, giù nel ventre del bastimento. Alcune tornavano indietro a porgere ancora una volta i bimbi al bacio del marito, o a stringere e ristringere la mano
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rivederci. Coraggio. Il vecchio le prese la mano, gliela baciò due o tre volte, versando due grosse lagrime, e l'accompagnò con lo sguardo fino all'uscio: poi
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. Allora baciò con espansione il bambino, si rasserenò, ringraziò, e tutti uscirono. Pioveva già forte. Eppure il piccolo corteo, seguìto dal
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bacio supremo, anzi molti baci supremi. - Ah! Nina mia! -Ah! moe poveo Gêûmo! - E... niente spagnuolo, oh no davvero. Detto questo, scomparve, ma tornò un
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soldi. Andò a salutare la famiglia di Mestre, e baciò il piccolo Galileo. Vari uomini le si avvicinarono col cappello basso, e stettero discorrendo un
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e paura. Scioltosi dalla madre, il giovane s'avvicinò a lui, e gli diede sulle guance smorte un bacio freddo, che quegli non ebbe la forza di rendere
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s'allontanava. Quasi tutti ci salutarono con la mano. La signora grassa mandò un bacio al Galileo con un gesto impetuoso. Osservai ancora una volta il mio
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partire. Il garibaldino fu l'ultimo a salutarla, mentre era già sul piccolo ripiano della scala. Essa gli porse la mano, ch'egli baciò, e poi
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discorso che non volle uscire, e lí sulla soglia, sotto gli occhi del controllore, baciò sulla fronte Arabella, mettendole la mano sulla testa, come aveva
letto, dava un bacio, una carezza allo zio, e usciva col suo passetto d'uccellino, lasciando un senso di lieta freschezza nell'aria. Nella soave
gioia: "Com'è bello! Troppo bello, zio ... Grazie!" Si alzò sulla punta dei piedi e baciò lo zio sulla fronte. Demetrio a quel contatto di piuma sentí
stanzino era pieno, volle dare un bacio alla sua Arabella. Passò nell'altra stanzetta, leggermente, per non svegliare la bambina. Non piangeva, non
prese la testa tra le mani, la baciò sui capelli, col fazzolettino aiutò ad asciugare le molte lagrime che le bagnavano il viso, ma senza piangere essa