Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: arabella

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 Arabella  ringraziò la Colomba e mentre questa avviavasi in cerca del
vado a prenderlo, perché è la sua ora." Maria lasciò  Arabella  nel piccolo salotto e tornò col suo grasso bambino, che
"È vero quel che mi ha detto ieri sera la tua cameriera?"  Arabella  raccontò in poche parole fredde e senza lagrime la scena
grossi fianchi, corse a vedere quella benedetta ragazza.  Arabella  sollevò il bimbo mal fasciato che sgambettava, guardandola
della bella signora. Si sarebbe detto, al modo con cui  Arabella  stava a guardarlo, coll'occhio fisso e metallico, che le
ch'io cominci a vivere non inutilmente per me, perché" (e  Arabella  nel dir queste parole alzò il capo con qualche fierezza)
ripetendo la cantilena dell' Ara, bell'Ara , mentre  Arabella  stringevasi e contorcevasi come una foglia secca nel gelo
come se non le importasse nulla di chi le vuol bene..."  Arabella  cadde in ginocchio e si appoggiò all'amica per chiederle
dicendo: "Guardi chi ho condotto con me." E subito dopo,  Arabella  vide entrare la sua mamma. Il signor Tognino aveva mandato
dire ove si trovava Arabella, e si offrì di accompagnarla.  Arabella  le andò incontro con un sorriso addoloratissimo, e
la sua meraviglia, quando s'era vista comparire la sora  Arabella  in casa con un tempo disperato: raccontò la visita fatta al
disposto a ritirare la denuncia contro il Berretta, purché  Arabella  tornasse a casa e si perdonasse un poco da tutte le parti.
e per conto suo veniva a pregare la buona sora  Arabella  ad aver dell'indulgenza anche lei per riguardo a un povero
Non c'era tempo da perdere: si fa presto a morire. La sora  Arabella  aveva visto in che stato giaceva il figliuolo: orbene essa
strada facendo; ma intanto il sor Tognino ha detto: '  Arabella  torni a casa e farò quel che vorrà; ma prima torni a casa
Tognino su questo punto stamattina mi ha parlato chiaro. O  Arabella  torna in casa e si rimette alla nostra discrezione o io non
mamma..." Mamma Beatrice si portò il fazzoletto agli occhi.  Arabella  fece un gesto colle mani per togliersi dagli occhi un velo
di aver sacrificato troppo all'amor proprio. Quando  Arabella  sentisse, per esempio, che il suo secondo padre e
di tutti..." "Mentre si poteva evitare degli scandali."  Arabella  si alzò. Le labbra si mossero coll'intenzione di dire:
io non posso riceverli che dalle mani di Arabella. Quando  Arabella  sarà tornata a casa sua e avrà dato segno d'aver perdonato
sogno, le parve di ritrovare in se stessa la buona e docile  Arabella  di Cremenno, arrossì un poco di vergogna, come una bambina
la lasciò promettendo di tornare più tardi a salutarla.  Arabella  rimontò adagio le scale, provando ad ogni gradino la fatica
baciata ancora una volta sui capelli, chiuse le imposte.  Arabella  si addormentò come una bambina stanca. Non fu che verso
occhiata lo colpì la pallidezza quasi spettrale in cui  Arabella  pareva dimagrita e quasi invecchiata. Davanti alla pietosa
pensare. Il signor Tognino socchiuse un istante gli occhi.  Arabella  stava seduta davanti al tavolino da lavoro, sotto la
che ha creduto per un momento di poter fuggire. Punitela".  Arabella  non disse, né pensò queste cose; ma il vecchio suocero
nostri guai in famiglia. Ha parlato colla sua buona mamma?"  Arabella  accennò di sì col capo. Rimase chiusa e raccolta intorno al
dar occasione di parlare alla gente... La gente è cattiva."  Arabella  non disse nulla, ma si raccolse con tutte le forza della
quel che ha detto contro di me." "La ringrazio..." rispose  Arabella  freddissimamente. "E ora, mia cara, parliamo un poco degli
non deve parlare così, Arabella; noi le vogliamo bene."  Arabella  mosse il capo con due piccole scosse di ribellione, che
il mio abaco non è soltanto pieno di numeri." "Scusi" disse  Arabella  alzandosi. "Non so perché lei mi fa questo discorso ch'io
queste carte quel che vuol lei, le stracci, le abbruci..."  Arabella  rifiutò di ricevere le tre o quattro cambiali, che il
Finalmente, dopo aver portata due volte la mano delicata di  Arabella  alle labbra, mormorò: "Abbi pazienza..." "Si sente male?"
