Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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il telone, schiudi i tubi, lasci la folla vana e vanitosa  agli  ombrelli, alla noia ed agli incùbi; e il tuo sguardo
lasci la folla vana e vanitosa agli ombrelli, alla noia ed  agli  incùbi; e il tuo sguardo frattanto si riposa sopra un
da svenire e prima - appena entrato - il mio disturbo  agli  occhi: bolla liquida per abuso di computer; crollo di
vo' dirti la nenia segreta, vo' dirti il colloquio che  agli  astri volò; fur molte, fur vaghe le idee del poeta, ma
danzino i demoni nel loro inferno! Brindisi ad essi, e  agli  angeli dei cielì, brindisi al sole, e agli astri
ad essi, e agli angeli dei cielì, brindisi al sole, e  agli  astri pellegrini, brindisi al mare, al fulmine, e agli
e agli astri pellegrini, brindisi al mare, al fulmine, e  agli  steli dei fiorellini! Splende la face, e s'avvicina il
preda, al mar rapita! Poi come è dolce raccontar gli eventi  agli  amici del tuo viaggio lontano, e innamorarli dei lidi
visino tutti i sogni del cielo ho già sognati; credo  agli  angeli adesso, agli angioletti di vaghe aureole bionde
i sogni del cielo ho già sognati; credo agli angeli adesso,  agli  angioletti di vaghe aureole bionde incoronati... Volumi, io
I tuoi merli son gloria e apoteosi! L'ellera vagabonda,  agli  ermi amica, tutto ti circonda con vago stile! I tuoi merli
o chiesa, o spalto, che il sole indora! L'ellera, amica  agli  ermi, ha incoronata la tua vetusta fronte, e tu rammenti, o
notte davanti  agli  specchi della casa un fantasma passò; e ai ritratti dei
cortissimi, rasi da poco, il viso più scavato e rosso  agli  zigomi, gli occhi bellissimi, come prima, ma dissolti in un
non aveva bisogno di richiamarsi alle questioni supreme,  agli  universali, chi era sempre vissuto in modo umano, cioè
nero con i fiori rossi, vedi laggiù, diceva, in fondo  agli  ulivi, vedi il colombaio bianco, la gazza saliva dal
lottar di equilibrio e di scambietti per non schiantarsi,  agli  schiaffi potenti opponendo gli inchini e i complimenti. E
lottar di equilibrio e di scambietti per non schiantarsi,  agli  schiaffi potenti opponendo gli inchini e i complimenti. E
Date novella a chi spera, a chi lagrima, ai delusi,  agli  amanti! Che il vecchio senta, sfiorandogli il crine, la
sentieruoli pieni di caprifoglio, e in un bosco ben noto  agli  usignuoli condur ti voglio. Ti innonderò di mammole il
te lontano, nelle notti insonni, innanzi  agli  occhi dove anche io miri, sempre ho lo slancio della tua
dorate cornici fate addobbo alle sacre pareti; altro culto  agli  spiriti oppressi dal desio della vita migliore, altre
Io mi sto attento all'usignuol che geme: cantiamo insieme  agli  olezzi, alla pace, alla frescura della molle natura; e
scuola, che fin gli toglie il ricrearsi ai rai del sole  agli  ultimi anni. Indi guardando con occhio d'amore la stanza
dei superstiti son da un feretro abbelliti, dei nepoti  agli  appetiti desco è spesso un freddo avel; se qui pria giunge
il pastor m'amava, e, nei dintorni, il mio mesto lavoro  agli  astri si portava, perché un giorno avean visto in sul
i cuori l'idea fatale! L'augello ai nidi e l'uom pensa  agli  amori... è così dolce un crin che il crin ti sfiori sullo
immerso, pescar l'orribile suo primo verso!... E giuro  agli  uomini, e giuro a Dio che i mille triboli del viaggio mio
miei rammento mesto!) guardo alla vita grama che si perde,  agli  altri e a me molesto! Veggo tutto attraverso a un velo
mondo, e al dubbio infitti dell'avvenire ; abbiam veduto  agli  alleluia accanto gli infiniti sospir dei derelitti a Dio
scocchi, il mondo intiero si ricrede, e tace col pianto  agli  occhi! E che perciò? Gemendo accanto al fuoco spesso io mi
la vita dona a chi la chiede del suo pianto si fecer velo  agli  occhi, confidando che vesti e nutrimento gli potessero far
la speranza lontana ed il dolore si fanno velo ancora  agli  occhi stanchi, grazie porgendo a lui dell'esser nato,
testifichi ch'io non ci credo affatto: schiusi la porta: e  agli  uomini, girovago cantore, vengo a tentar di scuotere l'eco
morir non sia che continuar la nebbia maledetta e l'affanno  agli  schiavi della vita - - purché alla mia pupilla questa luce
spia del cielo che fruga, e attende, e immobile ha sempre  agli  occhi il velo, e quando si precipita dal carro di Boote
che all'ospedal dal medico a lungo corteggiati, e  agli  abbietti cadaveri rapiti ed alla croce, la scienza feroce
e i santi Evangelisti placidi sonni dormono in braccio  agli  antecristi! Giusti, compagno incomodo, dà nel fianco a
rivestito colei che lo rievocava. Sconvolto, le lagrime  agli  occhi io in faccia alla tenda bianca di trina seguivo

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