inspiegabili. Per interpretarli, si è tentato di applicare | alla | sfera dell'etica un modello ispirato alla psicologia della |
Disturbi del sistema binario -
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di applicare alla sfera dell'etica un modello ispirato | alla | psicologia della percezione. ll risultato è un'opera di |
Disturbi del sistema binario -
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Perché non lasciar correre le poesie liberamente fino | alla | fine del volume, senza questa sezione messa di traverso? |
Disturbi del sistema binario -
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va in sogno al figlio, gli indica il platano davanti | alla | finestra, dice che ora se ne sta su uno di quei rami. |
Il letto vuoto -
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voi somigliate | alla | natura che, se sorride, gli uomini innamora, e desta la |
TAVOLOZZA -
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e scura l'alma che gli alti suoi misteri ignora e del bello | alla | fiamma non si appura. Oh dell'aprile candide sorelle! |
TAVOLOZZA -
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in condizioni così sfavorevoli che desidererei farlo | alla | pari. Sono molto modesto e non vi domando, amici, altro |
La Verna -
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da concimare, annaffiare. Dove sapersi uguale allo sterpo, | alla | rosa. Nella stagione che muta. Qui la pena è un vorticare |
Il letto vuoto -
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che vicino abitavano di casa: le due cuffie eran sempre | alla | finestra, e per l'aria venìa un confuso cianciar pien |
Penombre -
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tra quei vasi di fior, due tortorelle, e or rivolti | alla | strada or alla gronda, quattro occhietti brillanti |
Penombre -
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vasi di fior, due tortorelle, e or rivolti alla strada or | alla | gronda, quattro occhietti brillanti studiavano gli |
Penombre -
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e tutti i santi. L'ammalata morì; fu un epitaffio breve | alla | porta della chiesa, e un requie di più. L'altra tornò nella |
Penombre -
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bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la Poesia ed | alla | sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida procella di |
Trasparenze -
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al mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo | alla | torbida procella di questo improbo viaggio che si chiama la |
Trasparenze -
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pari ad aureola di santo, c'inviteran, come raggi lunari, | alla | mestizia e al pianto! E noi riparlerem di quando ancora |
Trasparenze -
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o Poeta!.. Ella che vive di fede e di speme, te arrivato | alla | meta! |
Trasparenze -
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a cogliere per voi timo e violetta. E se non mi vedete | alla | chiesetta, non paventate l'ira del Signore: non è incenso o |
TAVOLOZZA -
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miracolo! adorando al ciel se 'n vola, e del bello commosso | alla | parola che susurrano intorno i campi e il mare, egli |
TAVOLOZZA -
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solo, non dico tramortito ma piuttosto perplesso. Non avevo | alla | fine che sonno, e voglia di sognare. |
Ritorno a Planaval -
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becchino mi rapì le visioni. Perchè nascesti ?...dissero | alla | povera madre che a sè chiamato avevati dei cherubini il |
Penombre -
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in marmo e in oro, son là, delle famiglie miserrimo decoro, | alla | neve, alla pioggia, meste, tarlate, mute... dell'eterna |
Penombre -
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in oro, son là, delle famiglie miserrimo decoro, alla neve, | alla | pioggia, meste, tarlate, mute... dell'eterna salute ove, |
Penombre -
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il pianto e la preghiera, bimbo, se tu se' un angelo scendi | alla | madre accanto e lo spirito affranto come una spiga invola. |
Penombre -
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madre, con un piede fuori della porta, l'altra disposta | alla | compassione e mai al silenzio. |
Il letto vuoto -
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al finestrino con le spalle | alla | testa del treno, così che invece di incontrate il paesaggio |
Ritorno a Planaval -
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molti dei quali non ho mai saputo neppure il nome, parenti | alla | lontana, tizi familiarmente sconosciuti, gente magari vista |
Finestre di via Paradiso -
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che per la neve, sotto il ciel sereno, sostar sommessi | alla | mia porta udìa, la notte della santa Epifanìa, o son morti |
Penombre -
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rugiada, e tu madre, domestica regina, la colmavi di doni | alla | mattina, io ricciuto avea il crin, candida l'alma, e ogni |
Penombre -
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che per la neve, sotto il ciel sereno, sostar sommessi | alla | mia porta udìa, la notte della santa Epifanìa, o son morti |
Penombre -
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del caffè (sulla tavola, in casa), sotto casa, vicino | alla | cancellata, un bambino si nasconde a una bambina, e su di |
Ritorno a Planaval -
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avea, e spensierato il suo viaggio correa, egli avea detto | alla | gaia Isabella: - Tu sei gaia, sei giovane, e sei bella... |
