Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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accanto  al  fuoco
mar e trova sempre nuove contatti, rapimenti e ti riporta  al  punto di partenza: una vita gentile e appassionata, dei
una vita gentile e appassionata, dei ricordi da gestire  al  meglio, buttando via ciò che non serve e il resto
non serve e il resto liberandolo equamente lasciando posto  al  nuovo, un colpo al cerchio uno alla botte per non tornare a
liberandolo equamente lasciando posto al nuovo, un colpo  al  cerchio uno alla botte per non tornare a Planaval, come del
per notti intere. Credi di aver capito, cedi, accetti. Poi,  al  momento, quando s'approssima, mentre sta per toccarti, ti
atterrito. Le smorfie dell'agonia, stupore, orrore. Un clown  al  suo ultimo spettacolo, un teatro per il niente. La fatica
i sogni che all'anima son belli, ti aleggiano d'intorno  al  primo albore, quando fuor del verone i mesti augelli
il core che di gioia piange, e, innebriato, ti risvegli  al  suono della pioggia che a' tuoi vetri si frange.
boschi caduta, io dell'età vissuta, rammento i giorni sacri  al  primo amore; quelli in cui sbuccia il core come dai chiusi
amore; quelli in cui sbuccia il core come dai chiusi petali  al  mattino un puro gelsomino; quando, coll'alba, discendean,
a offrirmi i baci, a offrirmi il santo affetto sognato  al  loro aspetto ... ? Eran tutte fanciulle innebriate di danze
romanzi di fantasimi e ganzi, eran fanciulle che poneansi  al  crine fra i vezzi, fra le trine e gemme e perle e corone
... ed io già in petto avea l'onda dei versi, e gli occhi  al  ciel conversi, e già pensoso mi smarrivo a sera, tra i fior
che tutti i santi giorni, sigaro e bastone, andava  al  Circolo.
tu fossi seduta  al  fianco mio quando pesa su me l'irrevocabile odio d'Iddio ;
d'Iddio ; se vedessi i tuoi cari occhi profondi quando,  al  vuoto del cor, mi sento un esule di tutti i mondi; se la
d'allegrezza, o virtù, mansuetudine, e dolcezza, giuro  al  demone mio che, per morire, non mi vorrei pentire, non
 al  tempo stesso che questa fosse più simile a una poesia che a
credevasi un'alta verità, dicendo: " Quel buon diavolo andò  al  mondo di là!". - Al mondo ? - io chiesi - spiègati : di là
dicendo: " Quel buon diavolo andò al mondo di là!". -  Al  mondo ? - io chiesi - spiègati : di là ? di là di che ? ".
tomarsene a casa. Domani le tocca alzarsi presto per andare  al  lavoro.
i monti  al  soffio lieve del respiro serale, e abbrividendo si velano
mi parli. Dagli spazi lucenti, sulla soglia della notte,  al  fiorir delle tue stelle, trasaliscono i monti, in un
stelle, trasaliscono i monti, in un respiro che rassomiglia  al  mio, nel dolce suono del tempo di quaggiú, che d'uomo ha il
stanza in cui riceve affaccia su una piazza dove, dall'alba  al  tramonto, c'è mercato.
tuttosi compie sullo stesso piano ideale: quello parallelo  al  soffitto e al pavimento dove sono io.
sullo stesso piano ideale: quello parallelo al soffitto e  al  pavimento dove sono io.
giomo si esercita almeno un'ora  al  pianoforte. Le restano da riordinare molte schede dei suoi
- Avremo un figlio! Fanciulle mie, dalle cantine ai tetti  al  nascere d'ogni anno è un coro uguale; cantan l'atre galèe,
e tace col pianto agli occhi! E che perciò? Gemendo accanto  al  fuoco spesso io mi ammiro assai più che nel riso;
una sorpresa, silenziosa e lenta si va aggrappando intorno  al  mio balcone, e mi addormenta. Sogno allor le scarpette
balcone, e mi addormenta. Sogno allor le scarpette esposte  al  vento, i magi in viaggio ancor sui dromedari, e il gioir
E le farfalle colle aluccie d'oro dicon d'aprirsi  al  bottoncin di rosa, e i fior già desti mormoran fra loro:
parole, e quello sguardo tuo somiglia un brando snudato  al  sole! Mi desto anch'io. Penso ai monti agghiacciati, ai
è cortese senza far commenti, e mi prepara l'intelletto  al  lavor meglio, assai meglio che non faccia l'amor vivo
vïola ed il giacinto; alla camelia, alla azalea donate, e  al  variopinto tulipano, ed all'ellera, ed al lilla l'aure
azalea donate, e al variopinto tulipano, ed all'ellera, ed  al  lilla l'aure negate alle deserte aiuole: certo anche ai
aiuole: certo anche ai fior pensò chi la scintilla rapiva  al  sole! Gennaio 1872.
