Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

267475
Dorfles, Gillo 50 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Basta por mente, ad esempio, alle pseudo-sculture oggettuali di Oldenburg: al suo tubo di dentifricio gigante; alla sua macchina da scrivere “morbida

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lamiere metalliche intersecantisi. Il secondo per contro, pur lavorando materiali diversi (dal legno al bronzo, al gesso alle materie plastiche

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reazione alle convulsioni espressioniste e postimpressioniste, oggi analoghe ricerche sono quasi sempre frigide e spente.

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saputo forgiare il pesante materiale di cui si serve, ottenendone delle creazioni robuste e. ironiche che alle volte hanno la solennità di emblemi

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), alle imponenti sculture politiche (La Grande Cina), ai gustosi episodi ironici (La Cassa Sistina, L’Aquilone), sempre elaborando una sua

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Oldenburg; agli ambienti “al vero,” di Kienholz, col loro lustro repertorio Kitsch, alle marionette metalliche di Trova e ai cosmonauti luccicanti del

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delle loro stesure alle volte vale da sola a conferirgli una potenza e una importanza che altrimenti non potrebbero raggiungere (Judd, Morris, Serra

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Preferisco adottare in questo capitolo il termine di "concettuale," pur ammonendo che spesso le forme artistiche alle quali verrò alludendo vanno

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"anoggettuali,” come quelle più caratteristiche rispetto alle fasi precedenti dell'arte visuale; mentre farò un accenno a parte al settore dell'arte "ecologica

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In che consistevano, in definitiva questi indirizzi? In un nuovo interesse “metaforico” rivolto alla natura, agli oggetti, alle azioni, alle

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protagonisti o i deuteragonisti e il più delle volte rivelano una spiccata componente auto-erotica, narcisistica, masochistica, che dà alle loro operazioni

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attorno alla "validità di codeste forme — e intendo riferirmi soprattutto all’informale, alle pitture segniche e gestuali, alle indagini strutturalistiche

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si vale di fotografie paesaggistiche per comporne anti-paesaggi, di Oppenheim che adopera dei veleni da mescolare alle terre o di Christo che giunge a

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Non potendo dedicare dei capitoli a sé stanti a quelle manifestazioni artistiche, assai prossime alle arti visive, ma che si sono valse nell’ultimo

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Se inizialmente le attività “intermedia" furono limitate alle solite cerehie iniziatiche, ai gruppi underground di cineasti e di musicisti, poco a

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ancora in corso dovrebbe necessariamente ricorrere alle riviste specializzate (e spesso partigiane dato che per lo più riflettono soltanto l

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Sarebbe assurdo voler analizzare partitamente tutte codeste “imprese,” in parte ancora memori d’un’atmosfera pop, in parte alleate alle più

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piccolissimo foro, emettono una sottile voce alimentata da un magnetofono predisposto a tal uopo) che si alternano alle sue proiezioni di diapositive

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alle altre arti visive. Ma anche in altri settori artistici — poesia, letteratura — si è spesso accennato al post-moderno come a un fenomeno

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’un rifiuto del “bel materiale,” dell’accurata composizione, quasi in antitesi alle sopravissute retroguardie strutturaliste e concretiste (Gruppo Zero

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prospettiche, tonali, chiaroscurali, di allora, alle volte “capovolgendo” la stessa immagine (come nel caso di Baselitz), o giungendo persino alla

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, Pietro Coletta, Igino Balderi, mentre, a cavallo tra pittura e scultura — e forse più prossime alle cosiddette “primary structures,” alle strutture

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dei pochi scultori degni di rilievo) e, solo marginalmente, alle loro opere pittoriche, da Marcello Jori, Bruno Benuzzi, Maraniello, Luciano Bartolini

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movimenti affini) e che ha visto, soprattutto nell’ultimo decennio, moltiplicarsi le ricerche rivolte alle "installazioni” a base di oggetti d’uso, di

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altri già citati in precedenza), ma anche molti giovani appartenenti alle ultime leve e per i quali spesso il concettualismo entra in gioco come

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tali da conferire alle sue ambientazioni un richiamo al tempo stesso morboso e pieno di fascino.

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Il cartone dipinto, la pietra eretta non hanno più senso; le plastiche consistevano in rappresentazioni ideali di forme conosciute ed immagini alle

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ad una natura-morta. Si tratta di trovare uno stato d’animo, una attitudine dello spirito che permetta di attingere liberamente alle fonti vive dell

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, l’atto del dipingere sembra rispondere in entrambi i casi alle seguenti condizioni: 1° primato unito ad una sveltezza di esecuzione, 2° assenza di

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tutto questo è da attribuirsi alle tradizioni di sette secoli tramandateci dai greci. L’introduzione della rapidità nell’estetica occidentale mi pare

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Con questo s’intende che le premesse formative, in base alle quali si produce un’opera d’arte, hanno conseguenze più importanti dell’effetto di

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passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo. V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta. VI) Il

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D. Anche lei, però, deve soggiacere alle leggi del mercato e le sue opere vengono mercificate.

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Una è legata a una “semiologia dell’immagine ottica” e, inversamente, l’altra è legata al significato, vale a dire alle “strutture denotative”. La

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alle domande di base.

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, alla conoscenza di tutti: animali o combinazioni di uomini e animali. Fatti che risalgono alle origini dei tempi, e che si trovano anche nell’arte

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, Boriani, Varisco, De-Vecchi) o degli artisti delle "Recherches visuelles” di Parigi (Morellet, Le Pare, Schöffer, ecc.). Alle volte anche prive di

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Equipo 57: gruppo di concretisti spagnoli che presero parte alle mostre delle "Nuove Tendenze,” formato da: Juan Cuenca (1934), Angel Duart (1930

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settore della “expendable icone” dell’icone diffusibile alle masse e di cui si sente così acutamente il bisogno. Codesto segno aveva in sé — oltre a

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Quello che viene fatto di chiedersi dinanzi alle evanescenti e medusiache concrezioni di Fautrier, davanti alle superfici pallide e crepuscolari su

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avanzato da certa critica "storica," alle Ninfee di Monet, come alle precorritrici dell’informale. La dissoluzione della forma da parte del maestro

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pensare a un ritorno al naturalismo. Le ampie, sensibilissime tele dell’artista catalano, con le loro superfici scabre, spesso grumose, alle volte

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Naturalmente non è in merito a questi "stratagemmi,” né alle dimensioni più o meno grandi delle tele, che l'opera di Pollock doveva acquistare tosto

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È sempre rischioso accordare troppa fede alle affermazioni teoriche, alle interpretazioni pseudoscientifiche di teorie fisiche, fisiologiche o

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fatto di "credere nella pittura,” di non voler soggiacere totalmente alle lusinghe del concettualismo, cosi come non avevano voluto soggiacere a quelle

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quelle sintassi già in via di cristallizzarsi e di trasformarsi in manierismi frigidi e sterili. Si deve perciò proprio alle correnti concretista se

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citato acquarello di Kandinsky del 1910, attraverso alle prime opere astratte (concrete) di Frank Kupka (1911) e di Itten, fino a quelle futuriste più

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ha sposato molti degli schemi che furono cari all’arte concreta e alle espressioni riattivate dal MAC attorno agli anni Cinquanta. Dobbiamo peraltro

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correnti, che, in piena fase astratta, hanno continuato a valersi dell'elemento iconico, pur sottraendolo alle cristallizzazioni cui l’aveva condotto la

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Pierres Philosophiques, alle Tables Paysagées (1951-53), dalle Pâtes battues (1953) alle Petites statues de la Vie Précaire (1954) ai diversi Tableaux

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