Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: c

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 c  1 x + c 2 y + c 3 z = 0.
1 x +  c  2 y + c 3 z = 0.
1 x + c 2 y +  c  3 z = 0.
in particolare che  c  sia una circonferenza concentrica e interna ad l. Siano IM,
da I a c. Tali tangenti sono normali per ogni evolvente  C  di c.
Γ = B |c –  c  0|,
 c  l, c 2 son le costanti arbitrarie.
c l,  c  2 son le costanti arbitrarie.
(51) che per t → - ∞ la x tende all’infinito col segno di  c  1 se c 1 ≠ 0, allo zero se c 2 se c 2 = 0; per t → - ∞
che per t → - ∞ la x tende all’infinito col segno di c 1 se  c  1 ≠ 0, allo zero se c 2 se c 2 = 0; per t → - ∞ tende
all’infinito col segno di c 1 se c 1 ≠ 0, allo zero se  c  2 se c 2 = 0; per t → - ∞ tende all’infinito col segno di c
col segno di c 1 se c 1 ≠ 0, allo zero se c 2 se  c  2 = 0; per t → - ∞ tende all’infinito col segno di c 2, se
c 2 se c 2 = 0; per t → - ∞ tende all’infinito col segno di  c  2, se c 2 ≠ 0, allo zero se c 2 = 0. Cioè in generale (per
2 = 0; per t → - ∞ tende all’infinito col segno di c 2, se  c  2 ≠ 0, allo zero se c 2 = 0. Cioè in generale (per c 1 , c
all’infinito col segno di c 2, se c 2 ≠ 0, allo zero se  c  2 = 0. Cioè in generale (per c 1 , c 2 ≠ 0) il mobile
2, se c 2 ≠ 0, allo zero se c 2 = 0. Cioè in generale (per  c  1 , c 2 ≠ 0) il mobile proviene da distanza infinita e si
c 2 ≠ 0, allo zero se c 2 = 0. Cioè in generale (per c 1 ,  c  2 ≠ 0) il mobile proviene da distanza infinita e si
centro di curvatura) l’evoluta di una generica curva piana  c  si può anche definire come l’inviluppo c' della normale di
altresì che si denomina evolvente (o sviluppante) di  c  una qualunque delle infinite curve C che ammettono c per
(o sviluppante) di c una qualunque delle infinite curve  C  che ammettono c per evoluta, e hanno quindi per normali le
di c una qualunque delle infinite curve C che ammettono  c  per evoluta, e hanno quindi per normali le tangenti di c.
il senso dello scorrimento. Come si vede, pur essendo dati  c  e γ, per individuare le successive posizioni di c bisogna
dati c e γ, per individuare le successive posizioni di  c  bisogna stabilire di quanto e in che senso si fa scorrere
fa scorrere il punto di contatto, dopo averlo spostato di d  c  per rotolamento del profilo c su γ.
dopo averlo spostato di d c per rotolamento del profilo  c  su γ.
