa aggiustava i capelli della sua Flora
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ella aveva sempre creduto fosse amore. - Come stai, Sarah? - fece lui, chinandosi affettuosamente a baciarle i bei capelli biondi. - D'Ostrog mi ha
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Accademia della crusca
