Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Don Carlo

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10 occorrenze

Rodrigo entra, parla sottovoce ad alcuni uffiziali che si allontanano immediatamente. Egli contempla Carlo con tristezza. Questi ad un movimento di Rodrigo si scuote.

(Carlo appare e s’inchina ad Elisabetta)

Elisabetta si pone a sedere sopra un masso di roccia ed alza lo sguardo su Carlo in piedi innanzi ad essa. I loro occhi s’incontrano, e Carlo, come per un movimento involontario, piega il ginocchio innanzi ad Elisabetta.)

(ad un gesto di Don Carlo, il familiare s’allontana. Rimasti soli Carlo e Rodrigo si abbracciano con effusione.)

I Paggi sono in piedi intorno ad esse. Un Paggio tempra una mandolina.

Entro una magica grotta, fatta di madreperla e di corallo, alcune maravigliose Perle dell’Oceano sono nascoste ad ogni occhio profano, custodite dalle Onde gelose.

Filippo assorto in profonda meditazione, appoggiato ad un tavolo ingombro di carte, ove due doppieri finiscono di consumarsi. L’alba rischiara già le invetriate delle finestre.

(Eboli fa segno ad un Paggio che passa, e gli consegna un biglietto ch’ella scrive in fretta, poi esce seguita dalle Dame della Regina. La scena cambia a vista.)

. – A destra attraverso ad un cancello dorato scorgesi la tomba di Carlo V. – A sinistra, porta che mena all’esterno. – In fondo la porta interna del fabricato. – Giardino con alti cipressi. – È l’alba.

Carlo s’ avvicina lentamente ad Elisabetta e s’inchina senza alzar lo sguardo su di lei. Elisabetta, contenendo a fatica la sua emozione, ordina a Carlo d’avvicinarsi. Rodrigo ed Eboli scambiano dei cenni con le Dame, si allontanano, e finiscono per disperdersi tra gli alberi. La Contessa d’Aremberg e le due Dame restano sole in piedi, a distanza, impacciate del contegno che debbono avere. A poco a poco la Contessa e le Dame vanno di cespuglio in cespuglio cogliendo qualche fiore, e si allontanano.

Mefistofele

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Boito, Arrigo 7 occorrenze

Faust fu per più di cinquant’anni l’idea fissa di Goethe, ma tutto il genio e tutta la vita del grand’uomo non bastarono ad esaurire questo tema usé jusqu’à la corde.

Questo tema ringiovanisce ad ogni tratto di tempo come il dottore tedesco, ringiovanisce con Marlowe, ringiovanisce con Goethe; quando è li per morire, rinasce.

Ascoltando l’enumerazione di tutti i frontispizi che hai divorati da ieri ad oggi, e che rimpingueranno domani le tue appendici, notai che ne mancava uno, il più vecchio di tutti: la Bibbia. Sì, la Bibbia, amico mio, è piena del mio soggetto. Se, dimenticando per questa sera il sistema di Darwin, dobbiamo credere che Adamo sia proprio stato il primo uomo, ecco che Adamo è il primo Faust e il secondo è Giobbe e il terzo è Salomone…

Devi sapere che da ieri ad oggi ho letto tutto ciò che si può leggere intorno al soggetto che tratti. Ho letto da capo a fondo il primo e il secondo Faust di Goethe, il Faust di Stolte e poi la leggenda di Widmann tradotta in francese da Palma Cayet e poi la leggenda di Pfitzer e quella di Giovanni Spies stampata nel 1637 a Francoforte sul Meno. Di più, ho letto Neumann Disquisitio de Fausto, di più ho letto l’oratio Fausti ad studiosus che, come sai, fu scritta da Faust medesimo e, dopo la morte del Dottore, pubblicata da Wagner in persona e annotata e corretta dal suo spiritus familiaris Auerhan. Poi ho letto anche la Ballad of the Life and Deat of Doctor Faustus pubblicata a Londra nel 1587 ed anche i Colloquia oder Tischreden di Lutero. Ho rilette le pagine scritte da Heine sul Faust nella sua Germania, ho letto il dottissimo lavoro di Ristelhuber: Faust dans l’histoire et dans la légende, ho letto l’essai sur Goethe di Blaze de Bury e lo studio filosofico di Caro inserito nella Revue des deux mondes del 1865. Inoltre ho ripassato al cembalo il Faust di Schumann, La Damnation de Faust di Berlioz, la sinfonia di Liszt e il melodramma di Rode, che il Principe Radziwil fa passar per suo, e lo spartito di Madame Bertin e finalmente il Faust di Gounod ed ho conchiuso col dire ch’è un soggetto usé jusqu’à la corde.

Il signor Critico ed il signor Autore mi sembrano, nel loro dialogo, simili a due aeronauti che s’arrabbattano intorno ad un pallone, ed uno vuole troppo vuotarlo e disseccarlo, l’altro lo vuoi gonfiare troppo a rischio che scoppii. Parlate sotto voce. Teorie, commenti, dimostrazioni: tutte bellissime cose che io non voglio sapere quando assisto ad un’opera d’arte. Datemi delle forti emozioni e allontanate da me la noia, ecco tutto quel che vi chiedo, e se riescirete a ciò con quattro note e con quattro versi oppure mettendo mano al cielo, alla terra e all’inferno, io ve ne sarò egualmente grato. Non vorrò sapere se siete classico, romantico, idealista, realista od ecletico, non domanderò di che paese siete, né che età avete, e non permetterò che mi si istruisca troppo intorno allo spettacolo che mi promettete. Io voglio che l’arte mi parli da sola senza l’aiuto della scienza, della storia e dell’erudizione. Io credo che una pagina di musica possa insegnarmi maggiori cose che non un corso di filosofia. Parlate a bassa voce. In teatro come al museo sfuggo i ciceroni. Avete scritto una prefazione al vostro libretto? Non la leggerò. Avete scritto delle note e delle chiose? Non le leggerò. Tenderò gli orecchi alla musica e la memoria al dramma, d’altre minuzie non me ne darò per inteso. Mi sono permesso di farvi quest’osservazione perché questa sera sono una piccola parte di quel Tutto che o presto o tardi finisce per aver ragione. Ora se volete sapere anche il mio nome sono il signor…

I secoli cooperarono a questo soggetto come i popoli e le generazioni non bastarono ad esaurirlo. La storia di questo soggetto compendia la storia dell’arte. Nasce canzone popolare, poi diventa ballata, poi, passando dalle labbra del popolo alle mani dei poeti, cresce e Widman, Spies, Hoch lo mutano in leggenda, poi cresce ancora ed è racconto sotto la penna di Antonio Hamilton, poi Klinger lo innalza alla dignità di romanzo, poi appare per la prima volta in teatro sotto le forme del dramma, grazie l’ardito ingegno di Kid Marlowe, sullo scorcio del 1500. Il suolo del palco scenico feconda di nuova vita questo prodigioso tema; il secolo seguente lo trova rappresentato su tutte le scene delle ville e dei villaggi tedeschi. Nel 1776 a Weimar il Faust prende un’altra forma scenica e si trasforma in pantomima, e perché lo spazio del dramma non gli basta più, penetra nel campo di due arti nuove, la musica e la coreografia.

Faust fu da principio una complainte cattolica, rinnovellato poscia dall’idea di Lutero divenne una Saga alemanna contro il papato; poscia migrò in Ispagna e ridivenne legenda papista sotto la torva fantasia degli inquisitori, poscia, in Inghilterra, tornò ad essere innocente ballata puritana.

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