in ciel spuntò, coll'ultima cadenza la bella si svegliò!  Al  davanzal la povera fanciulla accorsa è già, ed
parlatele d'amor! D'amor che raggi e musiche fan lieto  al  novo dì, e che sì spesso il vespero non sa bear così...
sarà? - Rispose: - All'ombra di quel velo bianco, in mezzo  al  cor di un tuo fratello inerme, della Sventura che ti rode
- Rispose: - All'ombra di quel drappo oscuro, in mezzo  al  cor di un tuo fratello inerme, è nato un avo del tuo re
farmi un piccolo convento, lontano, solitario, in riva  al  mare; colà, pieno di sole, in mezzo al vento, starò lieto e
solitario, in riva al mare; colà, pieno di sole, in mezzo  al  vento, starò lieto e tranquillo ad invecchiar. Sarò il
sarà padre guardiano e consiglier da molt'anni è abilissimo  al  mestiero: prender la gente a calci nel seder. Poi
dovrà cantarmi l'Angelus nel cuor. Porrò l'Invidia accanto  al  cimitero, e in refettorio la Gola porrò; schiavo del corpo
rime e strofe e non le voglio dar! Condurrò l'Ira anch'essa  al  mio convento, ma per poco, la scarna, vi vivrà; le
ho la vela  al  vento e in mezzo all'onde del mar selvaggio, nella notte
nave ho abbandonato il porto della sicurezza inerte.  Al  mare aperto drizzata ho la prora per navigare, ed alla
vasto senza fine tu m'attendi sicura e fiduciosa, le vesti  al  vento, ritta sullo scoglio. Costeggiar mi conviene la
tratto! - Ma perch'io tenti la bordata e tenda la vela  al  vento, pur l'inerte chiglia non fende l'onda, ch'ora sulle
dalla punta agognata. Col timone io m'adopero invano  al  mare aperto dirizzare la prora: a chiglia inerte il timone
senza lottare fra la miseria dei battuti scogli, presso  al  porto esecrato, come un vile, senza esser giunto al mare, e
presso al porto esecrato, come un vile, senza esser giunto  al  mare, e te lasciando sola e distrutta dopo il sogno
che suo padre era prefetto.  Al  Luna Park il vecchio indovino insiste sulle sue origini
banchetto con settanta invitati di fronte  al  mare. Il sole indora le acque, il cielo non ha confini.
i pomeriggi e le sere, ognuna nella sua stanza, davanti  al  televisore.
settimane dopo i funerali va in sogno  al  figlio, gli indica il platano davanti alla finestra, dice
s`incont1'eranno di sera nelle piazze, si cercheranno  al  telefono. Fra due anni si prevede mutato.
Vedrai l'Iside austera, fatta mite e ciarliera, inchinarsi  al  tuo piè, e dirti: " Ogni mio simbolo vo' rivelar per te".
: " Endimïon! "; le abbraccerai, di eolie cetre e di tube  al  suon. Risorgerano i giorni dell'innocenza adorni; farai
Risorgerano i giorni dell'innocenza adorni; farai ritorno  al  dì che il primo endecasillabo dalla tua penna uscì.
dalla tua penna uscì. Ritornerai bambino; vedrai la mamma  al  vino per te l'acqua sposar, mentre gli altri, bevendolo
che dopo cena fuma due sigarette, una all'andata una  al  ritorno della passeggiata e mi saluta sempre due volte,
buio orbe circonda. Le perle di rugiada in grembo ai fiori,  al  par dei nostri amori, dileguano piangendo; e ogni calice
dei nostri amori, dileguano piangendo; e ogni calice olezza  al  par di una carezza. Amo la calma ascensïon di luce sulla
versi; trovo le rime e le idee peregrine che peli bianchi  al  crine accrescon di taluni... mercede unica e pia che la
e come lieto ai muri prediletti appendi la tua preda,  al  mar rapita! Poi come è dolce raccontar gli eventi agli
lontano, e innamorarli dei lidi ridenti! E quando, solo  al  tuo lavor, la mano trascorre, e vola il cuore, ancor tu
cui le corrose ripe trattengono: il suo possente muggito  al  sibilo della procella commesce e il vivido chiaror del
del lontano sereno riflette livido, nell'onda torbida. E  al  mar l'annuncio porta della lotta che nebbia e vento nel
porta della lotta che nebbia e vento nel ciel combattono,  al  mar l'annuncio porta del tumulto che in cor m'infuria
gli occhi pieni di luce, con gli occhi azzurri profondi ed  al  volto ti sale una fiamma? Non ha sole la mia giovinezza,
primavere. Fanciulla perché ti soffermi? perché t'avvicini  al  mio core? perché o fanciulla l'avvolgi nel fuoco tuo
o stendo un lenzuolo sul balcone è solo in obbedienza  al  ritmo di una morte passata, al suo trambusto che cercava
balcone è solo in obbedienza al ritmo di una morte passata,  al  suo trambusto che cercava nitore scrostando gli angoli,
l 'indolenza e l 'essere sempre in giro, per sottrarmi  al  suo controllo stringo un 'alleanza con strade nelle quali
son povero  al  par di un fraticello; ma tu sei vispo, rubicondo e bello,
dei pedanti il disprezzo, e la manìa di cercar perle  al  lezzo. Ti lascio - forse - alcune avite botti, il vecchio
lascio - forse - alcune avite botti, il vecchio Dante onde  al  cielo si arripa, e, ausigliatrice di non vacue notti, una
 Al  nord sole e schiarite, temperatura in lieve aumento, piogge
due parti della mia lacerazione, una sconfitta molto simile  al  deserto sarà mia e mia soltanto.
