Penombre
a migliaia i giovinetti su cui proietti, passando, un occhio d'angelo e di sfinge, occhio che pinge e monti e mari d'inudite ebbrezze! O donna piena
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Giacobbe. Giacché, pensando alla cruenta via per cui fe' vela l'angelo Pensiero, mi persuade la tristezza mia che non la tema il demone Mistero. E più
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, si smarriran cercandoti il pianto e la preghiera, bimbo, se tu se' un angelo scendi alla madre accanto e lo spirito affranto come una spiga invola.
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sarà la bestemmia e la canzone che merita la donna, quando è l'angelo, il santo e la madonna! E tu non sei del mondo, o bella creta, no, del mondo non
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. Fu l'angelo fu il demone, fu il bruto? Fu il precursor, l'apostolo, l'uomo dall'uom voluto? Per la profonda tenebra che disse al torvo Urano? Che
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abito stupendo, lacero e vuoto sulla coltre mia, come il nimbo che un angelo, cadendo, perde per via.
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secoli è legge e forma e ingegno; or giganti magnanimi, or fantocci di legno; poc'anzi io stesso un angelo, presto un verme dormente, una preda del niente
Penombre
mio negro compagno, io veglio, e non mi lagno. Poichè il silenzio è un angelo, e un sacerdote anch'esso, e contemplar le tenebre è contemplar se