Ancora una volta bisogna riconoscere che in queste opere Fontana seppe valersi di certi elementi resi familiari dall’ondata di pop art e trasformarli
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, preludere da un lato alla rivoluzione che la pop art stava effettuando attraverso la rivalutazione dell’oggetto d’uso comune, dall’altro a quella che
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Questi artisti, dunque, adottando - vuoi consapevolmente che non - alcuni moduli dapprima introdotti dall’arte concettuale (e dalla land art, e art
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non-objective art») e il vecchio Maestro (giacca di velluto, cravatta a fiocco, bastoncino...) mi mostrava con compiaciuta degnazione alcuni dei
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stato nell’epoca della pop art. Anche qui: maggior gigantismo degli americani, più intensa durezza cromatica, maggior inflessibilità compositiva; e
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illustrare una esclusiva tendenza (come quella cinetica nella mostra di Endhoven o quella dell'assemblage al Museum of Modern Art di New York) o
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In «Art International», 1967, n. 19.
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dalla pop art americana e da certe correnti folcloristiche napoletane e romane (Persico, Bugli, Biasi, Tacchi, Festa, Fioroni, ecc.).
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minimal art, alle molte opere che si valgono di recenti tecnologie e che sono eseguite in base ad un progetto dell’artista ma indirettamente da parte di
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’indirizzo che abbiamo indicato come quello delle strutture primarie e della minimal art) da quello che vive lontano dai grandi centri artistici e che ancora
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«minimal art», ossia di quelle opere, in gran parte costruite su progettazione dell’artista di vaste dimensioni e sfruttanti per lo più i nuovi materiali
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, Heerich, Kampmann) abbondavano qui anche gli ormai «maestri» nonché gli epigoni dell’altra grande corrente figurativa: la pop art, che dopo la sua
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ferrea e non mobile come la nostra, si avrebbe soltanto la possibilità d’un’espressione come «arme Kunst» «poor art» (e non «Kunst arme», «art poor
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In «Art International», XIII (1969), n. 3.
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In «Art International», XV (1971), n. 4.
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Che, a partire dall’informale (dall’action painting) e poi, in maniera altrettanto clamorosa, con il pop e con le strutture primarie (la minimal art
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Dopo il trionfo e il rapido declino della pop art, l’America ebbe ancora il merito (o la colpa) di dar vita ad un’altra ondata di operazioni
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Forse soltanto i tentativi di earth art e land art (Oppenheim, De Maria) furono inizialmente piuttosto americani che europei, anche in questo caso
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’action painting, il pop, la minimal art e in parte la post-painterly abstraction che videro l’affermarsi di personalità artistiche di primissimo
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oltreatlantico e dovevano preparare il terreno a tutta la successiva ondata di op art (da Vasarely a Bridget Riley) che videro poi, negli italiani
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neocostruttivismo, all’op art e all’arte programmata; e quello della pop art e della «nuova figurazione».
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L’altro grande indirizzo che negli ultimi anni ha avuto un costante sviluppo, quello della nuova figurazione, affiancata all’avvento della pop art
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Ma, a questo punto, non posso passare sotto silenzio l’evidenziarsi in Italia d’un altro indirizzo che sfugge sia ai rigori dell’op art e dell’arte
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era, allora, in un periodo in cui solo pochi artisti, in varie nazioni, avevano iniziato le operazioni della land art, della earth art e di alcuni
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piuttosto provinciali di pop art evidentemente influenzate dalle più rigogliose e violente esperienze statunitensi, che si erano alternate alle esperienze di
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artisti della land art, della earth art e di certa nostra arte povera, siano d’un genere del tutto diverso da quelli d’un passato recente e remoto. E
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partecipa (land art + body art) come nel caso di Keith Arnatt che percorre le tappe del suo autoseppellimento nel TV Project self-Burial.
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A questo punto, però, devo osservare ancora una volta (l’ho fatto sin dall’inizio di queste esperienze) come uno degli equivoci della land art e
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(dell’autopresentazione, quale viene utilizzata da molti artisti della cosiddetta «body art»). Si presta quindi a sostituire l’immagine statica e
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corpo, alle riprese di azioni sul paesaggio (tipiche della cosiddetta land art); tutti aspetti per cui questo mezzo è tra i pochi, e forse l’unico, dove
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, attraverso i computer, che - appunto per questo - è stata definita, già una decina d’anni or sono, come «computer art».
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Farò subito un esempio di quanto intendevo affermare: quando, attorno agli anni cinquanta, apparvero le prime opere di pop art nessuno, prima d
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Nel caso della computer art si è però verificato un fatto diverso: non solo era possibile, attraverso l’uso degli elaboratori, eseguire
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L’esempio è triviale, ma è analogo a quello che, nel suo noto volumetto Computer Art ci offre Jasia Reichardt (il critico d’arte polacco-inglese che
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Come si vede, le possibilità della computer art sono vastissime e il campo d’applicazione della stessa illimitato. Non solo, ma con ogni probabilità
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dell’oggetto artificiale» (pop art) e una estetizzazione dell’elemento naturale (land art, body art) - alcuni dei valori sociologici e gnoseologici
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, derivante ancora dalle teorie dell’«art pour l’art», sotto l’influsso di estetiche idealiste; 2) un genere d’arte intesa come «rispecchiamento» d’una realtà
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era venuto man mano scemando e perdendo importanza con l’avvento delle «avanguardie classiche». In alcune correnti - art pour l’art, arte concreta
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alcune opere concettuali - di land, o earth art, di body art, di arte povera - come degne d’attenzione anche per i loro contenuti conoscitivi: dunque
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art. Nel caso dell’architettura e del disegno industriale questa forma riduttiva è ancora più evidente perché parte da una certa sintassi miesiana
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parola, è cosa ovvia e ben nota. Ed è per questo che quando presero rilievo i primi esperimenti della cosiddetta «body art» (l’arte del corpo) in Europa e
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Si è ragionato molto negli ultimi tempi di body art e si è discusso molto, anche troppo, di arte concettuale, situazionale, microemotiva... Ma forse
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body art (perché non è rivolto alla mera esaltazione-avvilimento del proprio corpo, narcisisticamente amato-odiato), e non è neppure una banale danza
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certi periodi reputati un tempo di «cattivo gusto» come quelli secessionisti o art déco, oggi non possono avere valore di fronte ad opere d’arte povera
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sono essenzialmente teatrali o addirittura «ecologici» (land art), mentre sarebbe azzardato includere nella musica le «partiture» e le «azioni» di un
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architettura «radicale», e nelle arti figurative dell’arte povera, delle correnti concettuali, dell’art-language, della land art, della narrative art
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In «Art International», VIII (1964), n. 10.
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via a molte delle manifestazioni dell’odierna pop art americana e anche europea. Ma quello che differenzia Tilson dai pop americani, da quelli
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È stato troppo spesso ripetuto che l’odierno neodada, l’odierna pop art è vecchia di quarantanni, che già tutto era stato detto coi ready-made di
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neodadaista, fino agli estremi sussulti dell’arte concettuale, della body art, dell’earth art, della narrative art...
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