sul viso pallido del vecchio. "No, no, povera figliuola."  Arabella  si raccolse in una penosa concentrazione davanti
sospiro interruppe la violenza di questo discorso, che  Arabella  cominciava ad ascoltare con mesta attenzione. "Non ha egli
messo alla porta da quelli che amo..." "Papà..." interruppe  Arabella  con un moto di terrore, vedendo il volto del vecchio
maledire dai miei figli". "Ma no..." tornò a esclamare  Arabella  con un sincero abbandono di pietà, cercando di sviare il
travolgendo le sponde, e si dilagò in un mare di dolore.  Arabella  non aveva mai visto un bambino piangere e contorcersi nel
tutto, contento di dividere con te un boccone di pane..."  Arabella  non afferrava ancor bene il valore di queste strane parole,
Il vecchio fece segno di no. "Lei si sente male..."  Arabella  cominciò a tremare, e cercò svincolarsi per correre a
e indicò col dito un calamaio sul tavolino da lavoro.  Arabella  accostò il tavolino, aprì il calamaio, stese un foglio,
un lungo sforzo per formulare la parola, disse: "Prega..."  Arabella  aprì le braccia e sorresse il corpo cadente, mentre cogli
le forchette, i piatti e i cucchiai d'ottone per la cena.  Arabella  entrò con papà Paolino, e sedette presso al fratellino per
è di sopra nella tua stanza." "Sta zitto, vado a vedere."  Arabella  uscì senza dir altro. Il Pirello rosso e scalmanato agitò
altre ragazze dal cortile, il portico si affollò e  Arabella  dovette farsi vedere anche a quelli di fuori. "O santa, se
dire qualche cosa. Le bambine scalze e spettinate a cui  Arabella  soleva far la dottrina in chiesa, eccitate anch'esse da
 Arabella  promise alla Colomba che si sarebbe lasciata vedere più
con lei che tutto fosse finito colla pace di tutti.  Arabella  aveva fatto un gran bene, ma poteva farne dell'altro. I
erano disposti a transigere, e a contentarsi di poco; ma  Arabella  avrebbe dovuto persuadere Lorenzo a tener conto che la zia
di dieci o dodici mila lire), una cosa subito fatta, quando  Arabella  suggerisse una parolina all'avvocato. Essa rispose tre
presentarla all'arcivescovo, un venerando prelato che... ma  Arabella  gli troncò le parole in bocca per raccontargli il caso di
Eugenia passava in carrozza sulla piazza Vendôme.  Arabella  uscì collo zio Mauro, e non si dette riposo finché non ebbe
Chi ha qualche soldo in tasca è sempre padrone del mondo.  Arabella  verso sera tornò a veder Ferruccio e la Colomba in via San
nuova..." E poiché la Colomba chinava la testa avvilita,  Arabella  si chinò verso di lei e le disse piano: "Non aspetterete
discorsi venne la sera. Prima che fosse buio del tutto  Arabella  si alzò, e accompagnata dal giovine, andò a cercare
qualche cosa che non vi doveva essere. La buona e pia  Arabella  non solo parlava male della giustizia umana, ma parlava
"Così, bravi! e non si parli più di quel che è stato."  Arabella  prese la mano che Lorenzo, commosso fino alle lagrime, le
detto alla portinaia che sarebbe stato subito di ritorno.  Arabella  raccolse alcune cosucce e cominciò a collocarle nella
Ferruccio voleva portarsela con sé come una reliquia.  Arabella  rilesse alcuni periodi colla dolente curiosità di chi
teneva stretto e teso in uno sforzo nervoso colle due mani.  Arabella  si mosse e toccò qualche libro di quelli che erano sparsi
soffocare un pianto, che non era più capace di dominare.  Arabella  si passò lievemente la sinistra sul volto per rimuoverne
di separarli. Ferruccio cadde su una sedia. Presa  Arabella  come una prigioniera, non senza qualche violenza toccò
scala. Sul punto di mettere il piede sul pianerottolo,  Arabella  con moto sdegnoso cercò di resistere ancora un poco,
alla persona: "No, lascialo stare, lascialo piangere..."  Arabella  scese a precipizio le scale, mentre la Colomba serrava
 Arabella  era entrata nella sua nuova casa accolta come una regina.
essere pronto a ogni bisogno come un buon cane di guardia.  Arabella  gli ricuperava un figliuolo ch'egli credeva perduto per
e infine si trovò immerso fino ai capelli nei debiti.  Arabella  gli ottenne il saldo: ma quantunque avesse rinunciato ai
punto in bianco trasformarsi in un santo padre, per quanto  Arabella  e papà Tognino fossero egualmente interessati a salvare
piena balìa di quell'uomo giovane, robusto, impetuoso,  Arabella  provò la paura dell'agnellino caduto nelle zampe dell'orso.
