(Walter apre una delle finestre e sta ad ascoltare; poi richiude)
(Wally, colpita, impallidisce, le forze a un tratto le mancano e si appoggia barcollando ad una tavola).
(Uno si avanza lentamente, si avvicina ad Afra, si abbassa e raccoglie la moneta d’oro. È l’Hagenbach).
Intanto Hagenbach si è seduto ad una tavola avanti all’osteria dell’Aquila. Afra accorre sorridente, felice… Tutti si fanno intorno all’Hagenbach; chi gli stringe la mano, chi lo saluta, chi beve con lui.
(La Wally è agitatissima; ad ogni istante paurosa tende l’orecchio; vorrebbe pregare, ma non può. Finalmente dà in un pianto dirotto, e, la testa fra le mani, si lascia cadere in ginocchio a piè del letto).
(ad un suo cenno, Afra si toglie dall’Hagenbach e rientra portando una tazza alla Wally, poi ritorna presso a Giuseppe. – La Wally la segue coll’occhio, si avvede della presenza dell’Hagenbach e depone senza bere la tazza)
Lo Stromminger festeggia il suo settantesimo anno; beve in mezzo ad Alpigiani, Cacciatori, Pastori e Contadini suoi ospiti. – Tavole imbandite, sparse pel piazzale. – Nel fondo un bersaglio; Vincenzo Gellner lo abbatte in onore dello Stromminger con un ardito colpo di carabina. – Nel fondo del piazzale danzano allegramente Fanciulle e Cacciatori. – Gruppi di Contadine stanno loro intorno. – Lo Stromminger, all’alzarsi della tela, è seduto; egli è allegro e un po’ alticcio.
Ad un tratto una strana creatura irrompe violentemente in mezzo a quella folla, urtando gli uni, ricacciando gli altri. È una bizzarra fanciulla, bizzarramente vestita; ha i lunghi capelli disordinati e sciolti e intrecciati di edelweiss; le braccia forti, completamente ignude; gli occhi larghi e profondi pieni di fuoco: è la Wally! Vedere suo padre a terra presso all’Hagenbach, afferrare costui alle spalle e cacciarlo con forza lontano così da farlo barcollare, è un colpo solo.
Ad un bacio côlto, risa, applausi. – Risate lunghe accolgono la vittoria di Walter. – Ogni bacio dato è una coppia di danzatori che scema. Oramai pochissime continuano. Ma l’attenzione di tutti è per l’Hagenbach e la Wally, attenzione stuzzicata dai due pel loro contegno. Si direbbe che danzino senza accorgersene e spesso cessano di danzare per parlarsi, quasiché l’armonia che li conduce non sia già quella degli istrumenti, ma quella che esce dalle loro labbra).
Ad un tratto i due amanti, come se si svegliassero da un sogno, spaventati dall’oscurità che li circonda tentano muoversi e fuggire. Cercano la capanna, cercano il sentiero… avanzano a tentoni… Essi stessi ormai sono completamente scomparsi nell’oscurità. Invisibili l’uno all’altro, chiamansi fiocamente per nome… Quando odesi uno schianto immenso; poi un urlo terribile: è la valanga! E, dopo, un silenzio di morte!)
Ecco là, il Pedone di Schnals già seduto davanti ad una enorme tazza di birra, in mezzo a un crocchio di giovanotti, che beve, ride, discute e qualche volta alla bell’Afra tutta in faccende (la padrona dell’osteria dell’Aquila) mormora parole che eccitano la facile allegria dei suoi ascoltatori! – Là, in disparte, c’è anche Gellner, anch’egli vestito a festa, ma triste, sinistro, taciturno. Come egli è cambiato in un anno! (poiché è passato già l’anno dalla sera che, all’Hochstoff, fu respinto dalla Wally e costei del padre messa alla porta).
(Tonio durante la canzone sarà uscito di dietro al teatro e sarà ito ad appoggiarsi all’albero, ascoltando beato. – Nedda, finito il canto, fa per rientrare e lo scorge.)
Silvio è innanzi ad essi.)
Dietro ad essa è piazzata la gran cassa. Sul di dietro della carretta è Canio in piedi, in costume di Pagliaccio, tenendo nella destra una tromba e nella sinistra la mazza della gran cassa. – I contadini e le contadine attorniano festosamente la carretta.)