Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il ritorno del figlio. La bambina rubata.

245457
Grazia Deledda 50 occorrenze
  • 1919
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Verismo
  • UNICT
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un agnellino sperduto: guardando meglio si accorse che era un bambino, avvolto in una vecchia sciarpa di pelo nero; così piccolo che al sopraggiungere

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nessuna colpa e non accettava nessuna responsabilità. L'uomo insisteva, senza scuotersi, appoggiato al suo bastone come ad una colonna: non ho mai più

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resina. Mi sentivo felice, come ci si sente nei primi giorni tiepidi dopo il raggrinzamento invernale. Mi sentivo capace di chiedere lavoro al primo

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appena io misi piede nel negozio si svegliò di soprassalto e mi venne incontro quasi spaventato. Dapprima parve non ricordarsi, poi si mise al banco

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, avviato dritto al mio terreno; i portoni della casa sono aperti e con la coda dell'occhio vedo gente: una donna che scopa, un ragazzo che gioca con un

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di ritrovar giustizia mi richiamò a me stesso. In questura il Commissario non c'era, e neppure nella trattoria dove di solito mangiava, e neppure al

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da offrirle. Non avevo neppure parlato del furto al mio creditore: che gliene importava? Egli mi avrebbe preso il terreno, con grande suo vantaggio

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Passavano i giorni, le settimane. In fondo io li contavo, come a volte meccanicamente si contano i passi che ci conducono al termine di una strada

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il suo calore, il suo ansito, il suo sudore e sopratutto la sua volontà di lottare contro la morte, mi penetrassero fino al cuore e me lo ravvivassero

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luccicavano al fuoco. L'uomo sotto il sacco pareva dormisse profondamente, perchè nè l'entrata della vecchia serva col bambino, nè le esclamazioni

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portasse fuori da quella mia arida disperazione. Poi non ne facevo niente. Eccomi di nuovo in riva al mare, sdraiato come un cane sulla sabbia umida. Nei

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della cucina usciva un odore di pesce arrostito, di frutta cotte: odore di benessere che si mischiava al profumo di poesia del giardino. I piccioni

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consegnare la lettera al vecchio: ma d'un tratto mi fermo turbato; la porticina del corridoio è aperta e in fondo appare il quadro del giardino, un po

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goduto del bel tempo: il nostro cortiletto diventava una vera cisterna; una fiumana di fango giallo allagava la strada. Rabbrividisco ancora al ricordo

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D'un tratto fui preso da una grande timidezza. Non osavo più tornare dalla moglie del mio creditore, e ne davo la colpa al mio orgoglio, alla paura

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aria cattiva mi domandò se il padre non mi aveva detto nulla. Non mi aveva detto nulla, il padre: ma ripensai al discorso suo con la zia. Che cosa

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sporcare il pavimento; apparve la figura arcigna del marito. La donna sedeva al suo posto, accanto al braciere, di nuovo con lo scialle chiuso sul collo

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fondo già la coscienza mi tumultuava e qualche cosa ghignava in me, di faccia al mio creditore: eppure sentivo pietà di lui. Fui invitato a colazione

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Ma in fondo la coscienza mi tumultuava. E bevevo per farla tacere: un vino bianco frizzante, dolce e amarognolo assieme che dava allegria al solo

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Al solo guardare attraverso il bicchiere pieno pare che i vetri della finestra siano gialli di sole, e tutte le cose intorno dorate. La donna seduta

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dormire. La stanza era di passaggio, dalla cucina al corridoio, e al salotto che dava sulla strada: passava di continuo la serva, con due lievi ciabatte

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pomeriggio c'era probabilità di trovarci soli. La serva aveva libertà, il droghiere chiudeva bottega e andava al paese vicino a trovare certi suoi parenti

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, pensavo, viene per impormi di non frequentare più la sua casa. Lo feci sedere presso il tavolino, al posto dove s'era seduto il nano. Era tutto vestito

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gita al paese vicino; non era per visitare i parenti ch'egli andava, ma per conferire col nano; forse per dargli la mia risposta affermativa. Mi alzai

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portava. La prima volta vidi la porticina aperta e in fondo al corridoio il quadro verde del giardino; e quel passaggio stretto, con quella luminosità

