23 luglio 1871 allo spettroscopio con l’Equatoriale del Collegio Romano.
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Le macchie mostrano allo spettroscopio una composizione chimica differente dal fondo generale dell’astro. Primieramente nel loro mezzo più scuro, che
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fiamme osservate allo spettroscopio nel color rosso. Simili forme si hanno nelle altre righe idrogeniche, e dell’Helium. Esse fiamme danno le righe
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che si avanti allo specchietto dello spettroscopio, l’altra opposta serve per lasciar libero l’accesso all’aria, e per evitare l’esplosioni che accadono
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attraversano i raggi: però nelle giornate di forte vento, specialmente se boreale, essa si scorge fortissima fino a grande altezza e anco allo zenit. Da
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andrà più in basso. Il raggio violetto che arriva all’occhio dell’osservatore non appartiene quindi allo stesso raggio bianco da cui è pervenuto il rosso
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Allo zenit l’oscillazione è assai piccola e per lo più si riduce a dare delle righe longitudinali allo spettro. Ma qui vi è un’altra causa la quale
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grandezza. In questo stato dura brevissimo tempo, cioè 7 a 8m al più, e in altre 3or e 30m ritorna allo stato di prima. La durata totale del periodo
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variabili, e viceversa, onde lo studio di una concorre allo studio dell’altra. E non solo le grandezze, ma anche gli spettri sono certamente variabili, onde
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Questa è una delle più importanti rivelazioni che la scienza deve allo spettroscopio, che basterebbe a rendere immortale il suo scopritore ilsig
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più viva delle Nebulose allo stesso posto (v. Mem. Spettrosc.,p. 36). Onde esiste in quello spazio latteo una massa diffusa pesante gassosa.
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è di tipo spettrale diverso dalle altre, e che per ciò non sembra appartenere allo stesso gruppo. Ciò mostra che le prime fanno un sistema comune a
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immobile allo stesso luogo. Ai tempi di Keplero questa durata della rivoluzione era conosciutissima, perchè dalle osservazioni delle opposizioni de’ pianeti
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due osservatori in pratica si sono collocati uno a Berlino, l’altro al Capo di Buona Speranza che sono luoghi assai prossimi allo stesso meridiano.
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o alla sortita, e sapere in qual luogo della Terra il Sole starà allora allo Zenit, e definire così l’emisfero che vedrà il fenomeno, tanto all
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viene tra i due cannocchiali la ruota cambii posto di mezzo dente, allora allo intervallo aperto essendo succeduto il dente solido ed opaco, nulla
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riflettevasi su di un altro specchio concavo fisso che rimandava i raggi una seconda volta allo specchio girante e al cannocchiale primitivo dentro il campo
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circostanza che la stella γ del Dragone passava allo Zenit del suo osservatorio: eliminò così completamente la refrazione, e dopo parecchi anni di
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La grandezza del Creato è una di quelle idee che spaventano la piccola mente umana. Quando si annunziò la prima volta, che rotte allo spazio etereo
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non solo la terra sia un punto rapporto allo spazio popolato dalle stelle, ma sia un punto anche l’intero sistema solare, e che le stelle sono collocate
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Anche allo sguardo più disattento salta all’occhio l’enorme agglomeramento delle stelle in alcune regioni e la loro scarsezza in altre. Se dunque
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orizzonte, silenziose si svolgevano sul firmamento le orbite degli astri allo sguardo curioso di gente aliena ancora dalle sollecitudini di una vita
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H.XVII (ora decimasettima), mentre l’altro va allo Scorpione dove dopo certo tratto sembra svanire. Presso il Sagittario è più apparente che altrove la
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4.° Tra 25 e 35 operando allo stesso modo si trova da 35 scandagli la densità di 17,68 per densità a 30°, e così seguitando si è formato il seguente
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stesso oggetto nella stessa sera e allo stesso strumento, si hanno talora grandissime differenze. Nessuna meraviglia dunque che differiscano disegni
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assai estese sono incapaci di vita? L’immensità della fabbrica non verrebbe perciò meno alla sua dignità, nè allo scopo inteso dall’Architetto.
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, dà anche i coefficienti di riduzione delle stelle. Opera classica ridotta pel 1850, e che meriterebbe esser portata allo stato della scienza attuale
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Le sfumature intermedie sono innumerabili e non si possono descrivere; è mestieri prender pratica allo strumento.
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compagna fu stimata azzurra tendente al verde. Dai tempi diW. Herschel però fino al presente questi colori sono sempre stati giudicati allo stesso
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prisma anche senza lente cilindrica dà già allo spettro una dilatazione sufficiente purchè il suo angolo refringente sia assai grande e vicino a 60°.
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riflettere dentro allo strumento una luce artificiale, posta lateralmente. Il bottone B serve ad allargare e stringere la fessura.
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conveniente allo spettro. Questo allargamento però può ottenersi anche con una piccola lente cilindrica posta tra l’objettivo e l’oculare del cannocchialino
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essi sono formati di forti linee fosche sfumate che separano dei tratti più luminosi di ineguali densità e luce e che danno allo spettro l’aspetto più o
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