Penombre -
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avea, e pensieroso il suo viaggio correa, egli avea detto | alla | gaia Isabella: - Tu sei gaia,sei giovane,e sei bella, credi |
Penombre -
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scendo | alla | riva del mare lungo il lido di sabbia minuta, ove tragge la |
TAVOLOZZA -
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quel vapore che al sole fa vel. Vieni meco: io ti voglio | alla | riva per mostrarti l'immenso oceàno, e poi dirti che al |
TAVOLOZZA -
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volerei per poterti fuggir. Vieni meco: io ti voglio | alla | spiaggia perché innanzi a quest'orridi abissi, I desir, da |
TAVOLOZZA -
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il cancello. Eccoli camminare nelle folate di novembre fino | alla | femiata dell'autobus. Da là, senza neppure voltarsi, si può |
Salva con nome -
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Dea che accanto a me più non ritrovo, fanciulle mie, bussa | alla | vostra stanza, vestita a nuovo. - Certo quest'anno giungerà |
Trasparenze -
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galèe, cantano i letti dell'ospedale; il mondo intier canta | alla | Dea loquace! E, prima ancor che un altro mese scocchi, il |
Trasparenze -
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ai mesti casolari abbandonati dai mandrïani. E mi avvinghio | alla | stufa : oh! abbracciamenti ch'io prodigo alla bianca ospite |
Trasparenze -
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mi avvinghio alla stufa : oh! abbracciamenti ch'io prodigo | alla | bianca ospite cara! Essa è cortese senza far commenti, e mi |
Trasparenze -
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fior? di paglia circondate la gracile vïola ed il giacinto; | alla | camelia, alla azalea donate, e al variopinto tulipano, ed |
Trasparenze -
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circondate la gracile vïola ed il giacinto; alla camelia, | alla | azalea donate, e al variopinto tulipano, ed all'ellera, ed |
Trasparenze -
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differenti e lucide di sé. E complimenti al platano e addio | alla | passeggiata, di chi per un momento ha creduto di vederlo e |
Ritorno a Planaval -
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argentino assunse la desolata espressione propria di chi | alla | fine s'accorge d'aver parlato inutilmente e col dito rivolto |
Finestre di via Paradiso -
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ratta, vertiginosa, dalla mammola al giglio, dal geranio | alla | rosa, come chi cerca alcuno nella folla, né il vede, |
Trasparenze -
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sparita! - Ma dove? - Dove il vento conduce: forse in fondo | alla | tenebra, forse in mezzo alla luce... . . . . . . . . . . . |
Trasparenze -
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vento conduce: forse in fondo alla tenebra, forse in mezzo | alla | luce... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . |
Trasparenze -
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per alcun po' perplessi, diedero poi ragione ai bruti e | alla | cicoria! Le favole ritornano care nella memoria, come il |
Trasparenze -
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Il mondo mi circonda, vorticoso e lontano, la piadina | alla | salsiccia che mangio è un grumo informe, nella mia mano. |
Il letto vuoto -
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per ringraziar l'artefice che la cassa inchiodò, e | alla | chiesa cattolica perdonar, nella quiete, il puzzo delle |
TAVOLOZZA -
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mia ; come una selva era piena di trilli l'anima sacra | alla | malinconia! Errando teco, pallida Sofia. Vi cantava la |
Penombre -
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giorni. Un mattino Anna ode un pianto convulso. Pensa | alla | moglie del vicino, che tradisce il marito e che spesso |
Il letto vuoto -
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questi bastona. Il pianto continua, cresce. La madre va | alla | finestra e si rivolge all'uomo che dice, ancora piangendo: |
Il letto vuoto -
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sono giunto | alla | città nel mezzo del bosco. Batto ala porta, nessuno |
Poesie - La morte di Tantalo -
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dunque colui che non dormirà più che non sognerà più fino | alla | morte? |
Poesie - La morte di Tantalo -
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in larghi specchi d'azzurro: Vita e sogno che in fondo | alla | mistica valle Agitate l'anima dei secoli passati: Ora per |
La Verna -
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borghese, tecnica cerebrale, manuale del pellirossa. Vo | alla | latrina e vomito (verità). Letteratura nazionale Industria |
La Verna -
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fraterna che gigante qual fu, tornerà! E or salpando | alla | bella contrada vi sian facili i venti del mar; noi sappiam |
TAVOLOZZA -
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che novella Milano le dà, voi cui mesce l'italica fede | alla | gioia un'immensa pietà: dite a lei, che la suora diletta le |
TAVOLOZZA -
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tracciata da queste vite si spezza. Chi sono, chi erano? | Alla | deriva: voi foglie sbriciolate dall'inverno. |
Dal balcone del corpo -
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nessuno ascolta. Sfogli la tua tristezza monotona davanti | alla | piccola casa provinciale che dorme; singhiozzi quel tuo |
Poesie - La morte di Tantalo -