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per un rigido sentimento di dovere, di sacrifizio, poi perchè mi pareva ch'ella si abbandonasse al suo male con un nascosto desiderio di morte. In

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pure in casa di Tobia, ad aspettare I'arrivo della bambina: mi si pregava però di non farmi poi veder io, con la bambina: potevo consegnarla al vecchio

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chiuso la porticina: io ero solo e maledetto in mezzo al mondo. Poi fui riassalito dalla rabbia: ecco che adesso ricominciavo a invertire le parti, a

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prendermi la bambina. Null'altro oramai esisteva per me: non pensavo più alle donne, all'amore, al mio avvenire: volevo la bambina perchè era mia

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faceva battere il cuore. Perchè palpo nella mia tasca la busta col denaro e la sento riscaldarsi al contatto delle mie dita palpitanti? perchè mi sembra

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liberazione della mia coscienza da quel peso che me la schiacciava notte e giorno, di aver venduto la mia creatura, pensavo alla rabbia, alla sorpresa, al

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latte alla bambina a quell'ora, poi cenava alla tavola coi padroni, e infine riprendeva la bimba dal salotto e la portava con sè a letto in una camera al

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fosse il mare; quindi dopo un certo tratto ripresi a correre nella direzione di prima. Mi ero abituato al buio e distinguevo le strisce dei sentieri, i

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vicino al fiume. Una casa, infatti, nereggiava dietro i pini, su uno sfondo grigio tempestato di stelle; due finestre erano illuminate e il loro chiarore

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gelava tutto, come fosse un getto di ghiaccio, mi penetrava fino al cuore e smorzava, la mia gioia. Non tentavo neppur più di parlare: il suono della

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rimase accanto al fuoco. Le serve avevano ciascuna la sua camera, al pian terreno: camere grandi e tristi, arredate con vecchi mobili, armadi alti fino

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, sfiorando i mobili come per accertarsi ch'erano tutti ancora al loro posto. - Gli oggetti non muoiono e noi moriamo. - Tutto muore; prima o dopo è lo

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Albina dormì poco, quella notte. II calore del bambino si comunicava al suo corpo duro e legnoso ma sopratutto alla sua anima. Era un'anima dura

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fino al punto di farle credere che la vera vita consistesse nel sonno e nel sogno, e l'altra fosse solamente un incubo. Per fortuna aveva iI sonno

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Per poco non si avverò il sogno di Bona. La voce che c'era in casa quel bambino misterioso fece subito addensare davanti al portone un mucchio di

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il dottore al quale le serve raccontano il fatto, spiega che la simpatia del bambino per il cieco è una cosa semplicissima: tutti i bambini sentono

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Disse subito a sè stessa che si sbagliava anche lei: si offese della sua illusione, del suo turbamento: le pareva di rubare qualche cosa al suo vero

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dell'atto di lei e curioso di vedere chi ella fosse: e quello sguardo la turbò fino al profondo delle viscere. Sì, anche lei aveva veduto altre volte quegli

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età, col viso, al quale la pelle scura, le labbra grosse e la barba a punta davano un'aria diabolica, minacciosamente chinato sul bambino. - Ebbene, ti

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mano di Bona. Davide sembrava, al solito, di cattivo umore, cosa che, del resto, non impressionava più nessuno: piuttosto ci si sarebbe impressionati a

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dirlo? di far nulla. D'altra parte la zia, presso la quale ero tornato ad abitare, non m'incitava al lavoro: mi considerava ancora come un bambino

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fondo al parco, in un tempietto dalle colonnine rivestite di edera; ma non era solo; stava con lui una fanciulla vestita di bianco: e si baciavano. La

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pareva emanasse da loro. mi passò il desiderio di morire; guardai in su e mi parve che gli occhi delle stelle rispondessero al mio sguardo. Qualche

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Ma al sopraggiungere dell'estate, coi primi calori, sentii qualche cosa ribollire in me, come se il sangue intorpidito mi si sciogliesse d'un tratto

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l'altro sulla spalla. Lavora tutto il giorno senza concludere niente: ha la manìa dell'ordine, degli oggetti messi al loro posto, della pulizia, del

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