Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: angolo

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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

515370
Venanzio Giuseppe Sella 44 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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e trasmessa dall’unità di superficie è massima, e, se la luce forma un angolo colla superficie, la quantità di luce ricevuta dalla superficie sarà

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1° L’angolo di riflessione è eguale all'angolo di incidenza;

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una perpendicolare alla superficie, che chiamasi normale. L’angolo di incidenza è l’angolo ABD, mentre CBD è l'angolo di riflessione. Quando la luce

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trasmessa come abbiamo detto di sopra. La intensità della luce riflessa cresce col pulimento del corpo, e coll’angolo che i raggi incidenti fanno colla

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mezzo meno denso la luce penetra in un mezzo più denso, l’angolo di incidenza è più grande di quello di rifrazione (RAS, angolo di incidenza, è

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’ per esempio: si tirino le rette aa, a’a’ ad angolo retto colla perpendicolare, e si paragoni le loro lunghezze. Queste lunghezze, o le linee che e

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Angolo limite, riflessione totale. — Quando un raggio di luce cammina nell’acqua, nel vetro, ecc., con tale obliquità, che nel sortire formi un

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, o la base del prisma. La deviazione crescerà col crescere dell’angolo della sommità A, che è l’angolo rifrangente del prisma, e col crescere della

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L’angolo di incidenza, sotto cui si fa la polarizzazione della luce, è vario pei diversi corpi. Pel vetro esso è di 35° 5, per l’acqua è di 37

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La luce naturale si cambia in luce polarizzata o colla semplice riflessione fatta sotto un certo angolo, o colla rifrazione in circostanze

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Un fascio di raggi, che cada sopra una lamina di vetro a facce parallele, sotto l’angolo di polarizzazione, l’attraversa polarizzandosi parzialmente

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La luce polarizzata non può più riflettersi sopra una seconda superficie sotto un determinato angolo di incidenza, e non può più passare a traverso

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Infatti, sia o un punto luminoso, i raggi incidenti o l formando colla perpendicolare C n, tirata dal centro di curvatura della lente, un angolo più

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angolare di una lente. Si intende per quest’ultima l’angolo del fascio di raggi convergenti trasmesso dalla lente, od in altri termini il rapporto del

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’intiero orizzonte, e con un angolo verticale di 35° circa. Con esso si può prendere l’immagine di un alto monumento da una stazione molto vicina ad esso, e

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evidentemente maggiore che l’angolo col vertice in f, presso il quale i raggi sono meno convergenti, epperciò l’immagine verso f sarà ancora nitida, quantunque il

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quello della nitidezza, che si può solo in parte correggere, e l’immagine che si produce, quantunque inchiuda un angolo visuale estesissimo, non può

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oggetti lontani. Se si osserva l’oggetto AB sotto l’angolo visuale AoB, ossia sotto l’angolo formato dagli assi secondarii tirati dal centro dell

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oggetti di grandezza nota, e ciò è possibile per la diversa grandezza dell’angolo visuale presso oggetti vicini ed

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sola, quando coi due occhi si osservano nei due specchi posti a metà dell’istrumento. Questi specchi debbono formare tra loro un angolo diedro di 90

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verticale ed a vari piani. Si deve lasciare alla lastra una leggera inclinazione verso l’angolo della lastra per cui si fece partire il liquido

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la maggior parte del liquido, quindi, con una certa vivacità e speditezza, rialza la lastra ed abbassala dall'angolo opposto per versar via dal vetro

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’eccesso dell'albumina, si ponga sopra la fiamma della lampada e ad una distanza sufficiente, incominciando a riscaldare l’angolo superiore della lastra, e

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all’incirca. Dopo un tal tempo si estrae, si fa sgocciolare per un angolo sopra del bagno per pochi istanti, e si espone nella camera oscura se si

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1° Colla mano sinistra si prende la lastra ripulita per un angolo, e la si sostiene orizzontalmente coi diti indice e medio allungati, ed aperti in

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4° Appena che la lastra sarà tutta coperta di collodio, leggermente si abbassa sull’orifizio del fiasco l’angolo della lastra più vicino alla persona

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, e si pone verticale, tenendola per un angolo, sopra alcuni fogli di carta bibula, quindi con un foglio della carta stessa si asciuga nel suo rovescio

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focale per cui l’angolo del cono di raggi è molto ottuso, ed il foco che si forma nella sua sommità non è distinto che sopra un sol piano perpendicolare

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faccia colla tavola un angolo ottuso di circa 130 gradi. Dirimpetto al cartone si pone la camera oscura, e la sua distanza dal cartone sia quella che si

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Le dagherrotipie si possono agevolmente copiare illuminandole obliquamente col mezzo del sole, e ponendole di fronte alla camera oscura. Per l’angolo

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sopra di essa sino a che l’immagine si sia terminata. In questo caso non bisogna versare il liquido sul mezzo della lastra, ma per un angolo di essa

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pistolet, oppure anche, ciò che è più comunemente praticato, la sostiene per un angolo con due dita della mano sinistra. Si esamina per un momento l

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La prova ottenuta si lava con acqua. La miglior maniera di ciò eseguire consiste nel versare sulla lastra, che si tiene per un angolo, dell’acqua che

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fissatore per un tale angolo, e non per l’angolo opposto, e si deve lavare con acqua lo strato tenendo la lastra inclinata allo stesso modo, perchè

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La prova che è lavata si pone a seccare inclinata contro ad un muro in modo che l’angolo più basso sia ancora quello da cui si fece partire il

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esistere alcuna bolla d’aria tra il vetro e la tela. Dopo si riscalda leggermente il vetro, e si trova che alzando la tela incerata per un angolo, il

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Dopo solleva foglio per foglio dal bagno, ed appendi per un angolo ad un ago curvato in forma di S su di un filo teso orizzontalmente per aria. Una

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contraddistinguere quest’ultima parte della carta con un segno fatto con un lapis in un angolo. Il segno, che sarà un piccol circolo od una croce, ecc

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della tela, se si guarda la carta sotto un certo angolo (wire markings, - Siebseite), di modo che essa si manifesta più porosa e meno liscia della parte

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sufficiente, cioè toccando colla lingua l’angolo inferiore della carta; imperocchè in questo caso si fa sentire un sapor dolce particolare. Ma questi due

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appena tiepido, versalo in un angolo del bacino, e fallo scorrere con prestezza sopra tutta la superficie del vetro coperto dello strato di fiele. Ciò

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due brunitoi; quindi con vivacità si strofina il brunitoio sulla lamina, dapprima nel senso diagonale, ossia da un angolo all'altro della lamina

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La lamina che venne brunita perfettamente, osservata sotto un angolo fuori del riflesso della luce, deve sembrare di un bel nero, e, gettandovi sopra

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splendore, e che le bollicine si siano divelte dalla lamina per la forza del calore. Col mezzo di una tanaglietta si afferra ora per l’apice di un angolo la

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