l'immagine non è più condizionata all'equilibrio, alla compensazione simmetrica della natura, non è più soggetta a limiti, se non a quello della
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non appartiene alla natura “razionale” bensì alla natura “mista” dell'uomo: implica un momento conoscitivo in cui il soggetto si pone davanti a una
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formale, alla quale succedono tipologie somatiche e fisiognomiche: ai diversi temperamenti e sentimenti si fanno corrispondere altrettante espressioni del
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L’immagine devozionale appare già nella pittura tardo-manieristica, con la funzione di dare alla preghiera un oggetto sensibile. Nel Seicento diventa
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periodo romano, propone una interpretazione nuova di Michelangiolo. Né si può negare che, contro il Manierismo, Caravaggio sostenga un ritorno alla
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Senza passare attraverso la riflessione sul valore del classicismo o della storia non si poteva arrivare a porre il problema, che urgeva alla
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l'armonia della sua pittura derivava dall’accordo a distanza di macchie di colore (“manchas distantes”) e che così arrivava alla “verità” e non solo alla
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La rettorica, come discorso persuasivo, non è necessariamente legata a un testo letterario né alla traducibilità in termini letterari del contesto
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appartengono piuttosto alla strada o alla piazza che all’edificio di cui fanno parte. Il Borromini arriverà fino a concepire facciate spostate rispetto all
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un sistema di forze e di una figura spaziale, rimangono simbolici di una funzione che non è più in atto: alla funzione reale subentra così la
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equilibrato sistema di volumi. Michelangiolo aveva cercato di legarla alla dinamica delle masse dell'edificio, ma in realtà l'aveva disimpegnata dalla
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di risalto o di profondità che le membrature architettoniche integrano alla loro superficie. La funzione della parete “plastica”, infine, non è
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Cortona disgiungano la tecnica della costruzione dalla tecnica della visione o dell'immagine autosufficiente dimostra che alla prima si dà una
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massimi effetti o alla monumentalità più vistosa, si frantuma in un’infinità di fenomeni. Anche una cesta di frutta sulla tavola, vista in una certa luce
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scolpita con la cosa naturale, bensì la naturalezza dell’immagine. Potrebbe dirsi, perfino, che l'arte si richiama alla natura solo per dimostrare
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tecnologia più legata all'estetica che alla scienza e, come estremo fine, a una grande arte “popolare” intesa come linguaggio o discorso universale.
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. Accanto alla pittura “ di storia” vi sarà la pittura di paesaggio, di ritratto, di natura morta con tutte le loro sottospecie; accanto
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pensiero stesso della storia e trasponendolo dal passato al presente, raffigura il fatto come storico accadimento immediato e dà alla figurazione di
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, Annibale Carracci contrappone alla storia immobile la storia come azione, concatenazione causale di eventi nello spazio e nel tempo. Al Caravaggio il
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, accelera il ritmo, arriva alla simultaneità tumultuosa di tutti gli appelli fenomenici, alla emozione che scocca e si spiega come una molla; Velázquez
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L’importanza che si dà alla pittura di storia, considerata la forma più elevata dell’arte, spiega in parte l’interesse per il ritratto in tutte le
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Alla radice della tradizione del paesaggio “ispirato'è Adam Elsheimer che, a Roma dal 16o6, influisce sul Saraceni, sul Rubens, sul Tassi e
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sarà la doppia interpretazione settecentesca della natura in rapporto alla società: la natura amica, accogliente, propizia, interessante nella varietà
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’affaticato abitante della città: semmai, è il fervore dell’esistenza moderna che si trasmette alla natura e la mette in movimento. Cè ancora, sotto
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. Ritroviamo, inattesa, la cubatura prospettica, la cristallizzazione volumetrica di Poussin; ma senza traccia di mito, senza richiamo alla storia, anzi con una
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Non è un caso che questa pittura nasca e si sviluppi parallelamente, e in antitesi, alla corrente dei “romanisti” e degli “italianizzanti”: è quasi
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isolare nella realtà delle cose e costituire alla coscienza del mondo: il ruvido e il morbido, il vellutato e il trasparente, il fragile e il
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individualmente predestinato alla salvezza o alla condanna eterna; ma il successo nell’attività mondana, la ricchezza stessa, sono segni sicuri
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desiderabili le cose a cui si vuole persuadere, a far sì, insomma, ch’esso ardentemente desideri d'essere persuaso. Alla prima presiede lo “esprit de
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Il Barocco nasce come reazione alla crisi manieristica della forma, ma non come restaurazione del valore assoluto e universale della forma, bensì
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Per intendere la portata di questa trasformazione è necessario risalire alla fine del secolo XV quando la Chiesa romana riesce a comporre gli scismi
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Sales, nei primi anni del secolo, addita e spiega ai cristiani, la devozione. è il modo di giungere alla salvezza con le opere, cioè vivendo nel mondo e
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piena di problemi. Tra gli altri, c'è quello dei popoli pagani che sono entrati a far parte della comunità umana e che bisogna iniziare alla vita
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tecnica è anche una cultura perché non si riferisce soltanto all’esecuzione materiale delle opere ma anche alla formulazione e all'elaborazione delle
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Sul piano delle grandi idee il Barocco rappresenta indubbiamente una reazione alla filosofia dell’idea e al neoplatonismo manieristico, e una ripresa
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memoria, e la sua premessa è l’esperienza storica; è questa che impedisce alla immaginazione di vagare senza una direzione nello sconfinato dominio del
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più in rapporto alla natura umana, bensì alla società. Non diversamente, l’uomo a cui si rivolge l’arte barocca non è più l’uomo “ al centro dell
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figurativo. Si passa da lontani riferimenti storici a visioni di gloria celeste, dalla cruda descrizione di un fatto alla vaga promessa di una futura
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alla ricerca di un equilibrio di forze politiche ed economiche. Il Rinascimento aveva dato vita a una civiltà urbana in cui ogni città si presentava
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antica erano sepolte o soffocate da un confuso agglomerato di case qua e là interrotto da qualche palazzo patrizio o da qualche chiesa monumentale. Alla
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Domenico Fontana rientra nella sfera delle forme destinate alla persuasione o delle forme “rettoriche”. Le nuove strade tracciate dal piano collegano
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tappa sulla via di Roma"; ed è chiaro che il Wren, con quel suo giudizio, non si riferiva tanto alla grande architettura monumentale, che a Roma
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bramantesco fino alla definizione dell'assetto attuale, la storia costruttiva del “monumento per eccellenza” risulta dalla varia relazione tra due esigenze
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urbano sviluppando così la funzione urbanistica del monumento: più tardi il Bernini, aggiungendo alla chiesa il colonnato e studiando il collegamento
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la testa: l'abbraccio universale della Chiesa è dunque la preparazione alla rivelazione suprema e, se si rammenta che il quadriportico delle antiche
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dell'aristocrazia feudale e terriera, e una realtà sociale e politica che vede il passaggio della direzione economica alla borghesia che, ben presto
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la premessa spaziale dell'assetto monumentale che danno alla piazza il Rainaldi, il Borromini, il Bernini. Quest’ultimo, erigendo nella piazza la
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’orizzonte di uno spazio e di un tempo praticabili, si collega alla vita pratica, alla morale, alla politica. L’immaginazione che si definisce nel Seicento
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terrena e la vita ultra-terrena. è la tesi della comunicazione o della “scala” che Francesco di Sales opponeva alla tesi protestante dell'incomunicabilità
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Nel campo urbanistico-architettonico, questa concezione dello spazio conduce alla variazione continua dei rapporti di grandezza, all'impiego di scale
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