Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Sentenza n. 1988

334429
Cassazione penale, sezione I 1 occorrenze
  • 1998
  • Corte Suprema di Cassazione
  • Roma
  • diritto
  • UNIGE
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Sono state, quindi, analiticamente indicate le operazioni logiche demandate al giudice di merito ai fini della verifica dell’attendibilità, sia intrinseca che estrinseca, chiarendo che “il giudice deve in primo luogo sciogliere il problema della credibilità del dichiarante (confidente e accusatore), in relazione, tra l’altro, alla sua personalità, alle sue condizioni socio economiche e familiari, al suo passato, ai rapporti con i chiamati in correità e alla genesi remota e prossima della sua risoluzione alla confessione e all’accusa dei coautori e complici; in secondo luogo, deve verificare l’intrinseca consistenza e le caratteristiche delle dichiarazioni del chiamante alla luce di criteri, tra gli altri, quelli della precisione, della coerenza, della costanza, della spontaneità, infine, egli deve esaminare i riscontri cosiddetti esterni” (Cass., Sez. Un., 21 ottobre 1992, Marino). Orbene, considerato che non è richiesto che il riscontro estrinseco abbia la consistenza di una prova autosufficiente di colpevolezza per la ragione che, se così fosse, basterebbe da sola a dimostrare la colpevolezza indipendentemente dalla chiamata, la giurisprudenza di legittimità ha anche sottolineato che i riscontri esterni consistono in elementi o dati probatori non predeterminati nella specie e nella qualità e non suscettibili di spiritistica tipizzazione, che ne delimiti il campo di applicazione (cfr. Cass., Sez. Un., 6 dicembre 1991, Scala ed altri; Cass., Sez. Un., 3 febbraio 1990, Belli): in tale prospettiva, si è ritenuto che i riscontri possano essere concretati non soltanto da elementi di prova rappresentativa ma anche di elementi di prova logica (Cass., Sez. Un., 21 aprile 1995, Costantino) e che essi possano essere costituiti anche da una o più chiamate, a condizione, in quest’ultimo caso, che le convergenti dichiarazioni accusatorie, reputate intrinsecamente attendibilità, siano realmente autonome, nel senso che l’una non abbia condizionato le altre (mutual corroboration o convergenza del molteplice: Cass., Sez. VI, 12 gennaio 1995, Grippi; Cass., Sez. VI, 18 febbraio 1994, Goddi ed altri).

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