i loro superiori. Io aveva una mamma bellissima, e non lo seppi che tardi, dopo la sua morte, sentendolo dire, ripensandoci, ed osservando i suoi
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bellissima e giovane mamma, che esortava la sua bambina ad imitarle. - Se ci vai, le diceva, se ti fai forza per vincere la tua timidezza - perchè non
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stupida mai piú. Sei tanto brava, Bellissima mia! — E le due si abbracciarono. Era proprio una scena commovente. — E ora, quel povero mercante
Bellissima e alla sua casa, e chiamava Tit nella speranza che egli rispondesse; ma Tit non parlava! Due volte al giorno un Nano si affacciava e posava un
inoltre vedere il letto di Rosetta e di Caterinuccia, in cui dorme anche Bellissima. Rosetta, ovvero Rosa, è la sorella piú grande, e Caterina è la sorella
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Bellissima è la piú contenta perché, essendo tutta di stoffa, non sente né fame né freddo, al contrario di Rosetta e di Caterinuccia. Ora vi fu un
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Bellissima, poi, che non ha mai fame. Non andartene, cara Rosa. Ora che la gallina è morta, chi mi farà compagnia? Bellissima non sa neppure parlare. Sa dire
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- Sí, - fece Bellissima. Caterí andò ad aprire, ma era il vento che aveva voluto fare uno scherzo. - Sei una sciocca, Bellissima, - disse Caterí
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- Che cosa faresti se non venisse? - No. - Stupida! Stupida! È vero che sei stupida? - Sí - E anche brutta. - No, — fece la povera Bellissima
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E la povera Caterina si mise a piangere, perché era piccola e sola e la nera e brutta notte cominciava a scendere. E quella stupida di Bellissima non
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possibile? Neppure uno straccettino? E questo, che cos'è? — Pensate, era la povera Bellissima. — È la mia bambola, questa, — disse Caterí, piuttosto offesa
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e la raccolse dalla spazzatura, e via se ne andò senza dir niente con Bellissima dentro il sacco. E quando Caterí si voltò, l'ornino e Bellissima
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. E poi la crema di mandorle. — Non ho pollastrini, non ho crema di mandorle. Rosetta non c'è, e anche Bellissima se n'è andata. Il viso di Tit
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andata. È stato l'ornino a portarla via. Come farò senza la mia Bellissima! Voglio Bellissima! — E Caterí piangeva, mentre Tit passeggiava, meditando
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Bellissima? Bussarono, e venne ad aprire la signora Guardaboschi. Era una cingallegra, e portava il grembiule bianco. Al suo grembiule erano appesi due
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lei, si rincantucciò e abbassò gli occhi. — Ma no, signora, — rispose Tit, piuttosto risentito, — é la madre di Bellissima. Avete nessuna notizia di
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Bellissima, e invece sognò che la cingallegra dava ospitalità al re dei Topi bianchi, e finalmente gli staccava il gatto dalla coda; ma era un semplice
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per la tua festa, - disse. — Sono qui con questa signora, che è la madre di Bellissima, per sapere se avete sentito parlare di una certa Bellissima
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parola. Tit chiese il permesso di visitare il castello, per vedere se per caso ci fosse Bellissima. Fa' pure, — disse la Signora del Pineto, — visto che
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e Tit mangiarono ancora parecchio, e perlustrarono le sale, le stanzine, i corridoi; ma Bellissima non c'era. Allora si sedettero nel salotto verde
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fragole. La Signora del Pineto si avvicinò: — Avete trovato Bellissima? - chiese con leggera ironia. — No, — rispose Tit, e non parlò affatto della sua
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Bellissima, che è partita con lo stracciarolo; ma neppure qui l'abbiamo trovata. Ne avete notizia, voi che girate tanto? Il mercante rispose di no, e
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occhi fatti del medesimo filo rosso. — È Bellissima, è Bellissima! Tutti erano commossi. La Regina delle Fate si soffiava il naso col suo grazioso
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ricordava che era notte. Quando distinse Caterí, Bellissima e Tit, Rosetta cominciò a ridere e a piangere, fino ad essere così buffa che anche l'automobile
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giorni? — chiese Caterinuccia. — Certo, certo. Caterinuccia, Rosetta, Tit e Bellissima si presero per mano e ballarono intorno al tavolino cantando
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Doveva essere nata da poco tempo, perché era circa della statura di Bellissima; aveva un grembiule bianco con un bavero d'oro e una reticella d'oro
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bellissima Principessa. Ma prima molto gentilmente volle fare una suonatina sulla chitarretta che aveva al collo. La canzone diceva:
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era morta, e Bellissima le asciugava gli occhi con le sue mani di stoffa. — Verrò a trovarvi! — gridò Tit. Caterí stava per dirgli: — Hai lasciato la
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Udita che ebbe questa canzone, Caterí si mise a dormire, contenta, con Bellissima ai piedi del letto. Quella sera corse subito verso il Palazzo del
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grandi, e certune perfino la gobba e gli occhi storti. Figuratevi. Finalmente, Paolo Pietro vide una bellissima Principessa, con tre collane di perle e
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soltanto un sogno di bianco che generava bianco, così quando lui sveglio guardai a lungo, di là dalla finestra, la luna, che quella notte era bellissima e