7 luglio, mercoledi, torno in un | caldo | che ossessiona dal lavoro, per pranzare con te. |
un | caldo | terribile, la stanza diventa una pozza sanguinosa, la bolla |
tua si avvoltolava, per arder l'ali luminose e leste. | Caldo | era il vento e fulgida la sera; volghi e campane avean |
parli già da mesi, o giovinetto, e sai se al mondo ebbi più | caldo | affetto; sai che di baci mi bruciasti il viso, sai che |
l'astro già evaso par che di amplessi e baci cosperga il | caldo | occaso, e par che inviti colle fiamme estreme le razze a |
giungere; e tra questi forse mio padre, che anche nel più | caldo | giorno d' agosto, finita la cena all' aperto, piena di |
e quando la morte mi tocca, mi stringe il core convulso e | caldo | m'ottenebra gli occhi il sangue di quanti ho amato esso |