, Enrico Nencioni, scriveva, nel 1886, all'autrice una bella lettera della quale crediamo opportuno riportare qui alcuni brani: "In tutti i suoi
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d'autunno inoltrato, in campagna, nella provincia d'Arezzo e proprio entro una bella stalla ove erano riunite tutte le comari del vicinato con le
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bella e buona! O che voleva morir lì, in mezzo a quei villani, e sposare un contadino con le bullette nelle scarpe; lei che forse era figlia di qualche
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..... - Senti che bella ragione! Son contenti tutti; ma tu sei contenta? Col marito ci hai da star tu, non gli altri. Non far la sciocca. Se non ti piace
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L'impressione, che la gentile e bella città produsse sulla Virginia, fu straordinaria, indescrivibile. Le prime volte che uscì di casa, rimaneva così
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grande sorpresa: la Gigia, la maggiore delle sue sorellastre, una bella ragazzotta di sedici anni, bionda, florida e precoce, le si accostò con insolita
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incappellato una bella febbre a star qui tutta la notte: ci avete guadagnato questo; e se non andate all'ospedale a Grosseto a farvi curar subito
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malaugurio... - Non parlate a caso, Sandro, e non incolpate nessuno... - Sì sì, se te lo inciampo in queste vicinanze, vedrai che bella giubba di legno
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carico nel cortile. Io gli dissi: sentite, i miei fratelli vogliono darmi uno che ha il carretto, la mula, una bella vigna e ogni ben di Dio in casa
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dicendogli con un'espressione infernale: So' per bene? (son bella?). - Egli scrollava il capo senza capire, o qualche volta, fra il serio e lo scherzevole
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di cortesia, mostrandomi le fila dei suoi denti sani e bianchissimi. La prima volta che la vidi, con un bambino in collo, bella, bruna, con quegli
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