che gli può far piacere di più. È costume di mostrare all'ospite la vostra casa e il vostro giardino se lo avete; ciò è un dovere preciso perchè egli
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che è una cosa da nulla, abbassando il valore della cosa richiesta; o vogliono sapere gli affari vostri e qual libro leggiate e chi avete veduto in
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avete segreti, e così via di seguito. Questi sono tutti soggetti inopportuni e quindi intollerabili. Una delle caratteristiche dell'inopportunità è
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scorga un incomodo che guasta il piacere del ricordo che avete mostrato di lei. È naturale che ci ricordiamo d'un personaggio, ma il personaggio se
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camicia per mostrare le lividure delle povere braccia flagellate. -Ma io: No! No! Mi sarei fatta ammazzare!... No! No! -Forse avete ragione. La casa del
!... - supplicava la baronessa. - Voi, signora, avete ragione.... per la vostra dote. Ma ho già dato ipoteche, ho vincolato rendite.... non l'ho sciupata
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- E Marina? - È rimasta a casa. - Malata? - Di nervi, pare! - Lo dici in un modo!... Avete leticato? Perchè? - Per niente. - Siete due bambini
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dovremmo esser noi, non loro. Ora, avete inteso? aggravano il dazio di consumo. Dicono: "Ci vogliono quattrini!...,, Ma che cosa ne fanno? Si bevono il
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nemica. Voi non potete capirlo. Avete studiato filosofia, come avreste studiato teologia, o medicina, o letteratura, unicamente per prendere una laurea
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camera mia.... Quando si ha da fare con persone per bene - ha detto così il delegato o questore che sia - lo avete udito. E appunto, perchè sono
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fate? - rispondeva lo zi' Croce. - Non mi basta neppure per la pipa! Intanto voi ci avete la tacca. Che valeva che lo zi' Croce ci avesse la tacca
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: "Mi manda vostro compare„. Avete capito? - Mi manda vostro compare. Non chiese spiegazioni; andò, portò la risposta: ripartì, ritornò. E una sera
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, già malandato, curvo, coi reumi alle gambe, che gli rodevano le ossa. - Non posso assolvervi, - gli disse brusco brusco il confessore. - Perchè? - Avete
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altro rabbioso tic-tac! - Martello da un pezzo! Ho qui, da mezz'ora, un dispaccio da trasmettere. Non avete orecchio costì? Non faccio un rapporto per
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cosa avete tutte e due? - Niente. Se la faceva sedere accanto, sul muricciolo; ragionava con lei delle piante, delle faccende di casa; e di mano in
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intrise di pasta, e cominciava a sbraitare: - Femminacce senza educazione e senza cuore! Muli saranno i figliacci vostri, se non avete carità per una povera
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venuto solo, perchè avete la faccia più tosta di quella di vostra moglie. Perchè non è venuta anche lei, la mammaccia snaturata?... Ora che si fa
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divertiva a interrogarlo, avendo indovinato di che cosa si trattava, perchè, sapeva la cosa. - Che avete, Don Franco? - Ho il castigo di Dio, signor
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avete? - Niente; badate a mangiare voscenza. - È in cucina? - È in cucina. Donna Ortensia voleva dargli all'ultimo la trista notizia; se no quel
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parlava forte. - Buon giorno! - Avete dormito bene? Si dorme male soli; per questo non avete chiuso occhio. Sì, me l'ha detto il padrone. Dice che
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quel che voi avete pensato o non pensato; domando soltanto se avete qualche carta, qualche documento nuovo.... Ne scavate uno al giorno!... - Ho scritto
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- Come vi chiamate, comare? - Come volete chiamarmi. Tutti i nomi mi stanno bene, anche il nome di comare Formica. - E non avete padre, madre
