(Fedora attraversa faticosamente la scena, sorreggendosi ai mobili, e va a cadere ai piedi di Loris.)
(Desiré esce vivamente insieme ai due poliziotti. – Fedora si volge al romore; indi si alza di scatto.)
(Loris disperatamente piange: Fedora lo bacia e gli asciuga le guancie: indi, scoraggiata, si lascia cadere in ginocchio ai suoi piedi, tergendosi
. – Borov stende ambe le braccia a Loris; ma questi, smarrito, gli mostra Fedora, convellentesi tutta ai primi morsi del violento veleno.)
(Gli altri errano, un dietro l’altro, indagando i guizzi delle lanternuzze entro ai cespi delle erbe grasse e ortiche e cardi selvaggi, insensibili
O Iris! o capolavoro! Giammai Outamaro ha ideato donne e chiome simili a te, ai tuoi capelli!
(e le guèchas scompaiono via rapide senza turbare il silenzio che è intorno ai due uomini e alla fanciulla addormentata).
E le mani alte si stendono sopra le teste dentro ai cui occhi passa il rapido incendio della più esaltata cupidigia!
(E il giovane, improvvisamente fatto appassionato alla rivelazione di quella bellezza, quasi pazzo, si aggrappa ai sostegni di ferro della verandah e
(Kyoto fa preparare il Teatro dei Pupi. – Vi si mettono avanti, accosciati a terra, i suonatori; dietro ai paraventi tre guèchas attendono il loro
impersona in quella – mousmé uguale ai Re davanti al Sole – è Iris, la figlia del cieco, quella che accorre sul limitare della sua casetta).
gorgheggio delle voci giovanili delle mousmé col biascicar del rosario che fa il cieco e colle parole che la piccola Iris sussurra ai suoi fiori!
Leggiere brume erranti fuggono ai venti; – e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell’azzurro, immobile come un gran mare calmo, già
Il drappo su cui posi è pura seta, verde ai piedi, simboleggiante il fondo del mare, sparso di conchiglie, meduse e coralline, e si fonde, risalendo
ai suoi battenti di quercia.
verdi correnti ai declivii di azzurri monti rispecchiati da laghi candidi, non trionfi di cieli e stormi di migranti uccelli, o mari d’argento ed
Arcoleo sotto-segretario di Stato per l'interno. All'egregio mio amico non occorre dire che, accennando ieri ai fatti, ho inteso di rispondere a
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di qualsiasi apprezzamento, corrispondano ai documenti che ho ricordato.
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raccolto. E dal suo canto il Governo si atterrà ai suoi doveri. Per ora rimane a deplorare che tra quei tali ci siano stati un morto ed un ferito. Nè
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Questa formola: «motivi di ordine pubblico,» deve essere coordinata ai mezzi i quali direttamente, o molto da vicino, compromettano l'ordine pubblico
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miei elettori, stupiti che si vietasse il discorso di un deputato nel suo collegio ai suoi elettori, dicevano: di! pericoli si sa che non ce n'erano
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dettero la vittoria ai socialisti: in parte, come per i Craici di Poggio Rusco, senza pretesti legali: in parte, come per il Bazzani di Conegioli
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Ed invero, essa metterebbe l'Amministrazione militare in questa alternativa: o di ricorrere ad operai stranieri ai propri stabilimenti allorquando
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, dovrebbe essere proibito. I socialisti quindi rimarrebbero fuori della legge, non potendo prender parte ai Comizi per paura che questi possano degenerare.
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delle incolpazioni sollevate contro il pretore, sia stata a lui concessa la pensione alimentare che la legge accorda soltanto ai funzionari benemeriti
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accorda soltanto, ed in via eccezionale, ai funzionari benemeriti.»
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La Banca d'Italia nella relazione con cui presentò ai suoi azionisti l'ultima convenzione interpreta che essa potrà emettere quali biglietti a piena
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Ripigliamo il nostro esame dell'allegato all'esposizione finanziaria, e veniamo ai depositi. Mi compiaccio di rilevare che l'onorevole ministro abbia
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«Se per avventura la situazione subordinata fatta ai creditori per depositi e conti correnti, di fronte a quella dei portatori dei biglietti, venisse
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Perchè avendo investiti i depositi in titoli non realizzabili, in che altro modo potranno provvedere ai rimborsi dei depositi quando si venissero a
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indipendentemente da quelli che furono discussi ed approvati in quell'epoca ed ai quali poi in realtà si riannodano in guisa tale da costituire un tutto
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urbani appartenenti ai tre Istituti di emissione.
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questo poco lieto andamento; ma non è sempre facile di poter leggere nelle cifre di quelle situazioni. Ad ogni modo è certamente difficile, anche ai
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approvo queste espressioni, dall' altra io crederei di mancare ai miei doveri se non dichiarassi che la posizione del Banco di Napoli è grave, anzi
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posizione delle cose, quale essa è attualmente, e virilmente avvisare ai rimedi.
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le cose che sto esponendo alla Camera. Dunque bisogna ricorrere ai rimedi, ed i rimedi a parer mio devono essere di una doppia natura.
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debitore. E qui troppi giuristi ci potrebbero ammaestrare sulle relazioni che corrono fra avallante ed accettante, fra garanzia rispetto ai terzi e nei
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Arlotta. Vedremo. Ora, dopo che vi ho esposto i risultati è necessario, è equo, che io vi accenni ai rimedi possibili. Ebbene, o signori, io ho avuto
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con la massa di rispetto ai termini di legge, la tassa sopra un ammontare di biglietti corrispondente al valore del portafoglio non classificato tra le
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presidente. Le interrogazioni saranno inscritte nell' ordine del giorno ai termini del regolamento; quanto alle interpellanze, il Governo dichiarerà
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per la sistemazione del credito fondiario una clausola nociva e odiosa. Intendo di parlare, voi già l'avete capito, di quella che toglie ai mutuatari
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, che procedevano lentamente strappando boccate di erba ai lati della strada; e Scurpiddu disse allo zi' Girolamo: - Oggi saremo insieme lassù. - Tu da
Tegònia? La z'a Tegònia era la serva, vecchia e sdentata, della massaia. - O badate ai fatti vostri! - egli rispondeva stizzito, scansandosi dagli
novelle dietro il Monte, e non era accorsa ai ripetuti richiami del padrone che avrebbe voluto far la prova di attaccarla alla carrozza. - Paola ! Ehi
altro ragazzo. - L'anno venturo, - rispondeva sempre Scurpiddu . Voleva bene ai tacchini e sapeva duro il separarsene. Il massaio non gli dava più
il terreno e il massaio mieteva poi il grano per conto suo; ai buoi però dava la paglia. Alle api, niente. E dalla mattina alla sera esse andavano di
muggito lungo, lamentoso, partiva dai fichi d'India dietro il frantoio, dal lato opposto dell'agghiaccio. Il Soldato si accostò con cautela ai fichi
, domani al Benefizio, un altro giorno ai Saraceni o a Bardella. Nelle ore meridiane, li radunava all'ombra di un annoso ulivo, o di un gelso bianco che
bovaro che, spartito il fieno ai bovi, si accingeva a spazzare l'agghiaccio, - Mattiniero! - gli disse il vecchio, - Su, dammi una mano, Scurpiddu
maniche della camicia. Non aveva scarpe ai piedi. La giacchettina scolorita e stracciata era buttata là accanto. Massaio Turi gli si era fermato