, allora come oggi: “quelle appresso e quelle distanti, voci di donne, di bambini, di mercanti, di soldati, di cavalli, di somari, di cani, di uccelli
poesia
abbaia, abbaia violento, fatto strano perché il timbro fondo e calmo della mia voce bastaspesso da solo ad acquietarli, i cani.
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di operai vispe brigate, passan carrozze ed abiti eleganti, passan cani satolli e gatti amanti... Vecchio, le tante fosse spalancate, che stan mute
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