dei canti della Gegia. Tutto il giorno lavoravano insieme: | Bista | saliva sulla scala con l'abbacchio, e lei di sotto a |
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di qua chi di là, sui pancacci per dormir qualche e ora. | Bista | distendeva il suo pastrano e tutti e due ci si mettevano |
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le cose andarono bene; ma una mattina, allo svegliarsi, | Bista | si accorse che la Gegia, già levata, era seria e si |
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levava col sole, e Dio sa quel che gliene sarebbe - venuto. | Bista | dovette andarsene a lavorare e lei provò un grande sgomento |
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intanto non ci era un cane che potesse custodirla. Allora | Bista | si fece un animo risoluto e deliberò di riportarla al suo |
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arrivassero spesso gli allegri canti dei contadini. | Bista | camminò tutto il giorno, fermandosi raramente per ripigliar |
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che si sentirà riavere. - Che Dio ve ne rimeriti, mormorò | Bista | commosso. La mattina, all' alba, egli riprese la sua via: |
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in pace, giacche difficilmente l'avrebbe potuta scampare. A | Bista | gli si fece buio nel sentire quelle parole: dunque era |
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ritoglierla poco dopo. I magri risparmi della vecchia e di | Bista | sfumarono in un momento e lui vedeva, desolato, avvicinarsi |
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fatemi aver notizie, se qualche paesano vien laggiù, disse | Bista | con le lagrime agli occhi e il fardello infilato nella |
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vangava. - Ma dunque, eh? L'avete avuta la brutta nuova? | Bista | alzò il capo, col piede sulla vanga, cercando di asciugarsi |
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