cristiana! L' Orco si fermò a piè dell'albero, e cominciò ad annusar l' aria: — Oh, che buon odore! — Il Re aveva i brividi mentre i mastini frugavano
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torno. — E si trovò nel bosco, dove aveva incontrato quella ragazza. — Maestà, da queste parti? Che buon vento vi mena? — Son venuto apposta per te
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sangue. C' era dentro un bambino piccino piccino: lei gli aveva schiacciata la testa! Il Re, visto quell' atto di superbia e il bambino schiacciato
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cavallo, la sollevò, e, visto che non s' era fatta nulla di male, cavò di tasca le poche monete che aveva e gliele mise in mano: — Vecchina mia, non
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vale. — Pensa e ripensa, un giorno il Re, visto che il suo servitore era tutto sudato dal gran lavorare che aveva fatto: - Vien qua, — gli disse — vo
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valenti, non n'avean saputo conoscere la malattia. Dicevano ch'era matto; ma egli ragionava benissimo. Aveva soltanto dei capricci, e dimagrava
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voleva la pelle. — Venga a prendersela. — Si combatterono colle spade, e il Re Moro lo aveva conciato così bene, che il Reuccio grondava sangue da
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pesciolino di meschina apparenza. La fortuna lo aveva aiutato: era il pesce senza fiele. — Va bene; — disse la Reginotta — mettetelo lì. Ora si mandi dal
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e certi occhietti piccini piccini. Il Re non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, non seppe frenarsi. — Che cosa voleva? — Maestà
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Nano era potente: aveva vinto l' Uomo selvaggio; doveva tramare qualche brutta vendetta! — Il Re rispondeva con una spallucciata: — Se quello sgorbio
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nella pelle dall' allegrezza. — Il Reuccio gli aveva menato un calcio: le stava bene a Spera di sole! - Il Reuccio pochi anni dopo pensò di prender
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gusci delle lumachine che aveva già vuotati, e con un po' di saliva glieli applicò bellamente dov' era il posto degli orecchi; la Reginotta ebbe gli
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. Questo giovine è figlio d'un regnante. Una maga gli aveva fatto l' incantesimo, e per romperlo ci voleva la ragazza dal dente d' oro. Ora dovrete sposarvi
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ridevano in viso. Quel giorno della disgrazia, la vicina le aveva dato il soldo bucato messole in mano dal cenciaiuolo; ma la povera donna, dalla gran
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Regina dovette inghiottire quest' altra pillola amara, e che pensò? Pensò di accertarsi coi suoi occhi di quello che il Reuccio aveva detto: — Testa-di
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-rospo che dormiva in fondo, sopra un letto lavorato d' oro e di pietre preziose, con cortinaggi di seta e lenzuola bianche più della spuma. E non aveva
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contadino, che, invece di cento, ne aveva portati un mezzo migliaio. — E giusto, — rispose il Re. E gli fece un bel regalo. Saputasi la cosa, tutti
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capo. — Questa è opera di Topolino! — Maestà, — disse il Ministro che aveva suggerito di far divorare Topolino dai gatti — si costruisca una gran
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era diventato un altro. Domandò umilmente perdono del male che gli aveva fatto, e conchiuse: — Giacchè questo è il volere di Dio, sposatevi e siate
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un ramo, e comincia a cantare. Il Re avrebbe voluto tirargli, ma faceva buio come in una gola. Intanto aveva una gran voglia di dormire! — Cardellino
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vedi che cosa hai in mano? Il racconta, fiabe guardò: aveva in mano un pugno di mosche! E tornò addietro scornato, e di fiabe non ne volle più sapere
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Ranocchino! L' aquila lo aveva già digerito da un pezzo! — Si presentò la vecchia: — Maestà, Ranocchino ve lo farei trovare io; ma ci vuole un gran coraggio
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viso. Ranocchino, si capisce, le aveva già perdonato. Si fecer le nozze con magnifiche feste, e Ranocchino, a suo tempo, ebbe la corona reale.
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TÌ, TÌRITI, TÌ C' era una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi, e largo quanto la palma della mano. Vi avea rizzato un pagliaio e
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IL RACCONTA-FIABE C' era una volta un povero diavolo, che aveva tatto tutti i mestieri e non era riuscito in nessuno. Un giorno gli venne l'idea di
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SPERA DI SOLE C'era una volta una fornaia, che aveva una figliuola nera come un tizzone e brutta più del peccato mortale. Campavan la vita infornando
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CECINA C' era una volta un Re, elle amava pazzamente la caccia, e per essere più libero di andarvi tutti i giorni, non aveva voluto prender moglie. I
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ne dirò un'altra. — E cominciò: — C'era una volta una bambina, che aveva la mamma matta e la' nonna più matta di lei. La nonna le fece un cappuccetto
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TOPOLINO C'era una volta un Re, che più non viveva tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina gli aveva detto: — Maestà, ascoltate bene
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richiamarla; ma la vecchiarella aveva svoltato cantonata ed era sparita. Otto giorni dopo, si presentava un forestiero, chiedeva di parlare in segreto col Re:
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. Ogni giorno, all'alba, la gallina si metteva a schiamazzare; aveva fatto l' uovo. La vecchia lo vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane. La
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Re, e sentito: Bimbo mio, tu, sarai Re, la prese in mala parte, perchè non aveva avuto ancora figliuoli e ne era accorato assai. — Comarina, — le
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C'era una volta un sarto, che aveva tre figliuole, una più bella dell' altra. Sua moglie era morta da un pezzo, e lui si stillava il cervello per
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volta un povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli, che se lo rodevano vivo. Il maggiore contava dieci anni, e l' ultimo appena due. Una sera il
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? Mentre picchiavo, c' era lume. — Uh! vi sarà parso. — La cosa era arrivata anche all' orecchio del Reuccio che aveva già sedici anni. Il Reuccio era
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non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma non era come dirlo. Quale? La grotta non aveva che quell'unica uscita. E passò un altro giorno. La
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cominciava a rizzarsi; tì, tìriti, tì, il seminato si rizzava come se nulla fosse stato. Il Re, sicuro del fatto suo, lo aveva mandato a chiamare: — C'è
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