All’antitesi non corrisponde tuttavia, e questo appunto la rende più significativa, un salto di valori: verificate in rapporto alla qualità delle
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Innocenzo X, il progetto di rinnovamento fu praticamente abbandonato e a Borromini non rimase che dedicarsi, con puntigliosa finezza, alla ricomposizione
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Poiché la sua architettura deve adempiere alla funzione di conservare, fin da principio (come si vede dalla serie dei successivi disegni) concepisce
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grandi archi; e come poi le avesse chiuse, trasformandole in edicole a fondo piatto, integrate alla struttura del pilastro. Soltanto all’ultimo le «enuclea
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, e che Borromini stesso aveva già sperimentato, fino ai registri più alti, in Sant’lvo alla Sapienza. Venendo a mancare il gioco dei raggi obliqui e
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aperta alla più larga variabilità degli effetti, e quindi luministica. Come sistema luministico, in un armonico crescendo di altezze, di grandezze, di
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’attività autonoma, legata alla specificità della propria praxis, della tecnica della costruzione. È però significativo che, quando alla metà del secolo
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ottiche. I suoi interventi, spesso parziali, non mirano a conferire alla città un significato storico- politico, come il Bernini, o spirituale e religioso
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volumi pieni dell’esterno. La correlazione si riduce, di fatto, alla sostanza plastica delle pareti, per cui il movimento plastico di una faccia si
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confermato da testimonianze del tempo, la riforma dello spazio adiacente alla chiesa non è motivato dal desiderio di un grandioso inquadramento
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, che fanno da perno di rotazione, collegando i fianchi alla fronte. Era dunque inevitabile, anche a costo di sacrificare una porzione del poco spazio
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non d’immediata evidenza. Cinque anni prima il Borromini aveva concluso la costruzione di Sant’Ivo alla Sapienza, integrando la nuova chiesa ad un
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del limite della materia e della forma stessa rispetto alla trascendenza del «concetto». Come tale è stato studiato, ma nell’ambito delle singole
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’architetto, e finalmente apre, ponendosi come primo ed esplicito esempio di arte senza «regole, la via alla diffusione europea del gusto barocco.
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Il processo di questo superamento è inseparabile dalla storia costruttiva della chiesa. Anche rispetto alla funzione, e agli interessi ideologici che
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Prima di disegnare, nel 1657, il progetto di Campitelli, il Rainaldi aveva lavorato col padre, Girolamo, alla costruzione di S. Agnese in piazza
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tendenza all’espansione e della tendenza alla contrazione dello spazio dà luogo: a) all’eliminazione di ogni struttura interna che fissi una misura e
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palesemente lo sviluppo e l’accentuazione della funzione devozionale ch’era alla base del primo progetto. La novità è, in sostanza, l’inserzione di un
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Gli ostacoli che determinano l’interruzione e il rinvio della esecuzione della tomba non sono, neppure alla superficie, così occasionali se, in
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erigendo intorno alla tomba un vero e proprio tempio sepolcrale. Ma il progetto prescelto, del Bramante, si trasforma presto in un piano di ricostruzione
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Architettura come discorso vuol dite anche superamento di quella che potremmo chiamare, per analogia alla pittura contemporanea, «architettura di
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elevandola al cielo delle idee eterne, è il tipo ideale del monumento, l’espressione suprema di quel sincretismo di classicità e cristianesimo ch’è alla
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brusco dava alla figurazione un tempo troppo rapido; e un senso d'episodio, d'aneddoto. Non l’evento, abbastanza comune, voleva rappresentare l’artista
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invece uno sviluppo volumetrico, ma su tre lati soltanto, mentre il quarto si addossa e rientra nella parete. La tomba si riaccosta così alla
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Questo interesse alla realtà sociale si può spiegare con la posizione religiosa del Guarini: intransigente sul punto del dogma, ma aperto e