senza pensare, e, insomma, di non fare e non pensare, fino  al  castigo, quando il non pensare si è tradotto in non
incominciata, se la riva del mondo in cui siamo corrisponde  al  confine di un letto...
assomiglia e credo che mi avverta, spegne la luce e chiama  al  posto mio, come una volta ma da sempre più lontano.
cercar fortuna? La notte in breve si farà più bruna: forse  al  varco ti attende un traditore, e cadran tue speranze ad una
letticciuolo, la portinaia, o un cane che ti aspetta, cedi  al  mesto pensiero, e torna a volo: quanti pianser, ma tardi,
i viventi in questa vita: oh crea l'imperituro, regalalo  al  passato ed al futuro! - E poi disse a se stesso: - Anima
questa vita: oh crea l'imperituro, regalalo al passato ed  al  futuro! - E poi disse a se stesso: - Anima mia bevi
l'universo in un minuto. L'universo imparai! Non domandate  al  levita e al filosofo gli arcani: un vagito di bimbo, ecco
in un minuto. L'universo imparai! Non domandate al levita e  al  filosofo gli arcani: un vagito di bimbo, ecco la fede, ecco
bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici  al  mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo
di santo, c'inviteran, come raggi lunari, alla mestizia e  al  pianto! E noi riparlerem di quando ancora l'Arte era un
cetra ebbero forse essenza le mie poche canzoni! Sospeso  al  labbro della madre pia che mi leggea gli Sposi le prime
gli Sposi le prime perle dell'Arte ch'è or mia in fondo  al  cor deposi! Oggi piangendo vi rammento insieme, o mia
con una pioggia che a torrenti cade! Se costui Cristo  al  diavolo non manda É paura d'entrambi che lo invade. Uscir?
dei sorci le tane, sbadigliando si scrive un inno  al  sole!
dei dolori miei. Vorrei darle la mia sete di baci non noti  al  mondo; come un aratro sul suo sen giocondo vorrei passare,
la noia che precede gli anni; dirle che Iddio ci ha fatti  al  sogno, all'estasi e all'oblio! Questo vorrei, perché la sua
gruppi di adolescenti, come in un bosco, e vedo gli alberi  al  passaggio abbassarsi nuovamente...
chino. Assorta, non ai suoni suscitati dalle dita, ma  al  suono, inudibile, da cui scaturiscono quei suoni.
in un ristorante vicino  al  mare, si lamenta del suo recente viaggio in Turchia. Giura
quello stesso sogno e ritrovava lui, vecchio, addormentato  al  suo fianco.
cor dolcezze, e so sì bene errar da me lontano, per entro  al  mondo arcano, che, dican tutti ciò che voglion dire, brilli
solo sotto un povero tetto; ma non soggetto tranne che  al  mio soffitto e al mio lenzuolo. Brilla limpido e puro il
povero tetto; ma non soggetto tranne che al mio soffitto e  al  mio lenzuolo. Brilla limpido e puro il firmamento? Io mi
molle natura; e mille udiam risposte intorno intorno fino  al  nascer del giorno!... E, dican tutti ciò che voglion dire,
fuori della porta, l'altra disposta alla compassione e mai  al  silenzio.
 al  finestrino con le spalle alla testa del treno, così che
siamo figli dei padri ammalati; aquile  al  tempo di mutar le piume svolazziam muti, attoniti,
e l'Ideale che annega nel fango... Non irrider, fratello,  al  mio sussurro, se qualche volta piango: giacché più del mio
più del mio pallido demone, odio il minio e la maschera  al  pensiero, giacchè canto una misera canzone, ma canto il