col sedere nell'acqua. Allora sentii ridere. Qualcuno, in tutto quel buio, stava ridendo di me. - Ippolita? Ormai ero abbastanza vicina al buco
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attaccato il «palpitante». Poi siamo dovute tornare fuori. Tra l'altro lí al buio non avevamo idea di quanto tempo fosse passato e Ippolita aveva ancora
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punto in bianco nel buio piú fitto. Non ci si vedeva proprio un accipicchia di niente, fortuna che avevamo portato una pila. La accesi, tenendola
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per respirare? Mi pareva di vederla lí distesa, piatta piatta, a soffocare lentamente nel buio polveroso Battevo i denti a pensarci; pestavo anche i
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provato e pensato nel buco nero invece non parlava, io credo che non ci riuscisse. Una volta che provai a domandarle che cosa facesse, lÍ al buio
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questi discorsi. - Perché? Hai paura? - No, non proprio, ma insomma non mi fa piacere, specialmente cosí quasi al buio come siamo. - Io non l'ho mai
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, come argomento.) Già, perché pioveva sempre, il salone era mezzo al buio e fuori l'acqua continuava a venir giú fitta fitta, con un rumore come di
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finta che tutto fosse normale. Tant'è, mi svegliai. Di soprassalto, come se qualcuno mi avesse chiamato. La stanza era al buio, pareva ancora notte
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