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facciata a velo o a sipario del palazzo Carignano. Né daremo mai abbastanza ragione alla Griseri che, così acutamente, ha inteso come la concezione
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corpi, di cui sin ora non è stato dato modo, che lì misuri». Impossibile valutare i suoi disegni alla stregua di quelli del Borromini, che sono «prime
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determinare un ritmo di sviluppo e mutazione di una «radice» formale data a priori. La riduzione al segno è dunque una riduzione della forma alla
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un’architettura civile o mondana. Ed anche questo, non meno della separazione della tecnica dall’esperienza e della sua identificazione alla scienza
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fratelli Pozzo, Torino, 1963), ha almeno tre tempi: dalla scena seicentesca, ancora legata all’apparato cerimoniale, si passa alla scena-architettura di
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pianeta a pianeta, ma come da una camera alla contigua; non lo spazio muta, ma il nostro senso dello spazio, il nostro sentirci al largo o allo stretto
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Piemontese ordinata da Vittorio Viale. Sono studi che si riferiscono alla sistemazione urbanistica ed architettonica del cuore della città-capitale: alla
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; ancora nel 1773, quando ormai l’Inghilterra possiede una grande pittura, il vescovo di Londra, dr. Terrick, oppone un reciso «non possumus» alla proposta
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, addossa implicitamente la responsabilità di quella carenza alla nobiltà, che aveva incoraggiato lo sviluppo unilaterale della ritrattistica. Ma, poco
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, si cerchi almeno di far si che quel denaro rimanga nel paese e giovi alla cultura nazionale. Ma, perché ciò avvenga, è necessario che si sviluppi una
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ristretti, la pittura ostentatamente, tematicamente borghese di Hogarth; non lo fu quella di Gainsborough, interessata al «demi-monde», alla «café-society
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dialoghi michelangioleschi di Francisco de Hollanda l’arte italiana era contrapposta alla fiamminga come arte «ideale» contrapposta alla suggestione degli
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diverse maniere, siano pure intese come diversi modi (ma ormai acquisiti alla storia) di imitare la natura; la critica, infine, è un giudizio o un
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legati alla stessa catena, sviluppa naturalmente il tema della varietà in senso allegorico, cioè la sua immaginazione si sviluppa su un piano
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E qui la questione si complica. Da un lato ci si richiama alla funzione della «mente attiva», che penetra, interpreta, associa e combina, dall’altro
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sia quell’individuo, e donde tragga l’impulso e la forza di chiamare Dio «de profundis». E come definire l’uno se non per contrasto ai molti, alla massa
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la pittura di Turner, e proprio per quell’attrazione, giunge alla distruzione pressoché totale del senso del concreto proprio del «pittoresco» (e di
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La grande stagione della pittura inglese può dunque considerarsi conclusa alla metà dell’Ottocento, con la morte di Turner. Ma è significativo che
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Delacroix apre le porte della pittura romantica; ma è noto quanto debba Delacroix alla pittura storica di Bonington. E inversamente: vi sono punti di
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’eredità di un nome: Michelangiolo. Nel 1772 il suo giudizio non era senza riserve: «Alla domanda su chi debba avete il primo posto, Raffaello o
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unisse alla dignità letteraria della pittura storico-religiosa barocca l'attualità di una testimonianza sociale: perciò aveva relegato Hogarth tra i
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Può sorprendere che alla riva dell’immateriale e, in fondo, morale follia approdasse, con l’esaltato Blake, il lucidissimo Fuseli, amico di quei due
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suoi gesti dà un’enfasi, alla voce risonanze innaturali: escluso, per la sua stessa artificialità, dalla natura è solo davanti alla platea scura e
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Rousseau sono del ’67, l’anno seguente alla visita che il filosofo perseguitato fece, invitato da Hume, nella liberale Inghilterra. Che quanto v’è di
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Nel gruppo marmoreo che Antonio Canova, poco più che ventenne, scolpì a Venezia per il senatore Pietro Pisani ed espose alla Sensa del 1779, Dedalo
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