alla sposina, attizzava il fuoco sul caminetto; e mentre  Arabella  sedeva presso la lampada a lavorare all'uncinetto in una
difficile. Da orecchiante il suo Verdi lo gustava ancora.  Arabella  preferiva invece sonar della musica da collegio, del
A che pro? gli affari son maschi e le donne son femmine.  Arabella  non sapeva nemmeno che ci fosse uno studio Maccagno nella
stizza, cantarellò a mezza voce: "Che stupidi tutti e due!"  Arabella  fece un passo avanti. Stando sempre dietro la torbida
Fu la scena muta di un minuto secondo, durante il quale  Arabella  ebbe agio di riconoscere la sua bella fornitura di corallo
di Olimpia. Il grido che questa gettò, arretrandosi, scosse  Arabella  dalla fascinazione in cui l'avevano condotta gli occhi
Il fermarsi improvviso che fece la carrozza scosse  Arabella  da quello stato di assopimento in cui s'era abbandonata
rimasero un pezzo in segreti discorsi nella luce del fuoco.  Arabella  contò le sue passioni, colla confidenza che ispirano le
stanzino sulla punta dei piedi, e si accostarono al letto.  Arabella  pose una mano sulla mano dell'infermo assopito e stette un
gli occhi. Non ben desto gli parve di vedere la signora  Arabella  attingere dell'acqua a una fontana che scaturiva lì presso,
chiederà se io impazzisca; non crederà possibile che la sua  Arabella  osi scrivere a questo modo. Si meraviglierà anche perché io
casa..." La mano fu arrestata nella ricerca d'un indirizzo.  Arabella  alzò la testa, come se si svegliasse da un lungo sonno, si
rabbrividendo ai soffi freddi che entravan per le fessure,  Arabella  si abbandonò alla vertigine de' suoi pensieri, che la
di vaneggiare sempre e mostra di compiangere se stesso.  Arabella  versò dell'acqua nella tazza e l'accostò alla bocca del
bisbiglio degli uccelli. La lucernetta non avendo più olio,  Arabella  la portò in cucina e la spense: poi ritornò nello stanzino,
cui è sempre la coscienza mescolata alle ombre dei sogni,  Arabella  fu presa da un tal delirio di pianto, che una bambina
Coi pugni dentro i capelli scarmigliati dalla veglia,  Arabella  Pianelli gridava veramente in un pianto lamentoso senza
teso l'uscio semiaperto. E in quella voce sinistra, che  Arabella  non conosceva ancora, scaturì per un istante il vecchio
modesto e umile del povero figliuolo non aveva provocato.  Arabella  entrò in mezzo e disse freddamente a Ferruccio: "Vada,
provocante questa sera. "Scusi, signore," prese a dire  Arabella  freddamente "io non posso giudicare di fatti che non
suo stesso padrone, entrò in mezzo a spaventarli entrambi.  Arabella  scattò dal suo posto e venne a piantarsi davanti al suo
mi ascolti..." e rimase lì, atterrito davanti all'uscio che  Arabella  gli chiuse sul viso. Atterrito, è la parola vera. Il suo
dunque pronunciata? aveva bisogno di prove per credere che  Arabella  era un angelo di onestà, di sacrificio, di virtù, un essere
le maligne influenze dell'ambiente per mantenere intorno ad  Arabella  quasi un'oasi di purezza, per fare che una stilla di fango
alla serratura e cercò di sforzare i battenti. Ma poiché  Arabella  non rispondeva, gli mancò la forza d'insistere. Si mosse
cervello sano e pratico. Ormai non c'era più dubbio: anche  Arabella  era contro di lui. Ferruccio doveva averle raccontato cose
parole e fatti per destare più compassione, per tirare  Arabella  dalla sua parte. I preti sulla testimonianza del Berretta
gli altri malandrini gli minacciavano guerra di coltello. E  Arabella  osava parlare di pietà e di misericordia!... Eran riusciti
giovedí dopo Pasqua  Arabella  doveva fare la sua prima comunione. Lo zio Demetrio si
zio arrivò a tempo a dar loro una mano. "È vero, zio, che  Arabella  oggi diventa il tabernacolo dello Spirito Santo?" disse
una mano che gli carezzava il cuore, una mano di velluto.  Arabella  si fermò il tempo di mettere la cravatta a Ferruccio, che
angiolino" disse lo zio, scartocciando il suo bel regalo.  Arabella  lo accolse con un piccolo grido di gioia: "Com'è bello!
