Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'idioma gentile

209425
De Amicis, Edmondo 36 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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primavera; fresca ancora nella maggior parte dei suoi fiori e delle sue fronde di sette secoli, e armoniosa come nessun'altra al mondo. " Lodata e

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li andavo leggendo, senz'ordine di tempo nè di materie. Vede che si salta dal Boccaccio al Giusti, da Gino Capponi al Guicciardini, dal Cellini al

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memoria, come se ci fosse nella loro forma e nel loro suono qualche cosa di repugnante all' occhio della mia mente e al mio senso dell' armonia: e faccio

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poesie e squarci di prosa, nei quali al pregio del pensiero o del sentimento e alla bellezza dello stile sia congiunta una particolar ricchezza di lingua

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! - Voleva dire: il paese in festa. Ma il più comico era la sicurezza con cui le diceva, senza un sospetto al mondo dei suoi reati filologici, il colpo

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d'ortografia o di pronunzia del prossimo, ed è ridicolo, nell' atto stesso che si canzona un errore d'altri, sbagliare o mostrare incertezza riguardo al

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private o pubbliche, in lingua - italiana. Ma se c' è gente al mondo a cui sia utile, necessaria nell'espressione del proprio pensiero la lucidità

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palanchino, i trionfatori romani in veste palmata, i giovani greci lottanti al Pancrazio, e dame e sonatori di lira e poeti tragici e ninfe cacciatrici di

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? PARARE. È una di quelle tante parole comuni alla lingua e al dialetto, le quali noi non usiamo in certe forme perciò, essendo queste anche dialettali

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, pensare meschinamente. Questo scrittore non pensa, ma pensucchia. - PENTOLINO. È bello il modo: TORNARE AL PENTOLINO, per tornare alla sobrietà, alla

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che io pure, vecchio al mondo, dico quasi sempre queste cose in altri modi tanto meno spicci e meno propri! - PINZO, PINZARE è proprio del morso

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bene adoperarli.. - Fàtti in là, disse la padella al paiolo. - Non si può esprimere più argutamente il concetto d'una persona di cattiva reputazione

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rumore, putiferio: - Per un nulla non importava far tanto puzzo! - E ancora vari nomi di cose, d' uso raro fra noi, ma che è bene aggiungere al

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consapevoli, e donde non esce se non quando è chiamato fuori da certe idee, con le quali e legato da fili sottilissimi, invisibili, per così dire, al

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loro figliuoli. Diceva che "veniva su una generazione toscana senza freno nè legge, la quale preparava al suo paese un triste avvenire - perché nel suo

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lingua con quel tanto che te ne gnano: la scuola non ti può che mettere sulla via d'impararla: al modo particolare che ha ciascuno di noi di sentire

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lingua al danaro, si può dire che chi non ha ingegno è rispetto ad essa come un uomo quieto e assestato, senza vanità e senza desidèri, che campa con pochi

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al pensiero? Tenga per fermo che leggendo libri per vent'anni non imparerà tanta lingua quanto studiandola di proposito un armo solo. Legga e rilegga

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irresistibile, come al veder fare certe smorfie a chi mangia e certi traballoni a chi cammina. Ora, com'è naturale in tutti questo sentimento, è anche

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l'aria di non avvedersene, o di dirla per dar varietà capricciosa o colorito comico al discorso; ma in realtà perché non sanno l'espressione

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col prossimo. Quando lo conobbi non era più giovane; ma anche da giovane dicevano i suoi vecchi amici che era sempre stato restio al parlare come un

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, parlando italiano per riguardo al nuovo uditore, e andò un pezzo innanzi nel racconto; ma l'uditorio, benchè avesse la miglior voglia di ridere, rimase

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bocca, al modo di dire il meglio che si può quello che si vuol dire. E tu avvèzzati a pensarci. Dirai: - Non s'ha sempre tempo. - Basterà che ci pensi

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sostituita la lingua al dialetto, egli aveva sempre inteso usar quelle parole in quel senso: alle correzioni che gli erano state fatte da ragazzo, fuor di

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andiedi e stiedi , e li fiori e li cavalli, e le mela e le pera, e subito che per " poichè - e al contrario per " d'altra parte - e apposta per " appunto

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non pigli caffè perchè non ti prova, e chiami cotti i fichi d'India maturi, e occhi cattivi gli occhi e malati; a te che parti al villaggio, e torni da

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propria immagine, o tengon la bocca sempre aperta per mostrare i denti bianchi; che pigliano atteggiamenti d' Apolli, gestiscono coi gomiti stretti al

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TIZIO. - Giunto che fui al bivio, stetti un momento in forse se dovessi volgere a destra o a sinistra. IL PEDANTE. - Mi permetta. Io direi: arrivato

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pettinatura, tutta cernecchi e riccioli artefatti, che le tremolavano intorno al capo come bùbboli, e il suo abbigliamento tutto gale e fronzoli di

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. - Il che vuol dire che tutti quanti dobbiamo adoperarci a mettere in commercio, parlando, quella parte di lingua che manca al nostro uso regionale, e

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debbole per i fonghi; e il napoletano.... No, non darà la baia al piemondese il napolitano, che muta il t in d dopo l'n, che pronunzia inghiostro e

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ritornò mezz'ora dopo, e domandò al padrone: - Ha veduto la mi' anna? Quegli, pensando che domandasse se era stata a cercarlo nel caffè la sua signora

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' appunto quella cosa sola. Nel parlare come nello scrivere, a ogni tratto, ella gira intorno al proprio pensiero, non lo esprime che a mezzo, ed è

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impressa; ma pensarci un po', cercare d' intenderla da noi stessi, segnarla nella nostra mente con un punto interrogativo; al quale essa rimarrà poi

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più pronta al vostro bisogno, e dovrete andarla a prendere e tirar fuori a forza. Trattate la lingua da gran signori, non da pitocchi. Ospitatela nel

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Pagina 95

raccolto un materiale di lingua relativo al mio soggetto, e non solo mi ravvivo nella memoria, in quel modo, in pochi muti, una quantità di voci e di

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