Due piccoli pappagalli, comprati per un bambino. Di lì a poco il bambino parte con la madre, che lascia casa e marito. Con l°uomo rimane la vecchia
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queste lettere. A) l`uomo? B) la donna? C) il bambino? D) una vicina senza volto? E) io che scrivo?
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casa, vicino alla cancellata, un bambino si nasconde a una bambina, e su di lei piove l'ironia del sole.
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treno lo prendo solo verso Roma e molto, molto di malavoglia. Non era cosi da bambino, quando mi facevo accompagnare alla Stazione grande di Modena a
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chiusa, dal battuto di terra, dov'è entrato una volta ch'era scalzo il bambino, e ci ripensa sempre. Sei la camera buia cui si ripensa sempre, come al
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Perchè sei pallido o mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui di un dubbio non scese il velo, infaticabile s'affisa in cielo? Non
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, meste, tarlate, mute... dell'eterna salute ove, ove trovi un segno? Bambino, l'ineffabile tuo visino d'amore giace fra questi ruderi, circondato d'orrore
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non so nulla, che ho intero il genio di un bambino in culla. Giù, giù, giù vino, giù sonno ed oblìo! E al primo albor su questo cranio mio, fanciulla
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sereno, se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento, o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti voglio innamorar: la sua
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povero bambino, e un bel nome scientifico, e il cippo cristallino, prima ancor che sul lugubre letto la madre frema, e che nell'ansia estrema se ne
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par notte il giorno e l'aer più greve e più cattivo il mondo, bambino mio giocondo, perché sei lungi; e col pensier ti attorno, e mi par notte il
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uscì. Ritornerai bambino; vedrai la mamma al vino per te l'acqua sposar, mentre gli altri, bevendolo schietto, parean burlar!... Fu con questo lontano
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sempre adorarti, o Signore, negli astri in cielo e nei fiori in giardino; dammi la calma e dammi un po' d'amore e permetti che viva il mio bambino
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per gli effluvii del tuo dolce viso io potrò ancora credere e sperare di valer qualche cosa; o mio bambino, unica mia dolcezza, o mio giglio, o mimosa
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della gloria, ch'ora, ironie dell'esistenza schiava, piangon nella memoria. Albe, concenti, aureole svanite, in cui fu il mio bambino animo assorto, voi
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all'anime ansie ancor del mio destino, e susurralo all'orecchio del mio pallido bambino: non un verso a Bruto o a Cesare, non un sol gettato ai venti in cui
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