don Tino, che aveva anch'egli acceso tutti i lumi del suo caffè, ripeteva agli avventori la lista dei gelati: - Cannella, crema e cedro... spumone di
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stuoie, vasi pieni di piante mai più viste! - Tutta illusione - diceva Salvatore all'amico Agostino - Tutta polvere agli occhi per far pagare tre lire il
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marciapiede e impedendo che la gente entrasse od uscisse. Dentro, Salvatore, vestito a nuovo, faceva gli onori di casa agli amici, ai conoscenti, agli
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. Così vi ritornò, accudendo di nuovo agli affari, procurando di allargare la sua clientela con le sue belle maniere, rifornendosi di tutti quegli arnesi
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vestiti eguali dal cappello agli stivalini; la mamma appresso, tutta lezii e smorfie, tenendo per mano il figliuolo vestito da marinaio, con un gran
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musica nella piazza affollata, e le donne stavano davanti agli usci, pigliando il fresco, Alfio Balsamo non sapeva star fermo, e portava in giro il suo
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giorno di carcere nè una lira di multa. - Ma andiamo che io non voglio andar carcerato e rovinarmi agli occhi della società! - diceva Alfio Balsamo, come
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mosto quando il contatore era stanco; spingeva la manovella del torchio, rispondeva alle chiamate del fattore, alle domande del bottaio, agli scherzi, ai
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