Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: baccio

Numero di risultati: 27 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

L'idioma gentile

209291
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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darebbe la vita per darle un baccio. E non risparmi neppure quei toscaneggianti che, credendo di pronunziar toscano, non fanno di quella bella

Pagina 77

Da Bramante a Canova

250892
Argan, Giulio 1 occorrenze

primi disegni per la facciata sono anteriori all’ottobre, quando Leone X e il cardinale Giulio de' Medici decidono di affidare a Michelangiolo e a Baccio

Pagina 40

Le due vie

255447
Brandi, Cesare 1 occorrenze

Combattimento della ragione e della libido di Baccio Bandinelli, e commentando che il dipinto di Tiziano è una traslazione veneziana della teoria neoplatonica

Pagina 181

Leggere un'opera d'arte

256646
Chelli, Maurizio 1 occorrenze
  • 2010
  • Edup I Delfini
  • Roma
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Montefeltro, nel Palazzo Ducale di Urbino, finemente decorato ad opera di Francesco di Giorgio Martini e Baccio Pomelli.

Pagina 195

Saggi di critica d'arte

261873
Cantalamessa, Giulio 1 occorrenze
  • 1890
  • Zanichelli
  • Bologna
  • critica d'arte
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l'Appennino, ha visto Firenze di cui tanto avea sentito ragionare; accolto onorevolmente dalla lieta brigata che si raccoglieva nella bottega di Baccio d’Agnolo

Pagina 42

Scultura e pittura d'oggi. Ricerche

266181
Boito, Camillo 1 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Bocca
  • Roma-Torino- Firenze
  • critica d'arte
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Corte pontifìcia; bisogna venire anche più in qua, non a Baccio Pintelli, non all’Alberti, ma al Bramante.

Pagina 233

Un viaggio a Roma senza vedere il Papa

663976
Faldella, Giovanni 1 occorrenze

gigante scolpito dal nemico del Cellini, Baccio Bandinelli. E sopra il Perseo mi scesero nell'anima le Madonne di maiolica di Luca della Robbia, e le

MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679344
Praga, Emilio 20 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
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volta da un sogno, ho parlato troppo forte, l'ho risvegliato. Baccio, che in meno d'un baleno era salito e ridisceso, mi appoggiò la bocca all'orecchio

, facendoli languire a fuoco lento, alla perfine seppero quanto volevano sapere senza che nessun Baccio e nessun medico venisse a frapporsi e a troncar sul più

giunto. Baccio, col viso stravolto parlava a bassa voce con Don Prosdocimo, i cui lineamenti severi si erano rabboniti di molto, la Mansueta guardava

Mansueta se li condusse via coll'esca di due mele cotte nella cinigia. Restammo soli, io, il vedovo e Baccio; soli e in un mestissimo silenzio non interrotto

verde che uscia da un buco dell'imposta. Pochi istanti dopo, un rumor di passi si avvicinò e una vocina fievole chiese chi fosse. - Son Baccio. E la

per metter la spranga alla porta, dopo il rosario, di domandarmi se ci sono stato «Baccio e il pertugio?» oppure soltanto « Baccio» ... Sissignore, va

poco a poco il discorso cattivò la mia attenzione, e vi presi parte anch'io. Dopo cena Baccio mi accompagnò nella mia camera. Gli manifestai la mia

barattoli e me ne tornai difilato a casa. Don Luigi non era rientrato. Baccio mi disse misteriosamente: - Il sor curato è salito alla Carbonaia, ciò vuol dire

preparata la tavola per la colazione. - Tre posate? chiesi a Baccio che ripuliva, strofinando e soffiando, il mobiglio. - Ma sicuro; uno voi, due il signor

? - Suona un'altra volta, disse il più piccolo. Suonai io, e Baccio fu tosto ad aprirmi quella memorabile porticina. - Oh! bravi ragazzi, sclamò: siete

disse: - Quanto vi sono grato di non aver proseguito il vostro viaggio. Oh! non l'avrei perdonata a Baccio, se vi avesse lasciato partire. E data

e molto sospirato, gli venne la fantasia di farsi vestire e trasportar da Baccio fino lassù, sotto la sua quercia. Il giorno dopo era guarito. Ebbene

Baccio che mi passa accanto frettoloso senza vedermi. Entrando nel cortiletto mi sgomenta un po' il trovarvi il cavallo del dottor De Emma. Fosse malato

. La mattina seguente accadde a Baccio cosa tanto straordinaria che egli, per la prima volta in trenta anni di esercizio, si lasciò precedere nel

tempo. - Ohimè, gemetti, neanche Baccio non c'è più! Difatti quando passai accanto alla vasca, vidi che l'acqua ne sgorgava da una grossa fenditura

più grandiose di tutte quelle intravedute attraversando il villaggio. Certo doveva essere l'abitazione di Baccio. Due fanciulli vi stavano giocando sul

avresti dette due ostie appiccicate alle chiome. La turba era ginocchioni; gli uomini a destra, le donne a sinistra; il solo Baccio era in piedi

ancora ripiegando i tovaglioli, quando Baccio entrò con una faccia sepolcrale, ed annunzio l'arrivo del sindaco. Il curato ebbe un movimento di tutta la

borbottio del rosario: - una vecchia dalla voce rauca faceva le proposte; un coro di gemiti rispondeva. Baccio spegneva le candele. Poi uscivano dalla chiesa

squilli di benedizione taceva. Baccio, svestito, coll'abito di sacrestia, il sacro carattere delle sue funzioni, usciva in campagna con tutta la sua