concesso una giornata serena, nemmeno nella fanciullezza.  Arabella  era la prima ragazzina che osasse alzare le braccia a lui e
infilare la stringa negli occhielli, Beatrice, avvertita da  Arabella  che non c'era tempo da perdere, venne tutto ad un tratto in
come questo, un senso cattivo di avversione e di antipatia.  Arabella  diede il braccio alla mamma e andò avanti. In mezzo si
Grissini, i vicini di casa. La Signora Barberina a veder  Arabella  si sentí venir le lagrime agli occhi e non poté dire che
i maschi da una parte, le bambine dall'altra.  Arabella  colla mamma passò a sinistra. Demetrio coi maschietti e col
a destra, in mezzo alla folla che andava raccogliendosi.  Arabella  in tutti i suoi passi sentivasi seguita dall'ombra del suo
piegarono avvolte nell'onda mistica di quelle voci bianche.  Arabella  sola guardava l'altare e pregava, fissa, cogli occhi quasi
del pulpito. Demetrio, intenerito, cercò cogli occhi  Arabella  per associarsi a lei nei frutti del Sacramento. Dietro la
deviare dalle concupiscenze." "Zio Demetrio, è adesso che  Arabella  diventa un tabernacolo?" chiese Naldo pian pianino con una
chiese Naldo pian pianino con una voce commossa.  Arabella  aveva nel cuore il suo Signore e se lo teneva ardente e
dava alle sue ragioni una forza nuova e premurosa. Salvare  Arabella  voleva anche dire salvare quanto di meno disprezzabile era
eran cadute in mezzo. Peggio per lui! ma peggio ancora se  Arabella  avesse letto nel suo, di cuore! Ogni suo sforzo, ogni sua
sua ambizione doveva mirare a una cosa sola: impedire che  Arabella  diventasse il ludibrio di Milano. Qualche avvertimento in
mese di prigione, chi poteva impedire, per esempio, che  Arabella  fosse chiamata in Tribunale a deporre in qualità di
all'avvocato Baruffa di rifare a modo suo la storia? E  Arabella  avrebbe dovuto assistere a una bega di questa sorta,
ma non si lascin trovare da me in un momento cattivo."  Arabella  mormorò qualche parolina dolente e mosse leggermente la
di lei per dimandarle che cosa si sentisse: e in quella  Arabella  aprì gli occhi pieni di lagrime, li fissò, come chi stenta
a un tremito convulso che faceva vibrare tutto il corpo.  Arabella  si sollevò un poco, colla sinistra mandò indietro i capelli
disse sorridendo. "Lo so bene, lo so bene ... , basta!"  Arabella  alzò gli occhi sul quadrante dell'orologio e ve li tenne
intendere un'altra voce che si corrucciasse in lei. Non mai  Arabella  gli era parsa cosí somigliante al povero Cesarino come
tratto tratto la mano con un battito di tenerezza.  Arabella  dopo un po' di tempo, nel consegnare allo zio una busta che
"Ringraziala" balbettò lo zio, senza alzare gli occhi.  Arabella  disse di sí con un colpo delle palpebre. Durante il tempo
o dalla forza delle cose, tutto ciò bastò a distrarre  Arabella  dai pensieri indeterminati, misti di presentimenti e di
prese la valigia e si avviò verso la scala d'ingresso.  Arabella  si attaccò al braccio dello zio e lo accompagnò fin sulla
la perdita fu ancor poco in paragone dello spavento, perché  Arabella  per cinque o sei giorni stette a un filo di voltar via
ai suoi: e poiché il Signore aveva mandato la fortuna,  Arabella  doveva cercare nella sua posizione di aiutare la barca.
Con questi discorsi, mamma Beatrice cercava di richiamare  Arabella  alle cose di questo mondo. La poesia è come i bombons : è
Demetrio aveva mandato dalla Toscana in regalo alla sposa.  Arabella  l'accompagnò con un sorriso e con uno sguardo di
faceva male l'odore della pipa; e per tutto il tempo che  Arabella  stette in letto, cioè fino ai primi di febbraio, non gli
coi gridi e cogli scandali. Se riusciva a mettere in salvo  Arabella  in qualche luogo sicuro (e a questo scopo stava combinando
tale da levare a chicchessia il gusto di litigare con lui.  Arabella  credette o finse di credere a tutto ciò che le davano a
 Arabella  non aveva ancora detto di sì. Essa aspettava che parlasse
se non ce ne fosse più bisogno. Badava invece a persuadere  Arabella  a smettere i vestiti del collegio, che la facevano
si vede un castigo immeritato santificare un'anima. Anche  Arabella  veniva spesso a tener compagnia all'inferma. Povera,
