gravi e ingloriose, anche noi dobbiamo avere il coraggio di portare una parte di quella angoscia che domina oggi il mondo. E se è vero che nel
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Noi non facciamo molta differenza tra la «Memoria dell’uomo del Lager» di Luciano Minguzzi (benché la medesima angoscia e forse ancor più trasalente
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vita», «Il bacio», «La gelosia, «L’angoscia», «Il grido»; e poi «Malinconia», «Il segreto», «Attrazione», «Separazione». Titoli, come si vede, per
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presenta come un pessimista. Né è a dire che una coscienza più turbata, una angoscia più durevole sui problemi della carne, siano privilegio dei
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non si pensa più a come poteva essere il quadro. Si confronti ad esempio la xilografia «Angoscia» (1896) con il dipinto «Sera nel Corso Karl Johan
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fantasia sono tali che il Maestro è capace di impegnarsi in opere in cui prevale il senso della angoscia, dell’inconscio. La paura, l’ira, la
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Tornando alla pittura e spaziando lo sguardo nei padiglioni stranieri, non è certo difficile proseguire questo periplo dell’angoscia attraverso l
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». Questa condizione ideale di operare, l’artista raggiunge non senza angoscia: «Tale angoscia — prosegue Zervos — non è una sventura per Picasso: anzi
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, il quale ha operato da pioniere nel clima dell’«action painting» (l’informale statunitense) o rispetto al collega d’angoscia parigino Wols, Fautrier
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A noi sembra che Fautrier, confrontato con Wols e Pollock, esprima in una misura diversa, ma non meno persuasa, l’angoscia del vivere umano. È
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materia e svuota le prospettive fisiche in una dimensione unica, fin quasi all’angoscia.
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I personaggi di Bacon sono tutti stati d’animo figurati, sono simboli allo stato sensibile della sua angoscia di vivere. Posizione, questa del grande
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talvolta si mescola intorbidandolo, un vago senso di angoscia, un interrogativo senza risposta: agli elementi della tecnica contemporanea, al progresso
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faccia del coloratissimo mondo di Scipione; qui il pittore, che era già minato dal male e che alternava momenti di grave angoscia fisica a improvvise
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, rappresenta una allusione significante, per toccare le corde dell’angoscia. Interessanti a tal proposito sono le opere dal titolo «Astrazione
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istante) è emblematica: di una sorta di irrealtà cui gli uomini si sono assuefatti, ma non persuasi, di una stupefazione che rasenta quasi l’angoscia
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Forse la nudità squallida della «Regina» vuol dire ammonimento, angoscia di eguaglianze nella deformità? Ma se così fosse, se cioè si volesse
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Diciamo subito che Guerreschi è una misura più figurativamente leggibile della paura e dell’angoscia informali; e se noi abbiamo mostrato di
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pietà, né sdegno, né angoscia, ma, se mai, la ingenuità del «baubau», bugie, come pittura e stile, nell’arbitraria marezzatura delle luci e delle
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dolce vita, il pianto severo e l’angoscia esistenziale possano trovar posto senza venire alle mani, dominati dal buonsenso di Attardi, supremo giudice e
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bottone, dalle unghie di grifoni e cerberi che fossero però andati dalla manicure: insomma faceva capolino nei quadri di disimpegno (dalla angoscia) di
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ora nominati e Roszak è, se mai, nel punto di arrivo, in quel distacco, in Roszak, in quella sorta di sterilizzazione liberty dell’angoscia, di cui
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poetica: d’altra parte il senso d’angoscia che spirano talune sue figurazioni tra animali e sessuali non è del tutto retrospettivo e serve a indicare
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