Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Il che significa: quando il male ci ripugnerà, in noi ed intorno a noi, in tutte le sue forme, e coloro che ne sono vittime e schiavi ci muoveranno a pietà: quando vorremo o cercheremo effettualmente il bene per noi, per quelli che sono intorno a noi, per tutti, senza eccezione o limitazione; quando rinnegheremo, nella pratica della nostra vita, la cupidigia, l'egoismo, la violenza, per accogliere la povertà in ispirito, la mitezza, la fame e sete di giustizia che la predicazione evangelica ci ha insegnate, allora noi potremo dire di essere nella carità e, quindi, in Dio.

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Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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In questo caso, che dal più alto medio evo ha dato luogo a tante dispute e parti nella Chiesa, trattandosi pur sempre di associazioni libere, la coscienza dei singoli rimane giudice dell'aderire o meno, e dell'aderire nella misura che essa crede, secondo l'indole degli scopi che si tratta di raggiungere e 1'importanza di essi; ed un cattolico potrà mancare, non già pel solo fatto di non aderire all'invito, ma pel fatto di non accogliere, per motivi di egoismo e di viltà, un invito che pure alla sua coscienza par giusto ed opportuno e principio di bene. Così, per riguardo al suddetto invito di Leone XIII, nessuno pensò mai di muovere accuse formali di disobbedienza ai molti, vescovio sacerdoti o laici, che non credettero di tenerne conto.

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La Democrazia Cristiana in Italia

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 62-90.
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Essi credono di non far con ciò che accogliere docilmente il programma stesso del papa, di Leone XIII; di attuarne le direttive e svolgere le conseguenze di queste. Quando le cose si complicano, e l'autorità piega a una interpretazione e a una pratica nelle quali si rispecchiano interessi economici e politici ostili alla ascensione delle masse, contro questo programma restrittivo e mortificante l'accordo è cercato e affermato fra democrazia e cristianesimo; e, per persuadersi di esso e dimostrarlo agli altri, si impone una critica più penetrante e severa dell'una e dell'altro. E la critica è poi sollecitata e provocata anche dalla polemica con i socialisti. Contro di questi, i d.c. ripigliano la posizione di Mazzini; e cercano del moto rivoluzionario — borghesia contro le classi privilegiate — e del socialismo — proletariato contro borghesia — l'intima sostanza e il valore, che deve essere ed è, per essi, di natura essenzialmente religiosa. Trovare nella -democrazia e nel socialismo stesso, come moto di una classe nuova assetata dì libertà e di giustizia, una derivazione diretta dello spirito cristiano, contro le degenerazioni di una società ecclesiastica alleata al vecchio regime, interpretare e rivivere l'una e l'altro come moti intimamente ed essenzialmente religiosi, è oramai l'assunto dei d.c. Con che essi appartengono già alla storia ed al processo di autocritica dei moti e delle dottrine sociali contemporanee. E la loro posizione viene ad essere di primissima importanza nella storia dello sviluppo di queste in seno alla civiltà latina.

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