di grandi bicchieri d'acqua con anice l'arsura che lo consumava. Poi cominciavano a lamentarsi, tutti allo stesso modo, di perdere, di perder sempre
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il cavallo si rizzava sulle gambe e squassava la criniera. Allo sparo d'un mortaletto, la folla si ritirò indietro sul viale, lasciando la pista libera
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, intenerito, la prese alla vita: - Quant'è che non ci vediamo? - State fermo! Ma egli s'era appena seduto, che sentì una fitta allo stomaco, come se glie
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vario pelo, che una volta seduti, dinanzi allo specchio, con tanti buoni odori d'acque e di pomate sotto il naso, non trovavano più il verso di
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s'era guardata dieci volte allo specchio, con una paura matta che anche quel matrimonio sfumasse. Invece l'Angiolina si mostrava al baronello discinta
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guardie, si arrestò un istante sulla soglia, allo spettacolo del cadavere. - Entrate, Pinelli; due parole di rapporto per il pretore, presto. - Non c'è
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piazza, Alfio le andava dietro, supplicando. - Levati via! - gli rispose, peggio che allo storpio buttato accanto alla pila dell'acqua benedetta. - Che
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