un istante di essere in piedi, e di vedere l'abisso azzurro al di sopra e al di sotto. Mi pa- reva di stare appoggiato ad una parete verticale
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dall'alba al tra- monto mi piantavo immobile nell'acqua e nella nebbia ad aspettare una folaga, la quale molto spesso non voleva mostrarsi. Mi scor- davo
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. Finalmente il sesto giorno la Maria scese ad aprire, dicendogli: "Il padrone la prega di salire. Faccia piano. Nene da pochi minuti è assopita; ma non
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fucile a pietra sulla spalla, la fiaschetta piena di polvere, la ven- triera fasciata alla vita e ben provvista di palle e pallini, e la car- niera ad
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di legno intagliato, che si mettevano a' piedi del letto degli sposi, tutte a putti che giuoca- no, ad amorini alati e ninfe nude; e vi stanno gli
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nuova di- gnità e, quasi a dire, virtù. Oramai non pensava ad altro che al matrimonio, ma senza impazienza o sospetti; anzi non sentiva nemmeno il bisogno
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bicchiere, come trasognati in mezzo alle bellezze di quella città, con le quali lottavano dall'alba alla sera, tentando di rapire ad esse il segreto del loro
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poche ore e per sola teoria? Bisognereb- be essere troppo sfacciati". Tali ad un dipresso furono le risposte degli altri maestri, cui lo Zen si
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d'un giglio, che le sembrava troppo alto: in quell'istante si sentì alla porta di casa una furiosa scampanellata. Andò ad aprire. Era il maestro Zen
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. Dieci giorni sono, mercoledì sera, si sentiva un po' stanca, e s'ad- dormentò, come al solito, nella sua poltrona. Io leggevo. Tutt'a un tratto, il
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davvero! Ditemi ancora: se ne andò solo, o in com- pagnia di un tale, che parlava forestiero?". "Non faccio mica la spia io. Vada ad informarsi dove vuole
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rivenduglioli e barcaiuoli cominciavano a piantare le baracche e ad addobbare i battelli. Nella notte del Redentore, fra le scelte compagnie di cantori figu
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conto della voce meravi- gliosa, due anni, anche lasciando stare il teatro, dovevano bastare ad estinguere il debito, sanzionato, del resto, con
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. Cercava ben bene le note una ad una, poi, contento di averle alla fine trovate, si sfogava a pestar sui tasti; e intanto gli scolari attendevano che
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cappelliera in mano e coll'ombrello sotto il braccio. Margherita non aveva con sé né i biglietti dei posti, né le chiavi della casa, né i denari. Ad
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tutto. Affacciava il viso alla finestruola, si scuoteva di dosso la pigrizia, finché il sonno più forte di lei non ritornava ad avvilupparla nella sua
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padrone, venne ad aprire, ma era tanto pieno di sonno, che non pose attenzione alla padrona. - Paolino, Teresa, Patacca, presto, dei lumi in sala. A
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musica! LA SPAZZOLETTI: Come avete potuto passare la notte? LUIGI: La signora Ballanzini ha voluto presentarmi ad alcuni suoi amici che mi accolsero con
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gh'avevi. CAPO: Stia zitta, comincia ad arrivare il dispaccio: BALLANZINI: Sentimm sto dispacc... CAPO: Nato figlio maschio... mandate balia. BALLANZINI
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, pronta a tutte le passioni e a tutti i sacrifici. E intorno a loro, tutto ad essi rassomigliava: il lusso un po' volgare del broccato crema e rosso
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se Vostra Eccellenza vuole, io vado ad accendere… - Obbedite al marchese - mormorò ella, freddamente, allontanandosi verso il salone. Mentre si
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Campobasso, ad Avellino, a Benevento, a Potenza, con molto dolore delle fanciulle e dei giovanotti. Una stagione perduta! All'albergo dei Fiori, n piazza
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, con una lieve intonazione di impazienza. Subito, ella rinchiuse: e sotto la pioggia, pazientemente, si mise ad aspettare. Qualche uomo passava e le
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, in Napoli, ella si pavoneggiava, nel suo ozio, ella non doveva andare su e giù, per le scale, ad accompagnare i visitatori, come le portinaie vicine
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avete, - esclamò ingenuamente Cesare. - Certamente: ma non posso. - Allora, non credete alla mia solvibilità? - Tutt'altro: ma è per obbedire ad una
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incoraggiava ad aiutare quell'infelice. Finalmente, discese: e attraversando il cortiletto, salì quella scaletta tutta umida e smussata. Dopo averci pensato
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, cercandolo all'ospedale, cercandolo all'Università, andando ad aspettarlo alla porta degli altri ammalati, con la pazienza e la rassegnazione di chi aspetta un
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loro forza, sul grande banco di legno, ad alta graticciata di fil di ferro, che tagliava in fondo la bottega, andando da una parete all'altra. Dietro
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persuasa, come se si rassegnasse ad aspettare. E quando schiudeva la porta a cristalli, entrando, col suo semplice vestitino di percalla, con il gran
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agli altri occhi umani non è concesso di vedere. Bianca Maria dormiva… dormiva la fredda creatura, così prossima alla Grazia, e che pure si negava ad
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impossibile sopportare più quelle grida, quei lamenti, quei gemiti, in cui un solo nome continuava ad apparire, sempre, sempre. E oramai contava i
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chi ha combattuto e trionfato, solitariamente: ma assuefatto ad assumere sino all'estremo tutte le responsabilità della vita, aveva ceduto all'amore
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della nostra morte - si sorprese a dire, ad alta voce, in un certo momento. E fu nel medesimo momento, che un rumore di ruote, e uno schioccare di
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l'introito, ingrati oltre ad essere imbroglioni! Però egli sapeva dove abitavano, tutti: e si volea mettere dietro a loro, non li avrebbe lasciati, se non
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in tasca, con la flemma del cocchiere che è abituato ad aspettare delle ore il passeggiero; erano sensali di stanze mobiliate, sensali di serve, che
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, spezzando per un minuto il fascino del rispetto con cui la dominava suo padre, ella ripeteva ad Antonio Amati la sua parola disperata: - Portami via
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friggitore, al Purgatorio ad Arco, e in quella del gran robivecchi all'Anticaglia: era l'abbondanza delle rose e dei garofani, che si avevano per un
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gli occhi bassi, chinandosi ogni tanto ad asciugare le labbra unte a un lembo della tovaglia, tutta chiazzata di vino azzurrigno. Sulla tavola, fra
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e andava riempiendo ad ogni angolo di via, dai venditori ambulanti, scherzando con tutti, grasso, forte, gioviale, con un bisogno di spandere la sua
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Accademia della crusca
