Allora si restringeva l’apertura dell’obiettivo diretto alla maggiore, finchè la sua immagine divenisse eguale alla minore; e il rapporto inverso
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Dobbiamo questa figura e le tre seguenti alla gentilezza dell’editore francesesig. Gauthier Villars. A quest’opera rimettiamo il lettore per una più
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Intorno alla natura di questi spettri concluderemo che lo spettro a colonnato irresolubile sembra dovuto ad ossidi, le linee fine taglienti invece
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’occhio. Tuttavia paiono sufficienti alla spiegazione del fenomeno le semplici ondulazioni atmosferiche, le quali così agirebbero nel modo stesso che
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sono quelle mostrate dalla stella di Ticone, se pure non allude alla scintillazione.
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Anno 1230 tra il Serpentario e il Serpente alla metà di Dicembre, sparì alla fine di Marzo 1231.
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Anno 1203 alla fine di Luglio. Stella pallida senza nebulosità e simile a Saturno; Ann. Cinesi.
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Anno 1600 nel Cigno alla radice del collo di 3a grandezza, trovata da Janson scolare di Ticone. La stella andò diminuendo di grandezza soprattutto
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Anno 1012 nell’Ariete alla fine di Maggio. Relazione del Cronista Epidamo monaco a S. Gallo, morto nel 1088. Era lucidissima, ma subì molte
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non furono ben determinate. In 12 giorni, la stella passò dalla 2a alla 6a grandezza, e poi ritornò alla sua piccolezza di 8a. Lo spettro di questa
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potrebbe far altro che accrescere la confusione, perchè non tutti cederebbero alla neoterica riforma, mentre le figure che ora vi sono appartengono o
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periodo incerto, si accosta a 371 giorni, e varia dalla 7a alla 10a grandezza, ed è di colore rosso.
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ν Idra va dalla quarta alla decima in 449 giorni.
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η Aquila dalla terza e mezza alla quarta e mezza in 7 giorni.
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α Ercole è pure variabile e passa dalla terza alla quarta grandezza in un tempo non ancora ben definito. Il suo spettro è nell’epoca del minimo più
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Ommettiamo molti altri oggetti simili per venire alla grande questione se esse siano tutte ammassi di stelle, ovvero masse gassose fisicamente
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° da Nord al Sud. La declinazione è così manifestante analoga alla latitudine geografica. L’altra coordinata è analoga alla longitudine: questa in
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Questa struttura così moltiplicata ci richiama alla mente la potenza delle forze centrali che tenderebbero a riunire in un sol centro stellare le
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A questa teorica, e specialmente alla sua prima parte può ragionevolmente opporsi quanto segue. Dopo fatta la prima vibrazione che sarà accorciata
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Per far vedere che non esageriamo in ciò le difficoltà, diremo che mentre alla Cometa di Coggia del 1874 lo spettroscopio assegnava un avvicinamento
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alla fine del presente capo).
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II. Per le stelle della la alla 4a grandezza il numero loro essendo 353 ve ne sono 75 congiunte fisicamente, cioè una ogni 4,71.
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Le zone di Bessel danno un contingente di 52199 stelle solo fino alla 9a grandezza nella zona posta tra + 15° e ‒ 15° di declinazione. Quelle di
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Alla parallasse 8", 91 corrisponde una distanza dal Sole dalla Terra di 23150 semidiametri terrestri, ossia 148 milioni di chilometri, il che è un
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dipende da un errore che nelle misure ordinarie sarebbe pari alla grandezza di un capello veduto (se fosse possibile) alla distanza di 40 metri, perciò
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3.° Che questo moto non era dovuto alla parallasse, perchè da questa la stella sarebbe stata spostata in un piano passante per la direzione del Sole.
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sembra prolungarsi assai più oltre che non si vede allora per la debole luce residua nelle ecclissi, e dar luogo alla così detta luce zodiacale. Da molte
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moti proprii eguali e perpendicolari alla visuale dell’osservatore, le più lontane darebbero moti apparenti più piccoli, e le vicine più grandi; ma qui
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Dalla semplice ispezione del globo apparisce che in somma il maggior numero delle stelle dalla prima alla quarta grandezza trovasi in questa zona. A
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1.° Le stelle sono più copiose quanto più ci accostiamo alla Via Lattea ove la densità loro è massima.
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Prendendo separatamente gli scandagli fatti nel mezzo della Via Lattea alla posizione ove essa traversa l’Equatore, si trova per ciascun campo sulla
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Dai numeri di Herschel il celebreW. Struve Études d’Astr. Stellaire. ha ricercato la legge di condensazione delle stelle rapporto alla Galassia, e ha
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La seguente tavola contiene le valutazioni delle stelle distribuite in zone parallele alla Galassia secondo la loro grandezza:
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fossero di nuovo riassunte non riferendole all’equatore come ha fatto Struve, ma riferendole rigorosamente e direttamente alla Via Lattea come piano
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Resta ora a vedere quale delle due serie sia conforme alla verità di fatto nello spazio celeste. Il saperlo direttamente è impossibile, ma
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grande Atlante di Argelander che contiene tutte le stelle fino alla 10.a grandezza dal polo Boreale fino a 2° di declinazione Australe: lavoro immenso
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confinante alla zona delle Nebulose non può dirsi che esse ne facciano parte, attesochè esse non sono sempre formate di stelle discrete come si credeva
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10.° Valutando con mezzi indiretti le distanze stellari, ed esprimendole solo in moduli relativi, rileviamo che collocando le stelle più vicine alla
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Sono dunque, questi mezzi artificiali, semplici aiuti alla nostra incapacità, ma essi in fondo non ci fanno punto meglio comprendere l
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24.° Nè siamo ancora alla fine delle maraviglie, lo saremo soltanto quando cesseremo di studiare. Fu già un tempo in cui tutto il sistema solare si
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» 35. Questa è la celebre variabile di Schmidt congiunta alla nebulosa 2. II. IV. (v. Astr. Nach.1302. Aprile 6, 1862).
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È questo un supplemento ai cataloghi del 1° e 2° tipo dati nelle nostre prime memorie. Non vi è dubbio che molti spettri sono variabili, onde alla
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Rapporto dalla 1.a alla 2.a = 3.75; 2.a alla 3.a = 2.25; 3.a a 4.a = 2.20; 4.a a 5.a = 1.95.
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Johnson di Oxford col metodo suindicato arrivò alla conclusione che il rapporto successivo sulle grandezze era 0,424; quindi detto n il numero che
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suddividendole fino alla ventesima grandezza, Struve limita queste alla dodicesima soltanto, benchè la grandezza reale degli oggetti estremi sia la stessa. Questo
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Benchè agli astronomi in genere poco interessi questa materia, perchè non spetta alla parte siderale di precisione, pure per molte questioni di
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Questa riga è corrispondente alla F del Sole, e devesi all’Idrogeno. La diciamo posta nel verde, ma per molti, come per noi corrisponde realmente al
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equivocarsi. Soltanto resta l’incomodo che questi pezzi addizionali esigono la giunta di nuovi contrapesi alla macchina, onde non possono montarsi e
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Applicazione de’ precedenti risultati alla costituzione fisica delle stelle.
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Per vedere meglio la complicazione e ricchezza di questi spettri, rimettiamo il lettore alla figura di quello di α Orione in iscala convenientemente
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