Angelica s'incontrava coll'anima viva e penetrante di  Arabella  in un terreno fuori del mondo, dove le anime parlano tutte
gridò: "Viva la sposa!..." Allargò le braccia, nelle quali  Arabella  si gettò coll'abbandono di una bambina smarrita che trova
della Provvidenza." Un freddo fremito di venerazione scosse  Arabella  nell'intendere parole che parevano venire da un mondo
suoi, che in certi momenti essa aveva l'ispirazione divina.  Arabella  alzò la testa e lasciò che Angelica accomodasse un poco i
che si crogiolava nel raggio rubicondo del tramonto, quando  Arabella  a un tratto si arrestò: "Papà," disse con un leggiero
le scale, ripetendo: "Sentiremo." "Alla Questura!" ordinò  Arabella  al cocchiere che aspettava abbasso. Ferruccio andò a
dov'erano molti usci con delle scritte sopra, che  Arabella  non ebbe gli occhi per decifrare. Sentiva e vedeva, come in
Dio tien conto di quel che lei fa..." balbettò la Colomba.  Arabella  fe' segno di tacere, stringendole forte la mano, e scesero
signore..." balbettò la Colomba. "Quel ragazzo mi muore."  Arabella  aggrottò la fronte in un pensiero doloroso. "Benedetta
che il giovane non sopporterà il suo disonore" prese a dire  Arabella  con accento che aveva in sé qualche cosa di tagliente e di
d'inghiottire un grosso stranguglione di reminiscenze.  Arabella  si alzò, e trasse in un angolo vicino alla finestra il
bene a chi va al di là come una buona speranza. E perciò  Arabella  spiava e aspettava il momento che il moribondo si
Durante quei lunghi giorni e quell'eterne notti,  Arabella  non si tolse i vestiti d'addosso. Quando il corpo rotto e
a favore dei parenti poveri. Finalmente si seppe che  Arabella  aveva in mano una carta e che, parlando in segreto con don
ingenui che si lusingavano d'essere più avveduti dei furbi.  Arabella  assistette con fredda mestizia e con amaro disprezzo a
ritornare e a sornotare in quel suo sconnesso monologo, che  Arabella  non sapeva ricomporre e interpretare. Una volta uscì il
di tristezza. Con un ultimo sforzo nominò la Marietta... Ma  Arabella  non afferrò il senso di quelle ultime voci fioche e
in buoni collegi, i maschietti a Lodi presso i barnabiti,  Arabella  presso le madri canossiane a Cremenno, un paesello di
ricca di sangue e alcun poco logorata da precoci patimenti.  Arabella  rimase presso le suore circa sei anni e imparò rapidamente
insieme delle delizie dell'orazione mentale. Intanto  Arabella  crebbe alta, con un corpo flessibile ed elegante, più ricco
mare di gaudio. Era la vigilia della Madonna di settembre.  Arabella  verso sera affrettavasi a dare gli ultimi punti al bucato
d'inghiottire in stranguglioni grossi e duri come noci.  Arabella  l'ascoltò con attenzione, con pietà, con una commozione
se mio figlio sposasse una ragazza così! E io: la nostra  Arabella  ha tutt'altre idee e non pensa a maritarsi." "Infatti..."
parole: "Mio caro signor Botta, vuol interrogare la buona  Arabella  in proposito del discorso di sabato? Mio figlio non cerca
amministratore. Mi mandi una risposta presto e buona".  Arabella  lesse due volte lentamente fin che le parole regolari e
un'orfanella povera e abbandonata. Quel Dio, a cui  Arabella  era disposta a sacrificare la sua giovinezza e la sua vita
per operare i prodigi della sua bontà e della sua carità.  Arabella  sentì subito in quel primo e improvviso conflitto di
grido disturbasse due innamorati, papà Botta scappò via.  Arabella  raccolse il bucato e chiuse la finestra. Peccato! camminava
lo zampillo d'una bocca d'acqua che dava a bere ai prati.  Arabella  stava per chiudere la lettera, quando risonò
come la neve, non sapeva dir altro che: "Gesù, Gesù!"  Arabella  prese lei il bambino in braccio, spalancò la finestra e ve
per riguardo a questo si rassegnavano a tirarsi indietro.  Arabella  per mettere una nota di consolazione volle che il funerale
ad  Arabella  il denaro avesse potuto portare una consolazione, c'era da
di mettersi a lavorare, di fare il contadino, e pregava  Arabella  di scrivergli una parola di perdono prima del Corpus Domini
di piante. Seduta sopra una delle basse sponde del ponte,  Arabella  stava schizzando sull'albo quella parte dell'abbazia, che
che non ha. "So far di meglio, per sua regola..." rispose  Arabella  ridendo, senza togliere mai gli occhi dal disegno. Vestita
