un fil di luce trapelar per la finestra nella sua camera, balzava subito giù del letto e con atto cosi istantaneo, che non aveva tempo di avvertire
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mettersi nel capo. E così prima d’aver compiuto le scuole ginnasiali e liceali aveva quasi tutte le tre cantiche dell’Inferno, del Purgatorio e del
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aspetto, se aveva qualche pena o affanno, non lo sentiva più. Quando assisteva a qualche divertimento, che gli andasse proprio all’animo, volgeva tratto
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lezione, andava subito al suo posto, che aveva riguardo fosse sempre pulito. Dio ne liberi dal pur pensare che egli tormentasse i vicini! Aveva sempre in
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che si servisse da sé; aveva occhio a scegliere sempre la porzione più piccola, ed era sempre lì ad avvertire col gomito Sandrino, che era piuttosto
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agli altri, per cui Enrichetto aveva una specie di venerazione, soleva dire: che se si sapesse tirar profitto de’minuti e dei quarti d’ora che corrono
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tutti i commensali. Egli aveva tradotto in abito i seguenti precetti, che il padre aveva diligentemente raccolti e fatti imparare a memoria a’suoi
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Dopo pranzo il signor Carlo il più delle volte aveva per uso di uscire a fare una passeggiata e conduceva con sé, secondo i meriti, ora l’uno, ora l
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, e studenti negli ordini più elevati di studi! Aveva egli un’idea così alta della classe di quei che frequentavano le scuole, alla quale egli
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tirar innanzi essi: e peggio è quando intrattengono tutta la compagnia sopra cose frivole di nessun momento. Ma egli aspettava il suo torno. Aveva cura
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Qualche volta in quelle serate si giuocava: ma il signor Carlo aveva cura che i giuochi non fossero rovinosi ed incentivi al guadagno; ma si un
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tempo sulle tracce de’ suoi difetti, stava in sull’avviso, e si studiava di guardarsene e di correggersi il più che fosse possibile. Egli aveva inteso dal
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allegro e brioso di lui nel conversare. Aveva mille partiti da proporre, mille ripieghi da intromettere, non mai impacciato in nulla; faceto e burlevole
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La sera, prima di andar a dormire, Enrichetto aveva contratto l’abito d’un lavoro, che aveva visto raccomandato dal Tommaseo in un libro educativo
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un poggio aperto, non troppo discosto dal paesello, in mezzo di graziosi vigneti. Quivi Enrichetto, come quegli che aveva per massima di non sciupar
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faceva buona cera all'uno, era guardato di mal occhio dall'altro. Onde per non venire in urto con nessuno, aveva pigliato il ripiego di non praticare
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volta, che Sandrino di soppiatto aveva spiccato un arancio da un vaso, dinanzi a tutti gli invitati lo costrinse a confessare il suo fallo e a
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un'aringa provando la colpevolezza delle due donne. L'avvocato difensore invece protestò con modi, sdegnosi contro l'avvocato fiscale; perchè aveva
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non ebbe molto a riflettere sulla scelta dello stato. Egli fin da ragazzino era preso d'ammirazione per il medico di sua casa, da cui aveva appreso
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più corretti debbono essere i costumi. Studiando le statistiche, egli aveva trovato che non tutti i ragazzi compiono gli studi elementari, pochi poi
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Bettina è una donna da' trenta a' quarant'anni; fanciulla, aveva conosciuta l'opulenza; ma disgrazie sopraggiunte la privarono delle ricchezze, e con
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miglioramento della plebe, aveva così fede nelle associazioni, chiamate da lui la Provvidenza de' poverelli, che persuadeva tutte le famiglie del
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a guardare se mai vi riconoscesse qualcheduno, e tosto ne raffigurò due, a cui aveva già prestati i servigi dell'arte sua, che conosceva per
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l’Istitutore del premio, che credettero riconoscervi i Giudici che lo premiarono, e che costantemente aveva in vista nel compilarlo il sottoscritto
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che sono la causa del suo disgusto, della sua noia. Qualcuno tuttavia, sul quale aveva fatto maggior impressione il mutamento sopravvenuto nei mezzi
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. Racconta Franklin nella sua Vita che «in mezzo ai suoi affari di negozio aveva finito per convincersi che la verità, la probità nelle relazioni
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Francia a un negoziante arricchito che aveva supplicato per essere ammesso fra i nobili dello Stato. Il re avealo avuto per il passato a suo
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proprietari di terre che li aveva tenuti schiavi per sì gran tempo. Non l'Inghilterra soltanto, ma l'Europa, ma il mondo ricorderanno sempre con affetto il
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liberarmi, quanto meno, le mani dall'impaccio del cappello che ero obbligato a far viaggiare, esso che aveva già viaggiato con me, la notte, da Genova
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antica in un Fabio Massimo di cui diceva Catone: che in esso era una gravità condita di cortesia, né la vecchiezza gli aveva punto mutati i costumi
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parlato. L'ultimo, cioè Publio Cornelio Scipione Emiliano, detto poi Africano minore, aveva ad istitutore ed amico lo storico Polibio che lo accompagnò
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faccia alla scienza, o giovani, voi siete tutti eguali: diceva Napoleone il grande ai suoi guerrieri che ognun di loro aveva nello zaino il bastone di
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diventerebbe ministro, più che della giustizia, del capriccio e della prepotenza di chi governa, ed arma e stromento di partito; aveva in mira una tale
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colti; e con questo, dicendo che il medico antico non lo aveva saputo guarire, si credono dispensati dal soddisfarlo, e si preparano intanto a pagare il
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prediletto, il Cerise gli faceva credere provenisse da una pubblicazione letteraria a cui l'insigne professore aveva attaccato il suo nome». «Non era
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con un carattere tristo. Cuvier era amabilissimo con tutti. Talma, il grande attore, non aveva ombra d'affettazione. Canova si lagnava, con
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Michelangelo aveva usanza di dire che le cose buone non si fanno in fretta, e che i giovani che vogliono riuscire eccellenti nell'arte non devono
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arrossire durante la lettura fece sopprimere dal relatore il brano della memoria frankliniana che aveva la prima volta eccitate le omeriche risa di quella
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po'tremante, perché ero nello studio del dubbio e dello scoramento; ma egli mi rimise presto il fiato in corpo e dopo una ventina di pagine che aveva
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creatura; né mi terrei dal sogghignare quando egli mi venisse a dire che l'autore dei Promessi Sposi era invidioso della sua Monaca, e che li aveva, per così
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della patria, non aveva alcun diritto d'insultare co più odiosi e più luridi nomi di cui possa macchiarsi sulle labbra di un eroe italiano la
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più gran cosa, essa richiede il sacrifizio delle gaie occupazioni, dei geniali divertimenti. Un buon re della Cocincina aveva fatto dipingere sulle
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dice nulla, con quel loro discorrere compassato, senza brio! Figurati! in principio di sera il mio cattivo genio mi aveva avvicinato a quella sciocca
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degli artisti, quello che ci aveva maggiormente imparadisati colla magica potenza del suo arco. «Signore! gli disse, favorisca dirmi se questi pezzi non
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di quei diritti che le aveva usurpati la pagana prepotenza. Ma non sarà, questa eguaqlianza morale un nome vano per colei che confida l'educazione
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