possibilità di morire e mandò a chiamare il notaio Brisighini per fare testamento. La contessa non aveva eredi diretti: né figli, né fratelli, né nipoti
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dai tarli, le poltrone di fine ottocento e tutte le altre anticaglie di lusso che la contessa Orisanda aveva via via accumulato nel corso della sua
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, pensò, era un peccato non portarla a passeggio. E anche lei, a dire il vero, aveva voglia di fare due passi. «Forza, Amanda» si disse. «Esci a
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tutto vestito di nero, con tanto di cappello a cilindro. - Sai chi è quell'uomo? - fece il maresciallo Fizzotti, che aveva seguito lo sguardo del
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male fu il nipote Leopoldo, a cui la zia, con dolce perfidia, aveva lasciato in eredità soltanto il cannocchiale dell'intrepido bisnonno. - Stupida
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indietro, vide che Virgilio Zambelli aveva già chiuso gli occhi. Si chinò su di lui, in ascolto, e sentì che il suo respiro era placido e commesso. - Dormi
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le lenti, le inforcò, raccolse i fogli che il direttore aveva appoggiato sulla scrivania e cominciò a leggere attentamente.
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direttore di Villa Felice, aveva imparato a comportarsi di conseguenza. - Mi vuoi dire perché sei qui? - chiese con la sua voce tranquilla, mentre Argo
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amici, ma che non ci voleva più andare perché aveva litigato con la fidanzata. Poi tirò fuori un enorme cabaret di pasticcini e due bottiglie di spumante
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mi succede. Il direttore confabulò a lungo con l'avvocato. E, man mano che la conversazione proseguiva, la smorfia ironica e saccente che aveva
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VILLA FELICE CENTRO DI ACCOGLIENZA e la confrontò con un bigliettino spiegazzato che aveva tirato fuori da una tasca dei jeans. Fece qualche passo in
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altro, adesso? - rise l'Enrichetta. - Dai, muoviti... In quel momento si aprì la porta e spuntò la testa dell'Ernesto. Aveva sul viso un'espressione
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Pinuccia, esitante. - Sicuro? Sicurissimo! Ho fatto le mie indagini, come aveva chiesto il professore. E questo è il risultato. - Se la ragazza è davvero
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viaggio verso un'altra città, lontana, irraggiungibile, al sicuro, libera di disporre a proprio capriccio della debole creatura che in gran furia aveva
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proprio. Forse... - farfugliò Amanda, rossa di vergogna. - La verità è che volevo riprendermi Tea, e basta. - Lo so. - Virgilio Zambelli aveva l'aria
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il direttore, che aveva rituffato il naso nella rivista di automobilismo. - Il mio cane. Siamo invecchiati insieme, noi due. Come potrei abbandonarlo
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autoambulanze. - Tacque un momento impensierito, rimirando le monete che aveva sparpagliate sul letto. Poi biascicò, con voce desolata: - Ecco, ho di nuovo perso
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le tapparelle. - Sveglia, giovanotti... - annunciò una voce acuta. - Sono le sette e mezza! Il professor Zambelli, che aveva trascorso una notte
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nostrana, per via delle piante esotiche, come la palma, la magnolia, il ginko o il banano, che la contessa Orisanda aveva fatto piantare insieme ad
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che le avessero voluto un gran bene, quand'era viva, perché donna Giuseppa aveva sempre tenuto con loro quell'atteggiamento di superbo distacco che è
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impietosa, aveva toccato il cuore del problema.
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. - Ti piace Dorotea? La bimba fece una smorfietta con le labbra e tutti giurarono che aveva detto di sì. - Visto? Il primo problema è stato risolto. Ora
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aveva visto fare nei film gialli americani. Solo allora si sentì davvero tranquillo. - Finalmente! - disse. - E ora, non chiedetemi dove li ho
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che effettivamente anche a lui erano spariti un paio di guanti da chirurgo e il direttore ricordò che il giorno prima l'infermiera di turno gli aveva
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. Soddisfatto di quella prima vittoria, che gli restituiva tutta l'autorità di cui aveva bisogno in quel momento, Leopoldo Umberto Ba.. gliotti-Gagginis
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guardò tutti, uno per uno, come se sentisse improvvisamente il debito di affetto che aveva contratto con loro. - Tu? Proprio tu? - Certo, proprio io
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