Lorenzo per lei." "Lo vede spesso?" "Quasi tutti i giorni."  Arabella  sollevò gli occhi sull'abbazia e parve dimenticarsi. "Lei
che a una morta si potesse voler bene più che a una viva."  Arabella  tornò a fissare gli occhi lontano, e mormorò, rispondendo
la lettera e la relazione, disse: "Se lei mi comanda..."  Arabella  gli stese la mano, ch'egli strinse nelle sue, e portò alle
 Arabella  in mezzo alle scosse della sua casa usciva quasi
stava per compiere, non sentí due o tre volte il braccio di  Arabella  guizzare sul suo e tutta la sua personcina vibrare come un
coraggioso tremavano le gambe. Quando tornò la vecchia,  Arabella  stese le mani alla piccina, e con quel diritto, che ogni
volta una storia che non poteva levarsi dal cuore,  Arabella  tuffava sempre piú il viso nel guancialetto, a cui si
capite tanto. Prima di andare a letto, quella stessa notte,  Arabella  si chiuse nella sua stanza e scrisse una lunga lettera a
 Arabella  da quindici giorni aveva lasciato il letto, ma la cattiva
cuore. La compassionava mostrando di separare la causa di  Arabella  da quella di suo suocero, uomo indegno del nome di
mamma. Questa benedetta donna si era fissa in mente che  Arabella  avesse i sacchi dell'oro in casa e che il matrimonio era
personalmente colla figliuola. Papà Paolino venne, ma trovò  Arabella  così pallida, così malinconica, con un'aria così poco
nenia imparata: "Fallo per il nostro povero papà, Ara."  Arabella  con una piccola scossa di donna irritata lo fece tacere; ma
tentava inutilmente di rimettere i cassetti a posto.  Arabella  non poté nascondere il motivo delle sue lagrime. Oltre il
consiglio di prudenza e messa in guardia contro le insidie,  Arabella  ebbe la virtù di reprimere un senso di stupore e
di un pensiero d'ordine e di un'elevata aspirazione.  Arabella  si arrestò un minuto a contemplare quel gran disordine con
il vivo colloquio con suo suocero,  Arabella  si trovò nel fitto d'una battaglia, prima ancora che avesse
una febbre da cavallo, in delirio, più di là che di qua.  Arabella  allibì. Chiese di veder suo suocero, ma la portinaia disse
dispiaceri. Consolò la Colomba, fece animo alla signora  Arabella  e promise di parlar lui al signor Tognino. Trovandosi sulla
"Hai trovato Giuseppe?" "Adesso ha detto che viene." Dunque  Arabella  non poteva essere partita col tram. Né era presumibile che
Penseremo anche alla sora Olimpia. Ma resta a vedersi se  Arabella  dopo questa scena vorrà tornare in casa. Mi si parlerà di
il filo delle supposizioni, provò di nuovo a immaginare che  Arabella  avesse veramente sorpresi gli amanti o in un caffè, o in un
l'unica fonte non amara della sua vita. I tristi…  Arabella  li aveva giudicati tutti. E cogli occhi spalancati nel
non gliela portassero via. Se avesse potuto far lo stesso!  Arabella  nel correr dietro a suo marito non aveva che un'idea,
e scomparve precisamente nella porta indicata. Il cuore di  Arabella  dette tre colpi duri e dolorosi. Aveva visto abbastanza.
della scala una bella voce di contralto, che fece scattare  Arabella  dallo sgabello su cui s'era accovacciata.
DI NOZZE CON BIGLIETTO D'INVITO AL RINFRESCO Carlo e  Arabella  dopo la cerimonia saluteranno gli amici al "Girarrosto"
Gaetano Le Maître partecipa il matrimonio di sua figlia  Arabella  con l'Avv. Carlo Ungaro L'Avvocato Filippo Ungaro partecipa
Ungaro partecipa il matrimonio di suo figlio Carlo con  Arabella  Le Maître La cerimonia avrà luogo il 27 Ottobre 1956 nella
il tipografo nella stamperia dell' Osservatore Cattolico .  Arabella  gli aveva promesso una grammatica francese e il bel
tornò con la cesta vuota. Beatrice si fece restituire da  Arabella  un piccolo cinque franchi d'oro, che il babbo le aveva
andare a parlare al Direttore delle Poste, e lasciò in casa  Arabella  sola a custodire i ragazzi. Il commendatore era andato a
forza sui muri, impregnando il cielo di vapori stagnanti.  Arabella  contava le ore sui battiti del suo cuore e correva per la
di pianoforte. Il Bonfanti dalla strada aveva veduto  Arabella  sul balcone ed era venuto su, prima per fare una visita di
martedí?" "Glielo saprò dire, non so ... " balbettò  Arabella  arrossendo. "Ad ogni modo, non esca per ora dagli arpeggi.