che  c  1 + c 2 + c3 = 0), otteniamo, dopo ovvie riduzioni,
che c 1 +  c  2 + c3 = 0), otteniamo, dopo ovvie riduzioni,
χ fra il raggio assoluto e il raggio relativo, cioè fra  c  u e c u - v. Mostrare in particolare che, per v molto
fra il raggio assoluto e il raggio relativo, cioè fra c u e  c  u - v. Mostrare in particolare che, per v molto piccolo
e quindi il punto mobile P giace sempre nel piano normale a  c  condotto per O. Ecco provato l’asserto, e precisato il
del moto. Vale la pena di rilevare che ove si indichino con  c  1, c 2, c 3, le componenti di c e si rammenti che, assunto
Vale la pena di rilevare che ove si indichino con c 1,  c  2, c 3, le componenti di c e si rammenti che, assunto O per
Vale la pena di rilevare che ove si indichino con c 1, c 2,  c  3, le componenti di c e si rammenti che, assunto O per
che ove si indichino con c 1, c 2, c 3, le componenti di  c  e si rammenti che, assunto O per origine delle coordinate,
cioè, più precisamente, l'asserire che un dato corpo  C  è in moto o in quiete ha senso preciso solo in quanto il
moto o in quiete ha senso preciso solo in quanto il corpo  C  si intenda riferito ad un altro determinato corpo C' e si
determinato corpo C' e si constati che la posizione di  C  rispetto a C' va variando nel tempo o, rispettivamente, si
che per t → - ∞ la x tende all’infinito (col segno di  c  2 se c 2 ≠ 0, col segno di c 1 se c 1 = 0). In conclusione
per t → - ∞ la x tende all’infinito (col segno di c 2 se  c  2 ≠ 0, col segno di c 1 se c 1 = 0). In conclusione il
all’infinito (col segno di c 2 se c 2 ≠ 0, col segno di  c  1 se c 1 = 0). In conclusione il mobile proviene in ogni
(col segno di c 2 se c 2 ≠ 0, col segno di c 1 se  c  1 = 0). In conclusione il mobile proviene in ogni caso da
se con  C  si designa ancora il punto di contatto della sfera col
nella uguaglianza, istante per istante, della velocità v  c  = v 0 + ω Λ (C - O) del punto C, considerato sulla sfera,
x = c, in cui diventi infinita. Considerato intorno ad x =  c  un intervallo (c - δ, c + δ'), interno al dato, la f (x) è
Considerato intorno ad x = c un intervallo (c - δ,  c  + δ'), interno al dato, la f (x) è finita e continua e
è finita e continua e quindi integrabile da x = a ad x =  c  - δ e da x = c + δ' a x = b, talché risulta ben determinata
e quindi integrabile da x = a ad x = c - δ e da x =  c  + δ' a x = b, talché risulta ben determinata e finita la
Ωξηζ una terna di assi fissi, e sia  C  la traiettoria di un punto mobile O, il cui moto lungo C
C la traiettoria di un punto mobile O, il cui moto lungo  C  sia definito dall’equazione s = t (s lunghezza dell’arco di
sia definito dall’equazione s = t (s lunghezza dell’arco di  C  a partire da un punto fisso). Si consideri il triedro
destrorso Oxyz avente per asse Ox la tangente alla  C  nel verso del moto e per asse Oy la normale principale
di curvatura in O. Dimostrare che, se si indicano con  c  e τ la prima e seconda curvatura della linea C nel punto O,
indicano con c e τ la prima e seconda curvatura della linea  C  nel punto O, si ha sempre,
riconosce immediatamente che (esclusa l’ipotesi  c  2 = O che dà un caso di quiete) il mobile proviene da
da distanza infinita dalla parte indicata dal segno di  c  2 e tende asintoticamente alla posizione di ascissa c 1.
di c 2 e tende asintoticamente alla posizione di ascissa  c  1.
qualsiasi C, lo si immagini comunque decomposto in parti  C  assimilabili a punti materiali, e si consideri il
costituenti il corpo C. Al variare della suddivisione di  C  varia, in generale, anche codesto baricentro G'; ma, come
La condizione di aderenza della cinghia con  C  l era compresa in a), ma, nella discussione, non ne abbiamo
su C, rimangono praticamente esclusi anche quelli su  C  l.
poiché per ipotesi è v 2 v 1, sarà parimenti A 1  C  A 2 C; cioè il punto C cadrà sul prolungamento di A l A 2
è v 2 v 1, sarà parimenti A 1 C A 2 C; cioè il punto  C  cadrà sul prolungamento di A l A 2 dalla parte del punto
con μ la densità (per ipotesi, costante); e siano a, b,  c  le lunghezze dei tre spigoli. Sarà m =μab c.
del quadrangolo, codesta verticale passa per il vertice  C  più vicino alla y, le due reazioni risultano determinate
in quanto debbono avere le linee di azione P 1  C  e P 2 C, e la loro risultante deve essere direttamente
come generato dal moto (di trascinamento) del profilo  c  rispetto a Φ e dal moto (relativo) di Φ' rispetto a c;
si annulla mai per  c  2 = 0 (o per h = 0); e se c 2 ≠ 0 ed h ≠ 0 si annulla
si annulla mai per c 2 = 0 (o per h = 0); e se  c  2 ≠ 0 ed h ≠ 0 si annulla soltanto per
il teorema di Chasles (n. 4), I'M  c  e I'M γ risultano normali alle traiettorie di M, cioè alle
γ risultano normali alle traiettorie di M, cioè alle curve  c  e γ.
