Ad un cenno del Podestà vengono introdotti Rolando ed Arrigo.
(Ad un cenno di Rolando le Donne e Marcovaldo si ritirano)
(Rolando muto, incerto, come tratto da invincibile potere, si accosta ad Arrigo)
(i cavalieri porgono ad Arrigo lo stendardo: intanto dal tempio intuonasi l’inno di grazie)
(ad un suo cenno vengono dischiusi i veroni, a traverso de’ quali scorgonsi le colline circostanti ingombre di falangi alemanne)
I Cavalieri della Morte scendono a poco a poco, ed in silenzio: ognun d’essi porta una ciarpa ad armacollo, su cui avvi effigiato il capo d’uno scheletro umano.
Da una parte della città s’inoltrano i Militi piacentini, ed alcune centurie di Verona, di Brescia, di Novara e di Vercelli: la contrada è gremita di popolo, come i soprastanti veroni, da cui pendono arazzi variopinti e giulive ghirlande: un grido universale di esultanza, un prolungato batter di palme, ed un nembo di fiori cadente dall’alto sulle squadre attesta le festevoli accoglienze ad esse prodigate. Arrigo è tra i guerrieri veronesi.