Adagio, conti a voce alta, e giú bene i polpastrelli."  Arabella  cogli occhi gonfi di pianto disse di sí col capo. "Me la
in varie riprese la figurina simpatica e non comune di  Arabella  Pianelli, seppe chi era, indovinò nell'aria modesta e seria
quale non erano escluse le donne) gli fece sentire che  Arabella  sarebbe stata capace di creargli d'attorno un'aria sana e
smania quasi irragionevole di conchiudere e di far presto.  Arabella  si trovò presa in mezzo a una sottilissima rete di fili di
spirito, ricomincia da capo a carezzare delle illusioni.  Arabella  esitò ancora un poco a dir di sì, quantunque vedesse che i
cose le donne gliele dicevano cogli occhi lagrimosi, e  Arabella  le confermava tacendo, piangendo anch'essa, curvandosi
ci abbandoni per carità, zio, per carità! ... " La voce di  Arabella  s'intenerí e rasentò il pianto, contro il quale ella faceva
zio, non si può. I ragazzi fanno compassione." La voce di  Arabella  andò morendo in un singhiozzo, contro il quale ebbe ancora
... Mangia dunque, non farmi scappar la santa pazienza."  Arabella  si avvicinò al tavolo e cominciò a mangiare, come se lo
si deve lasciar morire su una strada tre poveri innocenti?  Arabella  lasciava cadere nella scodellina anche le sue lagrime e se
abbiamo fatto di male noi al Signore? O Madonna, Madonna!"  Arabella  pronunciò il nome della Madonna con due gridi pieni di una
sconosciuti. Egli doveva fare qualche cosa per mettere  Arabella  al sicuro; era pronto anche a perdonare a' suoi nemici, se
ombroso fino al lago; e avrebbe potuto andarci quando  Arabella  cominciasse ad uscir dal letto. Egli non voleva trovare una
ingrato." "L'ha detto anche a me." "Tu vedi che rovina! Se  Arabella  domanda una separazione, io sono letteralmente sopra una
una carta seria. Si arrabbiava dentro di sé all'idea che  Arabella  avesse scoperto l'intrigo, prima per il dispiacere che essa
né egli avrebbe fatto un tal discorso a sua moglie né  Arabella  avrebbe avuta la pazienza di ascoltarlo. Come mai costei
sua moglie. E di nuovo tornava nel pensiero di prima: che  Arabella  non avrebbe mai saputo nulla, se non ci fosse stato di
maritata a un Maccagno, orefice all'insegna dell'àncora, e  Arabella  Pianelli, da tre mesi sposa a Lorenzo Maccagno. Casa
si accostò a Lorenzo e gli disse: "Perché hai permesso ad  Arabella  d'uscire con questo tempo? Non avete proprio nessun
stato non deve esporsi agli strapazzi." "Obbedirò..." disse  Arabella  con un leggiero sorriso. "Brava, venga con me." Il suocero
si concretava il suo pensiero d'amore, vedeva venire avanti  Arabella  nella luce del volto pallido e degli occhi pensierosi. Non
parlarle." "Di che cosa?" domandò Demetrio. "Non so ... ."  Arabella  cercò di nascondere il turbamento. Una istintiva prudenza
buono il letto. Una volta volle rivedere i suoi canarini.  Arabella  che aveva imparato a farsi conoscere anche da loro, portò
— non ancora vestito d'abate —zufolare sulla scala,  Arabella  raccomodava, ancora una volta, le pieghe del letto, dava un
della sua persona sul malato che sorrise. "Mi ha detto  Arabella  che state meglio, è vero?" Demetrio fece un movimento del
occhi andarono a posarsi sopra la tazza di vetro, in cui  Arabella  aveva collocate le belle rose di maggio. Fisso in quei
aggiustamento, del quale fu per desiderio della signora  Arabella  incaricato lo stesso avvocato Baruffa. Prove positive che
Questi fiori, che un morto offriva alla sua infermiera,  Arabella  fece spargere sulla cassa e sul carro. Sfinita da una
cominciò a montare le scale a due gradini per volta.  Arabella  non era una conoscenza nuova per il figliuolo del Berretta
solo sa quel che è bene e quel che è male" scriveva  Arabella  qualche giorno dopo a Maria Arundelli "e tutte le volte che
scrivere e il dare udienza e il rispondere e il comandare,  Arabella  poteva illudersi d'aver ricuperata la pace, o almeno la
occhi l'illusione di due lucidi infiniti che si baciano.  Arabella  fissavasi nel limpido specchio fino all'incanto e
parole della cantoniera suscitavano nel segreto dolore di  Arabella  improvvisi turbamenti. Vedendola arrossire, la donna
benissimo nel riposo e nella verde quiete di Chiaravalle.  Arabella  fu una dolce infermiera; il dottor Chiodo prestò le cure
uomo onesto e sincero, nella prima lettera consegnata ad  Arabella  e poi in altre che scrisse, dalla sua nuova residenza (dove
divideva in tre parti la sostanza Ratta e assegnava ad  Arabella  il fondo di San Donato, offriva alle istituzioni di carità
gli uomini a far netto, raccontando a tutti quel che  Arabella  veniva a ereditare dal defunto signor Tognino. "Se ho un
suo letto salutava le compagne colle litanie della Madonna.  Arabella  ponevasi a sedere nel fieno e colle mani abbandonate sui
