Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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in un'età di ferro! Nelle viscere tue stan marmo e cerro,  bel  campanile! I tuoi merli son gloria e apoteosi! L'ellera
quaggiù dalla vallata dell'erbe in sullo smalto, o mio  bel  campanile, o chiesa, o spalto, che il sole indora!
e riverente io l'odo: e ripenso ai misteri e a Quasimodo,  bel  campanile! Che l'Angelus tu pianga o canti l'Ave, canti e
un cherubino, e vi nascean colombe ed usignuoli: oh il  bel  cammino, fra le intatte bianchezze e i dolci voli! Oh
sogno fortunato ... e al dottore lo voglio raccontare; un  bel  sogno ... era un giovane soldato, poi venne un prete ...
E le madri rampognarono i ragazzi scapestrati!... Ma a un  bel  fuoco i piccioletti piedi e gli abiti asciugati, in attesa
ci ponemmo a desinare; era il giorno del compare, un  bel  giorno in verità! Dio! d'argento son le nuvole... Io non
dei miei pensieri facesti, o mia Musa. soccorrimi! un  bel  canto ispirami! ... E’ una tomba, è muta, è chiusa. Ed
mimose, non ci saranno ingrate; e i bianchi crini del  bel  veglio, pari ad aureola di santo, c'inviteran, come raggi
leggerai pensando di chi visse di te, mio venerando. Mio  bel  vecchietto dalle chiome bionde, che già osservi e già
son dessi che riedono nel sacro momento... Son dessi - un  bel  pargolo, la madre pensosa, la povera sposa che bacia
di quell'annata, la maggior tempesta. Un mio ganzo, un  bel  cerro, asfissiato morì nel turbinìo, e noi, bontà di Dio!
di quell'annata, la maggior tempesta. Un mio ganzo, un  bel  cerro, asfissiato morì nel turbinio, e noi, bontà di Dio!
marzo che chiami da' suoi bui cammini il redivivo bruco;  bel  forier dell'aprile!... oh! invia nei cori le verdi
il feto; quella tomba d'aceto un canto mi cercò. Era un  bel  dì di luglio; dagli ampii finestroni piovean cadenze e
vien. E ha già segnato il numero il povero bambino, e un  bel  nome scientifico, e il cippo cristallino, prima ancor che
pianto, l'orribile mio canto posso mutare ancor... Era un  bel  dì di luglio; dagli ampii finestroni piovean cadenze e
giuliva il focolar ch'ei di conforti priva ... Finché, un  bel  dì, la fervida crestaia la gonna sdegnerà dell'operaia, e
sul morbido guancial! - Egli morrà, giuravalo... E poi, mio  bel  Sultano, se non mi dai la mano come potrei salir? %II
scende il gaudio dal paradiso, più non interrogo che il tuo  bel  viso! Quel viso candido coi capei d'oro, che non v'ha
riso e le carole: e splende ancor sulla tua testa bionda un  bel  raggio di sole. E mentre io cerco a quest’etica Musa che mi
sua mitra poi, spesso, pian piano, compare un nano. E il  bel  mar degli azzurri e delle calme si popola di chiostri e di
ho seppelliti nell'orticello pien di aranci e d'ali dove un  bel  pozzo invita ad aver sete, e dove spesso brillano gli
in tasca non ho. Sa lei chi era Tonio ? - mio figlio! un  bel  bruno! Lavoro e digiuno - l'han fatto morir. Gli ostieri,
che mi fornian le rime un sigaro fumato in santa pace, e il  bel  profilo di due spalle opime. Due spalle opime, due spalle
semiaperta, rantolante di un sonno pesante, seminudo il  bel  corpo agile e ambrato. Sedetti piano. ... La lunga teoria

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