 C 
al secondo membro un addendo (t - t 0 )2 c, dove  c  designa un vettore qualsiasi (anche funzione del tempo).
un solido  C  che debba sempre toccare (in un sol punto) un altro solido
che debba sempre toccare (in un sol punto) un altro solido  C  1 ha 5 gradi di libertà. Occorrono infatti 2 parametri per
per fissare il punto di contatto sulla superficie del corpo  C  e 2 ne occorrono per fissarlo sulla superficie di C l;
corpo C e 2 ne occorrono per fissarlo sulla superficie di  C  l; d’altra parte, escluso il caso eccezionale in cui il
q, verticale verso l'alto, che si può applicare in un punto  C  dell’asta, distante c dall’appoggio superiore, senza
che si può applicare in un punto C dell’asta, distante  c  dall’appoggio superiore, senza riescire a smuoverla.
legano le coordinate q h , sulla generica configurazione  C  relativa all’istante t, dovranno soddisfare alle stesse
h di una generica configurazione C', infinitamente vicina a  C  e relativa all’istante t + dt, talché avremo
un carico q applicato in C. Le distanze del baricentro e di  C  dall’asse sono rispettivamente a e c.
cerchiamo di renderci conto della attrazione del corpo  C  su di un punto P (di massa 1) situato nel suo interno (o
indichiamo con C* il corpo che si otterrebbe asportando da  C  la porzioncella γ, e che perciò occupa il campo S* = S - γ,
nelle quali intervengono soltanto a, b, c, ed m, si pone  c  = 0, si hanno senz’altro le formule corrispondenti,
 C  l, Γλ sono ora i centri O ed Ω delle due circonferenze λ ed
ordinaria descritta da un punto P di l (e quindiil profilo  c  si riduce al solo punto P) C si identifica collo stesso P,
P di l (e quindiil profilo c si riduce al solo punto P)  C  si identifica collo stesso P, mentre Γ è proprio il centro
moto di una figura rigida F sul piano, sia  c  una curva (piana) solidale con essa. Le posizioni
la proprietà caratteristica degli inviluppi la curva mobile  c  deve mantenerglisi sempre tangente, potendo variare, da
M. Di qua apparisce in primo luogo che la relazione fra  c  e γ è reciproca. Infatti se si considera il moto reciproco,
cioè quello della curva γ rispetto alla figura F, la  c  si presenta come inviluppo delle varie posizioni occupate
indicando con  c  il rapporto
linea di azione di v 1 + v 2 intersecherà in un certo punto  C  la trasversale A 1 A 2 alle due rette parallele r 1, r 2 .
1 + v 2, equivalente al sistema ( v 1, v 2 ), ha rispetto a  C  momento nullo, deve riuscir nullo rispetto a C anche il
rispetto a C momento nullo, deve riuscir nullo rispetto a  C  anche il momento risultante del sistema, o, in altre
di egual lunghezza e di verso opposto i momenti rispetto a  C  di v 1 e v 2 .
 c  x (P – O) = 0.
 c  designa un certo numero puro.
di contatto con la γ sia ad es. I, il punto fissato su  c  viene a trovarsi nell’intersezione J di c col raggio OI 0
punto fissato su c viene a trovarsi nell’intersezione J di  c  col raggio OI 0 di γ, od anche, poiché il moto avviene per
moto avviene per ipotesi senza strisciamento; che l'arco di  c  ha lunghezza eguale all’arco di γ. Ora si osservi che
della γ insiste sull’arco e come angolo alla circonferenza  c  insiste sull’arco cosicché l'angolo al centro di
 c  = ω Λ v r
Sono date una circonferenza  c  e una retta f fisse, tangenti in T. Un profilo rettilineo r

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