gente, livido in faccia, e arrivò nel momento appunto che  Arabella  stramazzava mezza morta ai piedi della scala. Tornava
giù quel cappellino, smorfiosa, figlia di ladri..."  Arabella  vide come una gran fiamma rossa, un fuoco agli occhi,
che si strinsero amorosamente intorno alla padroncina.  Arabella  si sforzò di alzarsi, ma non poté reggersi. Sentiva la
A quarant' anni, sir Guglielmo s' era ammogliato con  Arabella  Randale, che l' aveva fatto padre d' Arnoldo e di quelle
di quelle due care giovinette, Elisa e Vittorina. La povera  Arabella  non era stata felice! Sacrificata, come pur troppo avviene
cure che medicano anche le più triste piaghe della vita.  Arabella  avea vent'anni quando fu maritata a sir Guglielmo; a
l'uscio del solaio. "C'è la mamma?" chiese lo zio ad  Arabella  che venne ad aprire l'uscio. "È ancora a letto." "Quando
a dire alla mamma che son qui." "Resti servita in sala."  Arabella  condusse lo zio in un gabinetto celeste pallido, e corse a
andato alla stamperia, questa mattina." "Bene, vengo io."  Arabella  entrò nello stanzino, dove Mario e Naldo cicalavano in
di sbieco nel cantuccio tra la finestra e il caminetto. —  Arabella  da un anno prendeva qualche lezione dal maestro Bonfanti,
un onesto rigattiere, dato e concesso che fosse già pagata.  Arabella  venne a dirgli che la mamma stava vestendosi. Dietro di
foggia di tettuccio il piovente duro e diritto dei capelli.  Arabella  entrò col vassoio del caffè e col bricco in mano. Con la
"Hai mandato Ferruccio?" "Ma non c'è ... " rispose  Arabella  con una leggera impazienza, in cui si sentiva il tremito
l'uscio di scala si schiuse, spinto da una mano dolce, e  Arabella  entrò col suo passo leggiero, dicendo: "Scusi, signor
e co' suoi due fagotti infilati sulle braccia. E mentre  Arabella  le fissava gli occhi in faccia: "Son la Colomba, che
mi farà una grazia." "Lei si ricorda..." riprese a dire  Arabella  rivolta verso il giovane. "una carità..." "Sissignora..."
o quattro giorni. Subito arrivava un bigliettino, o veniva  Arabella  in persona a rabbonirlo, a chiamarlo indietro sul campo di
che al primo raggio di bel tempo potesse persuadere  Arabella  a lasciare Milano. Andò coll'amico fino a Tremezzo, vide la
a tutte le brighe e ritirarsi lassù o almeno persuadere  Arabella  a partir subito la settimana prossima... Intorno alla causa
e ai pettegolezzi e alla guerra dei parenti, una volta che  Arabella  fosse al sicuro, avrebbe forse potuto anche transigere...
dirlo, ma cominciava ad accorgersi, istintivamente, che se  Arabella  non fosse mai venuta in casa, la sua strada sarebbe stata
l'affetto suo non era per questo meno vivo e sincero.  Arabella  specialmente era il suo cuore, perché ragazza, perché la
di un padre che si uccide per salvare l'onore dei figli?  Arabella  dormiva soavemente nel suo letto composto e bianco. I
rumore e corse a precipizio su per la scaletta del solaio.  Arabella  sognava d'essere nella chiesuola delle monache, occupata a
la nebbia grigia coi due fanali d'un rosso sanguigno.  Arabella  nel suo delirio ne aveva più che il presentimento, lo
dottore, giudicò un tifo, gravissimo, forse senza speranza.  Arabella  per tre o quattro giorni non fece che delirare e chiamare
a Milano?" "Sí, per questa notte ... Son venuta a prendere  Arabella  che fa gli esami dimani. Ma devo prima parlarvi." Beatrice
delle ore mattutine, potesse afferrarne il motivo. Sentí  Arabella  che parlava in sogno. Suonavano in quella tre ore a San
discesero quelle benedette scale, forse per l'ultima volta.  Arabella  pareva una candela. Sotto il portico, a’ piedi dei gradini,
suo frastuono le piccole e le grandi tragedie degli uomini.  Arabella  l'accompagnava in silenzio. Il cuore della fanciulla,
del viale, sfogava il suo pianto nelle mani giunte,  Arabella  perdevasi lontano cogli occhi verso un cielo lontano, che
selvatico della barba e nella sordidezza della povertà.  Arabella  si attaccò stretta stretta al braccio della mamma, quando
fatevi coraggio," disse il ragazzo a suo padre "la signora  Arabella  ha promesso di occuparsi della vostra causa e domani
a mettersi a letto, ma di dormire non ci fu verso. Finché  Arabella  non avesse mandata una risposta era come voler dormire
userà tutta la sua autorità per persuadere la buona sora  Arabella  a mettere un piede sul passato. Non solo: ma visto e
gli occhi incantati sui mattoni. "Venga, zio ... " disse  Arabella  con un cenno della mano, facendo spiraglio dall'uscio.
nel petto la mattina. Il colloquio fu interrotto da  Arabella  che entrò leggermente con una medicina. La fanciulla era
stato nemmeno impossibile di far credere a Beatrice e ad  Arabella  che la morte fosse conseguenza di una sincope, di una
e alzando ora una mano ora l'altra, come una marionetta.  Arabella  per un po' fu presa anche lei dalla curiosità e non tolse