cavaliere. Così rispose il conte: «Se lo vuoi, lo sarai, buon Blabante. Ma gridami il perché di questo nuovo desiderio, giacché io ti conosco da sempre e
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sbagliato quando torneremo, Dio voglia in buon profumo, a Castel del Rio! Ma ora basta: andiamo a sentire la seconda prova». Poco più tardi, salendo una
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di nuvole pietose. E Narco, e il buon Blabante, cavalcavano sotto la stessa luna, ridendo fresche risate giù per la collina, come fa e ride l'acqua di
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, di buon vino. Ti darà forza e ristoro». Mangiarono e bevvero. Poi Blabante, che era un musico discreto, cantò una canzone appennina accompagnandosi con
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spada, pugnale, coltello e stocco il percorso. Poi disse a Blabante: «Buon amico, aiutami in questa facile prova: poiché un giro sarà uguale all'altro
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musica del giusto e del lieto, della festa e del buon riposo». «Così sia, mastro Blabante! Davanti a mago Antolfo, sotto l'occhio di Dio, qui metto il mio
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giusta distanza seguito la visita, mandò la voce a dire: «Buon conte, costui non è l'ultimo scannacani del contado: se ha fallito, occorre una sapienza
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