Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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CENERE

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Deledda, Grazia 9 occorrenze

CENERE

Era vicino il giorno della partenza. «Zia Varvara», diceva lo studente alla vecchia serva che preparava il caffè, «come sono felice! Fra pochi giorni

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uscito prima dell'alba?», chiese zia Tatàna. «Datemi il caffè!», diss'egli, aspro. «Ecco il caffè, ma che cosa hai, cuoricino amato? Sei pallido

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colletto lucido. «Mamma, dateci il caffè», gridò Anania dalla strada; poi introdusse l'ospite nella sua cameretta e cominciò come un bimbo a fargli

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caffè. Eccolo qui. Ho le mani pulite, Vossignoria. Oh, che consolazione, che consolazione!» «Dov'è l'Eccellenza con cui parli? Da' qui il caffè, e dammi

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pure di marmo. Furon serviti liquori, caffè, biscotti e amaretti; e la bella signora Carboni, che aveva due profonde fossette sulle guancie e i capelli

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. La mattina era splendida; nell'aria limpida passava un dolce odore di mosto, di caffè, di vinaccia in fermentazione; le galline ed i galli cantavano

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figlio delle tue viscere, dopo tutto. Su! su! Adesso prendi un po' di caffè, poi discorrerete meglio. Fammi il piacere, figlio, Anania, va un po

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dove gli diede una scodellina di caffè e un pezzo di pane. Poi gli gettò sulle spalle un sacchetto logoro e lo trascinò fuori. Albeggiava. Faceva un

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caffè lucenti, nelle vie luminose, nelle alte case battute dal sole, dal riflesso del mare, tutto era luce, gioia, poesia. L'arrivo della prima lettera

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