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ritornato dalla lunga gita | alla | casa paterna, a' tuoi diletti, d'alme memorie l'anima |
TAVOLOZZA -
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alle mille voci d'affanno ai mille fantasmi di gioia | alla | sete alla fame allo spavento all'inconfessato tormento - |
POESIE -
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mille voci d'affanno ai mille fantasmi di gioia alla sete | alla | fame allo spavento all'inconfessato tormento - alla cura |
POESIE -
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sete alla fame allo spavento all'inconfessato tormento - | alla | cura che pensa il domani che all'ieri aggrappa le mani che |
POESIE -
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più forte al vano terrore della morte fra i mortali ricurvi | alla | terra Itti e Senia i principi del mare sul suolo triste |
POESIE -
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la voce del mistero per l'ignoto lontano amore. E una sera | alla | sponda sonante quando il sole calava nel mare e gli uomini |
POESIE -
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uomini cercavano riposo al lor ozio laborioso Itti e Senia | alla | sponda del mare l'anima solitaria al suono dell'onde per le |
POESIE -
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del domestico focolare: «Ritornate alle case tranquille | alla | pace del tetto sicuro, che cercate un cammino più duro? che |
POESIE -
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che vive muore e nessuna cosa vince la morte. Ritornate | alla | via consueta e godete di ciò che v'è dato: non v'è un fine, |
POESIE -
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placido canal che l'accompagna, e qualche donna che scende | alla | fonte; lungi, nei prati che la nebbia bagna, la città sulla |
TAVOLOZZA -
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e la castalderia colman la botte; dà il giovin vino | alla | malinconia la buona notte; e lune e falchi e santi e chiavi |
Penombre -
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strade in Valtellina cui far l'amore, meglio che al muso e | alla | carta velina di un editore: conoscete il Legnone, o miei |
Penombre -
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cattedra e in piviale! Tre di costor che fanno il gaio viso | alla | baldoria, e a cui l'arte congiunge in un sorriso Golgota e |
Penombre -
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Invece l'uccelletto vive a lungo, sano e allegro. Quanto | alla | donna, spesso cerca nella memoria il momento in cui trovò |
Il letto vuoto -
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sono solo e percorro un sentiero erboso: | alla | mia sinistra scorre l'acqua, sulla destra il retro di una |
Il letto vuoto -
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ella a lui: - Fuggiam da queste bolge | alla | nostra pendice; sotto il verde e l'azzurro il tempo volge |
Penombre -
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un di da tutti noi, bimbi devoti! E verrò teco, in mezzo | alla | campagna, a semplice orazione; sull'ara ove sacrifica e si |
Penombre -
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Al mare aperto drizzata ho la prora per navigare, ed | alla | sorte oscura la forza del mio braccio ho contrapposta. Non |
POESIE -
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seno ondoso che col ciel confina, né temuta ho la morte ... | Alla | punta del golfo donde il mare s'apre libero e vasto senza |
POESIE -
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il vento il mio naviglio minacci di sommergere, pur sempre | alla | stessa distanza io mi ritrovo dalla punta agognata. Col |
POESIE -
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a un uom, prigione | alla | locanda, con una pioggia che a torrenti cade! Se costui |
TAVOLOZZA -
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... E quella faccia di donna languente è tipo superiore | alla | natura! Poi c'è quel dito, ahimè! del cardinale, che pecca |
TAVOLOZZA -
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eleganti della vaga festa, c'è | alla | porta una folla di signori di vario sesso, di diversa |
TAVOLOZZA -
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equamente lasciando posto al nuovo, un colpo al cerchio uno | alla | botte per non tornare a Planaval, come del resto ti ho |
Ritorno a Planaval -
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il comandante turco (che ora dà il nome a un ristorante | alla | moda) fece uccidere le ottocento persone che avevano |
Salva con nome -
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soli olezzar nella natura la viola e il gelsomino. Dissi | alla | Musa : - Usciamo, andiam nei prati! Di illusïoni abbellirà |
Trasparenze -
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di te indegno, o divina; un sognatore cui mancâr l'ali | alla | celeste meta, ma non mancò l'amore! |
Trasparenze -
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all'usignuol che geme: cantiamo insieme agli olezzi, | alla | pace, alla frescura della molle natura; e mille udiam |
Trasparenze -
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che geme: cantiamo insieme agli olezzi, alla pace, | alla | frescura della molle natura; e mille udiam risposte intorno |
Trasparenze -
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turno, che lo riceve urlando e nemmeno lo ascolta. Telefona | alla | sorella del ragazzo, che rifiuta di assumersi la |
Il letto vuoto -
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e tacquero le squille, la quiete e l'amor cantano un coro | alla | tribù dell'anime tranquille. L'uomo è stanco di passi e di |
Penombre -
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