degli antichi e la sua pittura non assomiglia a nulla che sia stato fatto o pensato prima di lui e neppure alla natura, perché i fatti naturali sono
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L’antitesi è troppo schematica: è vero che il Caravaggio, seguendo l’antico ammonimento leonardesco, non studia gli antichi e cerca di cogliere i
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tedeschi, fino a Dùrer; Velázquez con Caravaggio, El Greco, Rubens, i veneti, i bolognesi del Seicento e perfino con gli antichi, che studia criticamente
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Rembrandt, è un umanista, anzi il sostenitore di un nuovo umanesimo: ma, a differenza di Rembrandt studia a fondo gli antichi. Non li imita però: quando
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suo mondo è il vissuto, la Erlebnis; i suoi personaggi sono già usciti dalla vita sociale, sono antichi come patriarchi biblici, appartengono già
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. La natura è il mondo degli antichi, il loro spazio vitale: è grande, nobile, solenne come lo sono le rovine monumentali di Roma, ma com’esse
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del reale; l’immagine si tramanda e con essa si tramanda la memoria di antichi significati, a cui se ne sovrappongono altri, nuovi. Ma, non avendo
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mostrare che la virtù eroica non è soltanto degli antichi e dei grandi, che chiunque può diventare santo anche vivendo nel mondo e adempiendo con animo
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il rapporto a Leone X sul restauro dei monumenti antichi, già attribuito a Raffaello e ora, dal Forster, al Bramante. Il problema si ripropone dopo
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