sua moglie - sai? É venuta una vecchia: "Avete trovato un gomitolo di refe?". "Sì, ora è quasi un anno; ma l'ho già adoprato. Se volete, ve lo pago
, insisté: - Maestà, perché mi avete detto: "Voi non sapete! Voi non sapete!". E mi avete voltato le spalle? - Badate, Regina! É un segreto che non
questa notte. - Carbonella? Non sono fornaia; avete sbagliato uscio. - Datemi almeno una fetta di pane: muoio dalla fame! Dalle fessure dell'uscio
-d-oro? - Non lo sapete che i nidi sono cosa sacra? Distruggere un nido è come appiccare il foco a una casa. Voi avete impedito di nascere a sei
? Una volta dicevate: ci vuol l'uomo senza braccia. - Ho detto sempre senza testa. Avete sentito male. - Non ce n'importa. Siamo stanchi. Consentite
parenti di mia madre. - Infatti mi accorgo che voi avete un accento diverso dal nostro. - Gli uomini di mare visitando tanti paesi, perdono l'accento
, riprese: - Ed ora, signora, se non vi spiace, riprendiamo la nostra conversazione. Voi mi avete detto d'aver conosciuto vostro cognato a Portorico? - È
. - Sarebbe come mettermi una corda al collo. - È necessario trovare qualche scusa. - Voi che siete guascone e che avete sempre delle trovate splendide
avete cercato a Pueblo-Viejo, fors'anche a San Domingo e mi avete preso a Nuova Granata. Che cosa desiderate dunque? - Domandarvi, innanzi tutto, se
chiamare l'intendente, se non si è ancora coricato. Per ora non avete nulla da temere. Con un poderoso colpo di spalla il bucaniere spalancò la porta
- È Xeres o Alicante questo? - Per la mia morte non me ne intendo piú, compare. - Avete bevuto troppo? - Un guascone! ... Che cosa dite, signor
, esponendosi ad un fascio di luce lunare che cadeva fra i due comignoli d'una casa. con noi che l'avete? - Non siete i ladri che hanno saccheggiata la
. - Me l'avete ben giuocato quel doblone. - State sicuro: andremo a berlo in qualche cantina dell'America centrale. Mentre i due compari discutevano sul
delle pergamene. - Ah! ... Siete voi, signore? disse, alzando il capo e fissando sul conte uno sguardo acutissimo. Avete presa adunque la vostra decisione
scappare. - Voi non avete pensato, signor conte, che tre metri sotto di noi vi sono dei tetti. - Che cosa vuoi dire, Mendoza? - chiese il figlio del Corsaro
. - Quali nuove, Mendoza? - Non troppo buone, signor conte - rispose il vecchio filibustiere. - Non avete saputo nulla del cavaliere Barquisimeto
direte che avete ricevuto l'ordine di scortarmi e di farmi uscire. Potrete aggiungere, se non vi dispiace, che io sono una spia che va a sorvegliare i
pieni di biscotti e di pasticcini. - Buon giorno, conte! Buon giorno, Buttafuoco! - disse allegramente. - Come avete passata la notte? - Dormendo
abbia narrato ogni cosa al marchese ed a don Juan. - Tonnerre! ... Voi mi avete cacciato una pulce in un orecchio, signor conte. Non avevo pensato a
brutta negra. - Tacete, don Ercole, - rispose serio serio il guascone. - Voi non avete mai conosciuti i miei segreti. - E le guardie? - chiese il conte
. Imbarcandomi su una filibustiera credevo di aver molto lavoro. - E le cannonate di ieri sera le avete dimenticate, don Barrejo? - Le ho solamente udite, signor
allontanarono attraverso le dune, avviandosi verso Panama. - Avete veduto che bel giuoco, Mendoza? - disse il guascone, rientrando sul terrazzino della
finire mai, quando il guascone mandò un urlo di rabbia. - Che cosa avete, don Barrejo? - chiese Mendoza, spaventato. Cede, il vostro andaluso? - C'è che
! - esclamarono ad una voce i due filibustieri. - Dal marchese di Montelimar che voi avete lasciato scappare. - Me lo immaginavo! - gridò Raveneau de Lussan
me? - Io vi credevo già disteso in qualche cantina, pieno d'Alicante, da scoppiare, - rispose Mendoza. - Non ne avete scoperta alcuna? - Con questa
dopo qualche istante d'angoscioso silenzio. - Se non l'avete, sono perduto! - Io ne ho sempre in tasca - rispose Mendoza, tirando fuori un gherlino
ricordi, poi disse: - Mi avete domandato un ricovero ed una colazione, ed io sarò orgoglioso di offrire l'uno e l'altra al nipote del grande corsaro
voi avete presa d'assalto quella città, signor conte. - Ma ho avuto il torto di giungere troppo tardi, signor Grogner. - Quanti uomini avete